Classifiche

ItaSA Best of 2014: la Top 10 di jack darko

2014 ricco di convincenti novità e graditi ritorni, è stato un anno interessante. In questa classifica, strettamente personale, ho scelto 10 delle serie che più mi hanno convinto. Forse non saranno le più belle o le più acclamate, ma sono quelle che mi sono rimaste nel cuore.

Almost Human

10. Almost Human
La serie sci-fi, creata dall’autore di Fringe J. H. Wyman, aveva un potenziale alto. Prendendo spunto da numerose opere di fantascienza, soprattutto la serie dei robot di Isaac Asimov e Blade Runner di Philip K. DickAlmost Human voleva essere un crime procedurale ambientato nel futuro. Purtroppo, a causa di un organizzazione sciatta nella messa in onda degli episodi, la serie non ha convinto con le sue prime puntate, regalandoci il meglio solo dopo la metà della stagione. Sarebbe stato meglio rispettare l’ordine di messa in onda previsto dal creatore della serie. I personaggi erano ben caratterizzati, l’ambientazione intrigante e una trama, almeno da metà stagione, convincente seppur mancando di uno sviluppo orizzontale efficace. Un peccato che sia stata cancellata, il potenziale c’era.

Gotham

9. Gotham
Siamo ancora a metà stagione, ma la serie prequel sul mondo di Batman ha già convinto pubblico e critica, ottenendo anche l’ordine per una stagione completa da 22 episodi. La forza della serie sta nel suo saper unire trama orizzontale e verticale in maniera convincente, grazie anche a dei personaggi che, forti del fascino e della notorietà nata del franchise di Batman, vengono sviluppati intelligentemente. Certo, alcuni di questi sono meno riusciti, come Jim Gordon e la moglie, ma altri, come Il Pinguino, Bruce Wayne e il suo maggiordomo/figura paterna Alfred, risultano più efficaci. Speriamo la seconda metà di stagione non deluda e che, anzi, confermi le buone premesse iniziali.

In The Flesh

8. In The Flesh
La miniserie del 2013 era stata una vera sorpresa. Intimista, toccante, riusciva a rendere originale un tema, quello degli zombie, così tanto sfruttato in televisione. Questa seconda stagione è composta invece da otto episodi, concedendo quindi maggiore spazio allo sviluppo dei personaggi e della trama. Non è necessariamente un male di norma, ma lo è per In The Flesh, che a mio parere aveva convinto principalmente proprio per il suo essere intimista e focalizzata solo sulla storia del protagonista Keiren. Seppur avere una trama orizzontale più ampia abbia giovato alla seconda stagione, il fatto di avere più personaggi gli ha tolto quella parte intimista che si sentiva così tanto nella miniserie. Il protagonista viene quasi oscurato dagli altri, finendo per far perdere alla serie quel fascino romantico che la contraddistingueva. Non che In The Flesh sia peggiorato, anzi, ma gli è mancato qualcosa. Nel complesso comunque, una delle migliori serie andate in onda quest’anno.

The Leftovers

7. The Leftovers
Tratto dal romanzo di Tom Perrotta, la serie ci racconta le vicende di come un gruppo di personaggi reagisce a un misterioso evento che porta alla sparizione dell’otto percento della popolazione. Creato da Damon Lindelof, da molti criticato per il finale di Lost, The Leftovers inizia molto lentamente, forse troppo. I personaggi però sono caratterizzati talmente bene e la loro storia è così convincente ed enigmatica che si rimane calamitati allo schermo. Non vi è un vero protagonista, sono tutti ugualmente importanti e spesso a ognuno è dedicato un singolo episodio. La trama orizzontale emerge solo verso la fine della serie, insieme ad alcuni elementi onirici (strizzata d’occhio a Twin Peaks) che non fanno che migliorare una prima stagione nel complesso soddisfacente. Speriamo che la seconda possa migliorare ancora, forte della coerenza narrativa raggiunta. Da segnalare le ottime performance degli attori Carrie Coon, Justin Theroux e Ann Dowd, mentre Liv Tyler dovrebbe puntare a fare altro rispetto all’attrice.

House of Cards

6. House Of Cards
La politica americana e i suoi intrighi sono ancora i protagonisti di questa seconda stagione di House Of Cards. A differenza della precedente, però, il protagonista della serie, interpretato da uno straordinario Kevin Spacey, ha un ruolo ancora più centrale e meglio sviluppato. Rispetto alla prima stagione molti dei personaggi secondari, pur avendo un ruolo importante, rimangono sullo sfondo, intrecciandosi in maniera più dosata con la trama principale. Seppur sia una delle migliori serie dell’anno, nel complesso godibile e facile da seguire, House Of Cards tende a essere sempre più articolato e complesso, lasciando a volte più confusi che entusiasti.

