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Legion – prima stagione: non è mai esistito ingegno senza un po’ di pazzia

Con l’ottavo capitolo si è conclusa la prima stagione di Legion, serie rivelazione di questo inizio 2017.

Era il 14 ottobre 2015 quando venne annunciato che Noah Hawley, già acclamato autore dell’adattamento televisivo di Fargo, avrebbe creato una serie per FX tratta dalle storie a fumetti di David Heller, personaggio con un potenziale enorme, soprattutto per una mente come quella di Hawley. Qualche mese dopo, il network FX annunciò gli attori scelti per i ruoli principali: Dan Stevens, celebre per aver interpretato Matthew Crawley nella serie britannica Downton Abbey, avrebbe vestito i panni del protagonista affiancato da due attrici che Hawley aveva già diretto nella seconda stagione di Fargo: Jean Smart e Rachel Keller. Ma la notizia di casting che aveva più richiamato l’attenzione era quella di Aubrey Plaza, attrice specializzata in deadpan humor che aveva già conquistato i cuori di molti per il suo ruolo nella serie comedy Parks and Recreation.

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Con il primo trailer gli autori avevano già messo in chiaro quale sarebbe stato il tono della serie: folle. Hawley aveva deciso di sfruttare la schizofrenia del personaggio principale e trasportarla nell’intera serie. Nel primo episodio queste intuizioni sono state completamente confermate.

L’articolo contiene spoiler!

Se due anni fa Daredevil aveva dimostrato che le serie televisive sui supereroi potevano elevarsi a diventare dei prodotti di livello, quest’anno Legion ha dimostrato che nel piccolo schermo c’è spazio anche per delle opere che nonostante siano tratte dai fumetti possono essere allo stesso tempo autoriali. In otto episodi la nuova serie FX ha messo in scena un’estetica monumentale e completamente fuori dagli schemi: Hawley e gli altri registi hanno saputo osare e sperimentare con maestria, servendosi delle infinite possibilità della storia per dare vita a decine di scene eccentriche e memorabili, tra le quali rimangono impresse l’intrusione silenziosa nella sede della Divisione 3, il balletto del parassita nella mente di David e praticamente tutte le scene all’interno del piano astrale o dei ricordi del protagonista. Ma, soprattutto, la scena capolavoro della stagione è quella nel settimo episodio, in cui il Re delle Ombre di Aubrey Plaza tiene in ostaggio i protagonisti all’interno del manicomio fittizio e la serie diventa per qualche minuto un film muto e in bianco e nero, con intertitoli che sostituiscono i dialoghi e un bellissimo remix del Boléro di Ravel in sottofondo. È bello notare, comunque, come in questa insania gli autori abbiano voluto mantenere una notevole simmetria e un certo equilibrio nelle immagini, quasi a simulare il contrasto già presente nella storia all’interno della testa del protagonista.

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Ma l’alienazione in Legion non si è fermata solo all’aspetto visivo: la sceneggiatura è stata ugualmente bizzarra e spesso completamente fuori di testa. A volte lo è stata talmente tanto da risultare complicata da seguire per molti spettatori, muovendosi in continuazione, spesso contemporaneamente, fra realtà, fantasia, pensieri, ricordi e piani astrali. Questa follia che caratterizza ogni aspetto della serie è molto utile a rendere originale e imprevedibile la storia e il proseguire degli eventi. E realizzare in modo originale un prodotto di questo genere era assolutamente necessario, in un panorama in cui anche lo stile dell’accoppiata Netflix/Marvel inizia a diventare troppo convenzionale. Puntare sullo stravolgimento dei canoni narrativi, anche quelli meno frequenti, permette di produrre un’opera peculiare ed eccezionale, se confezionata con coerenza e innovazione. E nel caso della serie di Hawley, osare significa andare oltre.

Legion però non è solamente schizofrenia: quasi inaspettatamente, nella stagione sono presenti anche diversi momenti più semplici e “umani”. In questo è centrale il rapporto fra David e Syd e una scena che rimane impressa è quella all’interno dei primi ricordi del protagonista, in cui i poteri della ragazza non funzionano e lei incontra David bambino e può abbracciarlo per la prima volta.

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Tra i molti personaggi presenti, purtroppo non tutti hanno avuto spazio per splendere, ma due in particolare sono riusciti a distinguersi: il protagonista David e il parassita Amahl Farouk, anche chiamato Re delle Ombre.
Interpretare Legione non era certamente un lavoro facile: è un personaggio che a seconda della situazione può essere fragile o forte, normale o folle, ma Dan Stevens ha fatto un ottimo lavoro, riuscendo a impersonare tutte queste sue sfaccettature, aggiungendo anche un significativo carisma che un soggetto come questo rischierebbe di non avere. Il protagonista infatti è risultato un personaggio con cui è facile immedesimarsi, perché ci viene mostrato prima di tutto il suo lato umano e solo in secondo luogo il suo lato da mutante con un potere immane. A questo proposito dispiace che, almeno in questa stagione, la storia si sia allontanata da quella originale in cui David soffre del disturbo di personalità multiple, ognuna delle quali ha uno suo specifico potere. Inizialmente sembrava che Hawley avesse ripreso questa caratteristica, ma poi si scopre che i vari Lenny, Amahl Farouk e Angry Boy erano tutte versioni di un parassita esterno. Rimane da vedere se le varie voci nella testa del protagonista possono in futuro avvicinarsi al potere del David fumettistico.
Il personaggio più memorabile della stagione però è stato senza dubbio il sopracitato parassita, che ha brillato soprattutto grazie alla magistrale performance di Aubrey Plaza. In versione mostro e Angry Boy, il Re delle Ombre è stato sicuramente terrificante, ma è quando ha vestito i panni di Lenny che la serie si è elevata, con Aubrey Plaza che ha rubato continuamente la scena e ha portato con sé una dose di pazzia non indifferente.

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L’episodio che conclude la stagione è forse leggermente al di sotto delle aspettative che Legion aveva creato fino a quel momento: con uno scontro finale e soprattutto una fuga del Re delle Ombre troppo veloci e troppo poco ragionati, a cui poi si aggiungono la cooperazione fra i mutanti e la Divisione 3 che sembra nata dal nulla e una scena post-credit che forse era meglio evitare. Ma una seconda stagione con una collaborazione fra Il Re delle Ombre e il fantastico personaggio di Jemaine Clement promette scintille e fa dimenticare qualsiasi debolezza possa aver avuto questo finale.

È sempre bello quando un’opera molto attesa riesce a ripagare e anche a superare le già alte aspettative. Legion nella sua prima stagione è stata assolutamente straordinaria: una serie TV che stravolge il genere e posiziona l’asticella a un livello che sarà molto difficile da raggiungere. Ora non ci resta che sperare che la seconda stagione arrivi il prima possibile. D’altronde, tutti noi abbiamo bisogno di un pizzico di pazzia nelle nostre vite!

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Luigi Dalena

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Producer pubblicitario. Blogger itasiano dal 2013. Maniaco dell'ordine e dell'organizzazione. Appassionato di videogiochi, tecnologia, astronomia, cinema e soprattutto serie TV. Apprezzo qualsiasi genere, ma ho un debole per sci-fi e fantasy. Una volta guardavo di tutto, ma poi ho lentamente ristretto i miei gusti spostandomi quasi esclusivamente sulle serie britanniche e sulle cable statunitensi. Più sono brevi, meglio è.
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