Innanzi tutto vorrei fare una piccola premessa, in modo che chi decide di leggere questa recensione, sappia a cosa va in contro: io, signori e signore, NON sono obiettiva. Perché A. adoro Supernatural, B. Preferisco Dean a Sam C. ho un debole per gli angeli vestiti da tenente Colombo. Detto questo, passo a recensire/commentare/riassumere la season premiere della quinta stagione di Supernatural.
[CONTIENE SPOILERS]
L’episodio, dal titolo “Symphaty for the Devil” (nota canzone dei grandi Rolling Stones), inizia esattamente dove si era concluso il season finale della quarta stagione, ovvero con Castiel che sta per avere un incontro del terzo tipo con l'arcangelo che protegge il profeta Chuck, Sam e Dean in un convento abbandonato, Lilith e Ruby morte stecchite (finalmente!) e Lucifero che sta per risorgere. In un momento del genere, chiunque se la sarebbe subito data a gambe, cosa che in effetti Dean voleva fare (perché, a differenza di quel che si pensa, è lui quello intelligente tra i due). Ma no! Sam è voluto rimanere un altro po’, per vedere come andava a finire, giusto il tempo di essere fatti in mille pezzettini dall’oramai sempre più imminente ascesa del Signore delle Tenebre. Quando i due decidono finalmente di darsi una mossa, le porte del convento si sprangano e sembra essere la fine per i Winchester. Ma i nostri eroi non possono morire (cioè, possono, tanto poi li riportano indietro con qualche “bidibi bodibi bu”) e quindi vengono teletrasportati, non si sa da chi e non si sa come, su un aereo che sta sorvolando esattamente il punto dove si trova il convento (mandarli giusto un po’ più in là era complicato?).
L’energia scatenata dalla risurrezione di Lucifero è talmente dirompente, che l’aereo dei due rischia di schiantarsi (meno male che non sorvolavano un’isola deserta…). Dopo essere scampati ad un, si presume, atterraggio di fortuna, i due fratelli si ritrovano in macchina e qui inizia il lungo percorso di Sam sulla via del “provo a chiedere scusa, vediamo se mi va di culo”. Dean sa che deve trovare Castiel, perché sente già la sua mancanza… cioè, volevo dire, perché Cass probabilmente sa meglio di loro cosa fare in caso di apocalissi e diavoli sulla terra. I Winchester si recano quindi a casa del profeta Chuck, ma Cass non c’è (in compenso c’è un suo molare). “Cass è morto”, sono le parole di Chuck. Dean, disperato, entra in depressione, ingrassa 40 kg e passa il resto della sua vita a lavorare in una fabbrica di trench. No, scusate, è di nuova la mia fantasia galoppante.. chiedo venia. Dean e Sam non hanno il tempo di rendersi conto che Cass ha veramente ricolorato le pareti della casa di Chuck di un rosso acceso che gli angeli si fanno vivi.
Gli angeli, si, i “dicks”, i “douchebags”, capitanati da “Mr. Faccia di cu*o” Zachary, il quale dice a Dean che adesso è tempo di lavorare assieme per rispedire Lucifero all’inferno, prima che lui entri in possesso del suo “tramite umano” (Lucifero è un angelo e quindi, secondo le regole, anche lui necessita di un abitino di carne per andare in giro). Dean gli scaraventa addosso qualche improperio, lo rimanda da dove è venuto e con SAm va alla ricerca della più schifosa camera di motel della città (perché sapete, se non è lercia e cadente, i Winchester non la prendono) e lì Sam riparte con la storia del “forse se ammetto di essere stato un cazzone, Dean ci mette una pietra sopra”. Ma anche stavolta Dean gli tappa la bocca e suggerisce di comportasi come in qualunque altra caccia, ovvero, cercare l’obiettivo e distruggerlo… peccato che questa volta l’obiettivo sia Lucifero, un po’ di sale e qualche formula in latino non basteranno. Ci vorrà ben altro per fermare il Diavolo, ovvero, l’arcangelo Michael e la sua celeberrima spada.
Ma la spada non si trova, a quanto pare quei geniacci degli angeli se la sono persa (ne facessere UNA giusta…). E’ il messaggio che Chuck fa avere ai ragazzi, tramite Becky, una fan dei libri di Supernatural… beh, fan è riduttivo.
Becky è una supermegaingrifata fan slash, ovvero una di quelle fan che si divertono a scrivere fan fictions slash, tipo Sam/Dean, insieme (si, proprio in quel senso). Ennesima strizzata d’occhio da parte degli sceneggiatori di Supernatural a quello che è il vero mondo dei Supernatural’s fans (un riferimento agli slash fans era già stato fatto nella 4×18 – The monster at the end of this book). I ragazzi decidono allora di contattare il sempre utile Bobby, per cercare di scoprire dove sia finita questa spada. Bobby si reca da loro ma, oops, è posseduto! Siccome le demons-bitch non devono mai mancare in Supernatural, ecco il ritorno di Meg, che ordina a Bobby di uccidere Dean.
