Con il successo di The Walking Dead e la nuova Z Nation, gli zombie sono ancora popolari in televisione. Dunque mi sono detto: “perché non indirizzare i lettori verso una serie sugli zombie che sia effettivamente ben fatta?”
Benvenuti ad un nuovo appuntamento con questa rubrica, ItaSA torna a consigliarvi una serie televisiva meritevole che purtroppo ha poca fama: in questo articolo si parla di Dead Set.
Creata da Charlie Brooker, autore di Black Mirror e della già presente in questa rubrica A Touch of Cloth, Dead Set è un’acclamata miniserie horror britannica trasmessa su E4 nel 2008.
Big Brother ain’t watching us
Ambientata quasi interamente all’interno della casa e degli studios del Grande Fratello britannico, la storia narra le vicende di un gruppo di persone che assiste a un’epidemia zombie che raggiunge l’edificio, portando caos e morte. Con la “casa” del famoso reality rimasta come unico rifugio, il produttore, una delle sue assistenti e qualche concorrente cercheranno di sopravvivere e di resistere agli attacchi esterni ed interni.
Questa serie è un pochino più conosciuta rispetto a quelle presenti in rubrica fino ad oggi, ma ho notato che qui su ItaSA se ne parla molto poco, nonostante siano anche stati fatti i sottotitoli. Procediamo quindi ai cinque motivi per recuperare Dead Set.
1) LA SCENEGGIATURA
Uno dei maggiori pregi di questa serie è senza dubbio la sceneggiatura. Come detto ad inizio articolo, Dead Set ha una storia incentrata sugli zombie che è effettivamente scritta bene, come non se ne sono più viste in televisione. La trama non segue lo scoppio dell’epidemia, ma segue comunque l’introduzione di questa epidemia al gruppo di protagonisti. Questo permette anche di vedere i vari protagonisti in situazioni diverse, scoprire ciò che sta succedendo (specialmente i concorrenti del reality che, essendo rinchiusi all’interno della casa, per un po’ di tempo rimangono ignari degli eventi esterni). La sceneggiatura inoltre riesce particolarmente bene a mostrare situazioni odierne trasformarsi in situazioni disperate e caotiche. Dal punto di vista dell’originalità, Dead Set sta nel mezzo: si rifà a molti film capostipiti del genere zombie e di certo non si risparmia qualche cliché, ma allo stesso tempo riesce a distinguersi da tutti i prodotti recenti.
2) IL REALISMO
Un ulteriore particolare elemento che rende la sceneggiatura così ben scritta è il realismo con cui vengono rappresentate le varie situazioni e le varie reazioni dei personaggi. La storia riesce anche a inscenare frangenti e comportamenti che solitamente non vengono proposti su schermo. Da questo punto di vista risalta soprattutto il pragmatismo, l’egoismo e la cattiveria di certi personaggi.
3) LA CRITICA SOCIALE
Elemento che, in un modo o nell’altro, è sempre presente nelle opere di Brooker e in Dead Set è forse l’elemento portante. È chiaro fin dalle premesse che l’obiettivo dello sceneggiatore non è solo quello di raccontare una storia, la genialità di ambientare un’epidemia zombie all’interno di un reality si commenta da sola. Dead Set utilizza la satira per sottolineare quanto sia malato il mondo in questione, dalla stupidità di molti concorrenti alla devozione irrazionale dei fan, passando per l’egoismo e il menefreghismo della produzione.
Per rendere il tutto più vicino alla realtà, Brooker ha utilizzato come attori secondari alcune persone provenienti dalla vera versione britannica del Grande Fratello, una su tutti la presentatrice.
4) LA REGIA
Anche l’aspetto tecnico della serie non è da trascurare. La regia in particolare si presenta molto curata e ricercata. Il regista riesce a creare molte scene che mostrano un perfetto bilanciamento tra il mondo conseguente all’apocalisse zombie e il mondo in cui l’epidemia non è ancora arrivata. Nei momenti più intensi della vicenda, viene ottimamente simulato il caos della situazione, particolare che viene poi messo in risalto anche dalla scelta musicale. Ed infine è resa molto bene anche la rappresentazione della devastazione e della buia desolazione esterna all’edificio in cui si svolge buona parte della storia.
5) LA DURATA
Come al solito, la durata delle serie consigliate in queste rubrica è molto breve. Questa non fa eccezione. Dead Set è infatti una miniserie composta in totale da cinque episodi, di cui il primo dura quarantacinque minuti, i restanti quattro solamente venticinque. In totale saranno quindi meno di tre ore.
Spero che il mio proposito iniziale di indirizzare qualche lettore verso questa miniserie abbia avuto successo. Se volete recuperarla trovate i sottotitoli qui su ItaSA a questo indirizzo (essendo piuttosto datati, è presente qualche imperfezione, ma nulla di grave). Al prossimo appuntamento della rubrica!
Luigi Dalena
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