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Roswell, New Mexico: alieni sotto copertura in puro stile CW

Gli alieni sono cresciuti e sono tornati. Vengono in pace. Ma è in corso una congiura segreta ad alti livelli per sterminarli.

Roswell, New Mexico è il secondo adattamento televisivo di Roswell High, la serie di libri sci-fi per ragazzi scritta da Melinda Metz, nonché rivisitazione in chiave adulta della serie TV cult, Roswell, creata da Jason Katims e trasmessa per tre stagioni a cavallo degli anni 1999-2002 dall’allora WB network – attuale CW –  e da Rai 2 in Italia. Il reboot mantiene il nucleo centrale della storia originale, sebbene non segua completamente né le vicende raccontate nei libri, né tanto meno quelle della serie.

L’articolo contiene spoiler su tutta la prima stagione.

Dopo essere ritornata a Roswell, sua città natale, in occasione del decimo anniversario dalla morte di sua sorella Rosa, Liz Ortecho (Jeanine Mason, Grey’s Anatomy), figlia di immigrati messicani clandestini, incontra per caso Max Evans (Nathan Parsons, The Originals), sua cotta adolescenziale e ormai vice sceriffo della piccola cittadina. Una sera, mentre si trova al Crashdown (il locale gestito dal padre), Liz è vittima di un attentato e Max, che per un caso fortuito si trova con lei, grazie ai suoi poteri alieni le salva la vita, mettendo però a repentaglio la propria e, di fatto, anche quella di sua sorella Isobel (Lily Cowles, Brain Dead) e del loro brillante quanto sbandato amico Michael Guerin (Michael VlamisNew girl). Max, Isobel e Michael, infatti sono degli extraterrestri approdati sulla Terra nell’estate del 1947 durante il famoso ‘incidente di Roswell’, vale a dire lo schianto di un’astronave aliena nelle campagne della piccola cittadina statunitense nello stato del Nuovo Messico. Dopo essere rimasti incubati per più di trent’anni in capsule misteriosamente nascoste nel deserto, un giorno ne fuoriescono casualmente con sembianze di bambini umani di circa sette anni, integrandosi da quel momento in poi con la popolazione del luogo. Liz, nonostante lo shock iniziale nello scoprire la vera natura dei tre ragazzi con i quali è praticamente cresciuta, decide di mantenere il loro segreto, fin quando però una serie di circostanze che la colpiscono in prima persona non rivelano una minacciosa presenza aliena sulla Terra, che la portano a mettere in discussione la buona fede di Max, Isobel e Michael, dando inizio ad una vera e propria caccia al cattivo di turno.

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Le novità più importanti di questa rivisitazione riguardano sicuramente l’età dei protagonisti, non più adolescenti, ma giovani adulti e di conseguenza le tematiche che l’arco narrativo contempla che sono certamente molto più mature e con forti riferimenti all’attualità (anche troppo, a volte), come da precisa volontà della creatrice della serie, Carina Adly MacKenzie (The Originals). Di fatto, molte delle peripezie che coinvolgono Liz, soprattutto nella prima parte della stagione, sono una conseguenza della sua condizione famigliare in quanto figlia di immigrati clandestini, e numerosi sono i riferimenti a un certo tipo di politica trumpiana. Inoltre, il filo conduttore di questa nuova versione è il mistero che circonda la morte della sorella maggiore di Liz, Rosa (Amber Midthunder, Legion). Pecora nera della famiglia, Rosa ha un passato burrascoso fatto di abuso di stupefacenti e cattiva condotta che saranno la causa della sua prematura scomparsa in un apparente incidente automobilistico.