Bobby riesce a sconfiggere il demone che lo possiede e, pugnalandosi allo stomaco, lo uccide. Dean e Sam, dopo aver portato Bobby al pronto soccorso, si recano dove pensano sia la spada di Michael e incontrano di nuovo Zac & Co. Anche loro sono lì per la spada di Michael e Zac tende a precisare che ce l’hanno proprio di fronte. La spada di Michael infatti è Dean. Dean Winchester, un normalissimo ragazzo del Kansas (beh, atrocemente bello, ma pur sempre normale), è in realtà il mezzo con il quale Michael potrà tornare sulla terra e uccidere Lucifero. Naturalmente Dean non ne vuole sentire di fare da contenitore all’arcangelo e Zac cerca di convincerlo con metodi ben poco ortodossi.
E’ a quel punto che, armato di “pugnale ammazza angeli”, Castiel si mostra. A quanto pare, dall’ultima volta che è venuto alle mani, Cass ha preso lezioni di Tae Know Do, perché questa volta si fa valere. Come ha fatto a tornare in vita? E come hanno fatto i Winchester a scampare alla resurrezione di Lucifero? Queste domande, anzi, la probabile risposta alle suddette, mette la strizza a Zac, che prende baracca e burattini e se ne va. I Winchester tornano da Bobby, che fortunatamente non c’ha rimesso la pelle e fuori dall’ospedale i due hanno un faccia a faccia, durante il quale, finalmente, Dean dice a Sam cosa prova riguardo al tradimento del fratello. E’ tutto cambiato, non tornerà mai come prima, non c’è modo di metterci una pietra sopra e lui non potrà più fidarsi di Sam… straziante, ma sacrosanto.
Ma in tutto questo, dove sta Lucifero? E’ alle costole del suo “involucro umano”. Un uomo di nome Nick, al quale sono stati uccisi moglie e figlio. Nick è un uomo distrutto dal dolore e quando Lucifero gli si mostra, con le sembianze della sua defunta moglie Sarah, lui lo ascolta. Lucifero gli promette vendetta, gli promette che quel Dio che ha permesso che sua moglie e suo figlio venissero brutalmente uccisi, non la passerà liscia. Nick, straziato dal dolore e dal desiderio di giustizia, accetta di diventare il tramite umano di Lucifero.
Questo, in sintesi (ma mica tanto…) è quello che è successo in questa season premiere di Supernatural.
Cosa mi è piaciuto: ho adorato Chuck e la sua comicità. Ho adorato anche Becky e il modo in cui gli sceneggiatori di Supernatural inseriscano riferimenti al fandom della serie e alle tendenze dei fans a far accoppiare i suoi protagonisti maschili. Mi è piaciuto Dean, che tiene testa a Zachary, senza piegarsi, nemmeno di fronte alla morte. Ho amato il ritorno di Castiel, che finalmente ha scelto definitivamente la parte dalla quale schierarsi e ha tirato fuori gli attributi. Ed ho amato Bobby, perché quell’uomo è un mito ed è veramente il padre che i ragazzi non hanno avuto.
Cosa non mi è piaciuto: le continue scuse di Sam per quello che ha fatto. E’ vero, in una situazione del genere, ti viene da chiedere scusa, ma non puoi pretendere che ti venga perdonato tutto o che tuo fratello si fidi ancora di te. La nuova Meg, atroce, letteralmente insopportabile, quasi fastidiosa all’udito. La possessione di Bobby. Lui è un profondo conoscitore dell’occulto, un cacciatore esperto, mi è sembrato assurdo che si facesse possedere con tanta facilità. La riabilitazione di Sam, troppo veloce (ma qualcosa mi dice che l’argomento non è chiuso).
In sintesi, questa season premiere mi è piaciuta molto. Non è stata all’altezza della season premiere della scorsa stagione, ma quella è veramente difficile da eguagliare. In fans di Supernatural possono essere orgogliosi del loro show preferito, perché in cinque anni si è evoluto tantissimo, diventando uno show più maturo e interessante, senza perdere mai quel tocco ironico e leggero che ha sempre avuto sin dagli inizi.
Come vi ho detto, non sono una blogger obiettiva e sicuramente molti di voi non condivideranno le mie idee. Prendete questa recensione/commento/riassunto per quello che è: il pensiero di una fan.
BabyJenks
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