FX

Gli Aperitivi: Legion

Dai in mano un personaggio fumettistico a un grande autore e ne tirerà fuori qualcosa di straordinario. Dai in mano un personaggio fumettistico schizofrenico a Noah Hawley e ne tirerà fuori qualcosa di straordinariamente folle!

Legion FX

TRAMA E INFORMAZIONI

Legion è una serie creata, scritta a diretta da Noah Hawley (autore di Fargo) per il network cable statunitense FX. La stagione è iniziata l’8 febbraio e sarà composta da 8 episodi in totale.
Questa serie è basata su un personaggio proveniente dalle testate dei mutanti Marvel: David Haller, conosciuto anche come Legion e famoso per essere il figlio del professor Charles Xavier.
In Legion, David Haller (Dan Stevens, Downton Abbey) fin da ragazzo ha sofferto di schizofrenia e per un periodo è stato rinchiuso in un manicomio. Qui ha conosciuto Sydney (Rachel Keller, Fargo), una giovane donna che ha paura del contatto fisico. Il susseguirsi degli eventi porterà David a realizzare che, forse, le sue visioni e i suoi strani poteri non sono interamente frutto di pazzia.
Nel cast anche Jean Smart (Fargo), Aubrey Plaza (Parks and Recreation) e Hamish Linklater (The Crazy Ones).

Legion posters

IMPRESSIONI SUL PILOT

Era chiaro fin dal primo trailer che Noah Hawley avrebbe sfruttato la schizofrenia e la potenziale follia del personaggio, e dal suo lavoro in Fargo sappiamo che questo aspetto è in grado di gestirlo molto bene. Il pilot di Legion dimostra questo squilibrio e lo trasporta sull’intera realizzazione: dalla regia al montaggio. Queste due componenti hanno già dato prova della maestria e della cura degli autori, con dei piani sequenza e dei montaggi onirici decisamente riusciti. Il primo episodio sembra essere molto introduttivo, ma riesce a presentare perfettamente tutti i soggetti in gioco. Tra questi ovviamente spiccano il protagonista, di cui apprendiamo già storia, pensiero e modo di fare, e il personaggio di Sydney, con la quale però è giustamente ancora presente un forte alone di mistero. La buona riuscita di questi personaggi è aiutata molto dalle interpretazioni di Rachel Keller e soprattutto Dan Stevens, che hanno ricalcato perfettamente lo stile alienante della serie.

La perfetta miscela tra questi elementi e la sceneggiatura contribuisce anche a rendere fluida una storia che altrimenti sarebbe piuttosto complessa da seguire, visti i continui sbalzi temporali, flashback, visioni e cambiamenti della realtà. Una realizzazione così inusuale è una novità per il genere fumettistico nel panorama televisivo, ed è senza dubbio una necessaria ventata di aria fresca, dato che anche i prodotti migliori iniziavano a ricalcare un unico e monotono stile di realizzazione. È ovviamente da sottolineare anche il potenziale che il pilot di Legion proietta sul resto della stagione, viste le possibili sorprese e l’imprevedibilità della bizzarria protagonista. L’unico timore riscontrato è che dopo la prima puntata la serie inizi a prendere pieghe più classiche e che perda lentamente la particolarità che ha contraddistinto questo pilot, ma Noah Hawley è meritevole di una totale fiducia e la preoccupazione non è troppo marcata.

Il verdetto di chi scrive è, come ovvio, la totale promozione di questo pilot. Data la schizofrenia tipica della serie, Legion potrebbe non essere adatta a tutti i palati, ma una chance dovrebbero dargliela anche quelli che non sono attratti da questa caratteristica: è probabile che anche loro vengano risucchiati nel vortice di follia e cambino corpo (wink wink) con chi riesce ad apprezzare questi prodotti.

 

IL TRAILER

Questo è tutto! I sottotitoli del primo episodio li trovate a questo indirizzo. Buona visione!

Luigi Dalena

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Luigi Dalena

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Producer pubblicitario. Blogger itasiano dal 2013. Maniaco dell'ordine e dell'organizzazione. Appassionato di videogiochi, tecnologia, astronomia, cinema e soprattutto serie TV. Apprezzo qualsiasi genere, ma ho un debole per sci-fi e fantasy. Una volta guardavo di tutto, ma poi ho lentamente ristretto i miei gusti spostandomi quasi esclusivamente sulle serie britanniche e sulle cable statunitensi. Più sono brevi, meglio è.
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