Ma la vera “rivoluzione” riguarda sicuramente due dei personaggi principali: Alex Manes (Tyler BlackburnPretty Little Liars), pluridecorato veterano della guerra in Iraq e figlio dell’autoritario e intransigente sergente maggiore Jesse Manes (Trevor St. Jones, One life to live) e Michael Guerin, geniale alieno dall’animo tormentato, cresciuto tra una famiglia affidataria e l’altra e per questo più degli altri alla ricerca disperata delle proprie origini. Accomunati da un passato travagliato, Alex e Michael, omosessuale il primo e bisessuale il secondo, legano durante l’ultimo anno di liceo, cominciando una relazione intensa e profonda, seppur ostacolata in tutti i modi dal padre di Alex. La scelta coraggiosa da parte dell’autrice di stravolgere, attualizzare e introdurre due personaggi LGBTQ+ tra i personaggi principali, è proprio un tentativo di inclusione e di apertura verso alcune categorie ancora poco rappresentate nella TV generalista, nonché di sorpassare lo stereotipo televisivo apparentemente ancora duro a morire (e scusate il gioco di parole) del cosiddetto “bury your gays”, vale a dire il destino nefasto per cui tutti i personaggi fittizi LGBTQ+ debbano morire o essere destinati in qualche modo a fare una brutta fine. Tuttavia, l’amore ‘cosmico’  che lega Michael e Alex e la loro relazione Malex 1altalenante sono stati fra le cause principali del forte scetticismo e della fredda accoglienza che questo reboot ha ricevuto da parte dello zoccolo duro del fanbase della serie, per lo meno all’inizio. Michael infatti, sia nei libri che nella serie originale, ha una relazione con Maria, la migliore amica di Liz, relazione che per certi versi è quella più coinvolgente della storia (anche di più di quella tra la stessa Liz e Max, se vogliamo) e pertanto si è guadagnata col tempo un numero notevole e fedelissimo di sostenitori, che ovviamente non ha visto di buon occhio questo stravolgimento di ruoli e di coppie. Ad ogni modo, è bastato l’episodio pilota a far cambiare idea a buona parte dei fedelissimi e a far appassionare una considerevole fetta di pubblico ai Malex – lo ship name ufficiale della coppia –  per lo meno a giudicare dalle interazioni di apprezzamento che intercorrono sulle varie piattaforme social.

Ad ogni modo, seppur avvalendosi di un episodio pilota forte e una buona prima parte, la serie si perde un po’ nella seconda rivelando alcune lacune nella sceneggiatura, con episodi non sempre coerenti tra di loro e trame spesso confuse e con molte ellissi tra le righe, tali da trasmettere la sensazione che in soli tredici episodi si siano volute concentrare e portare a una conclusione troppe storie tutte insieme. L’episodio conclusivo salva il salvabile chiudendo il cerchio, seppur in maniera quasi fin troppo surreale anche per un prodotto sci-fi, lasciando comunque spazio ad una giusta dose di suspance per un’eventuale seconda stagione. Per quanto riguarda i personaggi, quelli annoverati tra i principali sono nove, ma difficilmente si riesce a vederli tutti in un unico episodio e nella loro tridimensionalità e questo, spesso, compromette la logica dell’intero arco narrativo.  Il personaggio più deludente in assoluto è Maria DeLuca (Heather Hemmens, Hellcats) che, seppur inclusa tra i protagonisti, di fatto viene relegata quasi al ruolo di comparsa, con poca presenza scenica e una trama personale debole e per certi versi forzata solo allo scopo di compiacere i vecchi fan. Pertanto, con lo scorrere degli episodi, lo spettatore si imbatte in un personaggio anonimo, senza arte né parte, con poca verve e poco carisma, tutto il contrario di come lo stesso personaggio ci è invece presentato nell’episodio pilota.

Una curiosità: i titoli originali di ciascun episodio sono tutti tratti da titoli di canzoni in voga negli anni Novanta.

Ad aprile, CW ha rinnovato la serie per una seconda stagione che sarà trasmessa nel midseason 2020. Dal 6 settembre è disponibile anche in Italia sui canali Premium Stories e su Sky Italia ed Infinity. Buona visione!

Silvia Bernabei

 

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BrendaWalsh

Utente ItaSa dal 2009, blogger dall'estate 2016. Toglietemi tutto ma non (il trash di) CW. Predilezione per le serie 'teen drama', non disdegno però alcune sit-com (Friends, That's 70s show, TBBT). Serie del cuore (rigorosamente in ordine di apparizione) quelle old school (con le sigle!): Beverly Hills 90210, Streghe, Roswell, Friday Night Lights e naturalmente quel capolavoro di Stranger Things.

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