Doctor Who

5. Doctor Who
Steven Moffat ci presenta la sua seconda versione del Dottore, dopo aver preso in mano le redini dello show nel 2010 con Eleven, interpretato da Matt Smith. Questa volta a interpretare l’iconico ruolo della serie TV di fantascienza britannica troviamo Peter Capaldi, un attore più anziano rispetto agli ultimi tre che hanno interpretato il ruolo dal revival del 2005. Una scelta che aveva sollevato qualche dubbio, ma fortunatamente l’ottava stagione di Doctor Who ha confermato la bravura di Moffat a caratterizzare il personaggio in maniera efficace, donandogli una personalità più enigmatica, matura e dark delle precedenti. Capaldi è bravissimo e perfettamente calato nel ruolo, rendendo quindi Twelve forse uno dei più affascinanti di quelli visti dal 2005. Ottava stagione che non si limita però ad approfondire soltanto il suo protagonista, ma anche il suo rapporto con la companion Clara Oswald, che funziona meravigliosamente per tutto il corso della stagione. Certo, alcuni episodi non sono proprio brillanti come Robots Of Sherwood e Kill The Moon, ma Listen è veramente un episodio al limite della perfezione. Psicologicamente terrificante, dai temi profondi e intelligentemente sceneggiato, eleva l’ottava stagione a una delle migliori viste quest’anno in televisione.

Sherlock

4. Sherlock
Ancora Steven Moffat, che per questa serie ha conquistato (finalmente) l’Emmy Award come Miglior Sceneggiatore. Sherlock è riuscito con pochissime puntate e sole tre stagioni a conquistare milioni di fan. Merito non soltanto della brillante sceneggiatura, ma anche della coppia di bravissimi protagonisti, Benedict Cumberbatch e Martin Freeman. Questa terza stagione presenta una maggiore coerenza narrativa delle precedenti, con una trama orizzontale che permea tutte le puntate. Sembra quasi di assistere ad un film in tre parti rispetto alle serie precedenti. Ancora una volta lo show colpisce per il suo giocare intelligentemente con lo spettatore, stuzzicandolo con una brillante sceneggiatura. I personaggi sono caratterizzati ancora una volta in maniera egregia e forse, grazie a una narrazione più coerente, funzionano anche meglio di prima. Veramente da non perdere, ma prima recuperatevi le stagioni precedenti.

Gomorra La Serie

3. Gomorra la Serie

Sky, dopo Romanzo Criminale e Faccia D’Angelo, continua a dimostrarsi come il miglior produttore di serie TV italiane di qualità. Il libro di Roberto Saviano era già stato portato ottimamente al cinema da Matteo Garrone, il quale allora aveva già pensato di farne una serie prima di optare per un film. Questa nuova versione televisiva racconta una storia diversa, quella della famiglia mafiosa dei Savastano, ispirata a personaggi della malavita realmente esistiti. “Penso che raccontare la realtà con rigore sia l’unico modo per evitare maschere epiche, esaltazioni” queste le parole di Saviano quando parla della serie. È proprio questo uno dei pregi di questa serie. Gomorra attraverso una sceneggiatura asciutta e efficace, priva di fronzoli e eccessi e attraverso personaggi ben caratterizzati, porta all’attenzione dello spettatore, senza spettacolarizzazioni, una realtà difficile che deve essere raccontata. Il giudizio che ne emerge finita la prima stagione, come dice Saviano, spetta allo spettatore.

True Detective

2. True Detective
La novità più acclamata di quest’anno, True Detective ha conquistato il cuore del pubblico e della critica grazie alla ventata di aria fresca nel genere crime, uno dei più sfruttati in televisione. L’originalità della serie non sta tanto nel suo essere ambientato in periodi temporali diversi o sulla particolarità delle indagini, ma nella caratterizzazione e nell’interazione dei due protagonisti. Sorretti dalla magistrale performance di Matthew McConaughey e Woody Harrelson, la relazione tra i due detective risulta autentica e credibile. E’ facile riconoscersi nei loro dolori, nelle loro gioie. La loro relazione può aiutarci a capire meglio noi stessi, ci scava dentro. Ci mostra il buio nell’anima dentro ognuno di noi ma riesce anche a dirci che, forse, vi è ancora spazio per la luce. Oltre la brillante sceneggiatura di Nic Pizzolatto, una menzione speciale alla regia di Cary Joji Fukunaga, vincitore dell’Emmy come Miglior Regista per l’episodio Who Goes There.

The Knick

1. The Knick
Con Steven Soderbergh in veste di regista, direttore della fotografia, montatore e produttore, The Knick si presenta sia come un prodotto forte dell’estetica personale del regista ma anche come il risultato della sapiente sceneggiatura di Jack Amiel, Michael Begler e Steven Katz. Ho già scritto perché ho amato questa serie, quindi sarò breve. Personaggi caratterizzati alla perfezione, trama orizzontale e verticale che si intrecciano con maestria e la bravura di Soderbergh rendono The Knick il capolavoro che è.

Un ringraziamento a tutta la redazione di ItaSA Blog che mi ha accolto l’anno scorso in questa che più che una redazione è una grande famiglia. E grazie a tutti i lettori, spero di avervi fatto leggere qualcosa d’interessante e che così sarà anche in questo 2015. Buon Anno!

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Jacopo Msn

Jacopo Mascolini, laureato al DAMS di Roma e su ItasaBlog dal 2014, sta studiando alla Scuola Holden di Torino per diventare uno sceneggiatore di serie TV.
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