Cinema

Aspettando gli Oscar 2015: Boyhood

Boyhood di Richard Linklater, girato nell’arco di 12 anni, non è soltanto un bellissimo film, ma un’opera d’arte che solleva numerosi interrogativi sul mezzo cinematografico e sulla società contemporanea.

Il film candidato a sei Oscar di Richard Linklater apre la rubrica in edizione limitata che da oggi fino al 22 febbraio si occupererà di recensire tutte le pellicole in corsa per Miglior Film.

Boyhood-LA TRAMA:

Il film segue la vita del giovane Mason, dai sei anni, quando frequenta la scuola elementare, fino ai diciotto anni, quando entra al college, e racconta il rapporto con i genitori divorziati, i traslochi, le nuove scuole, i matrimoni falliti della madre, il rapporto conflittuale con la sorella Samantha, la nuova relazione del padre, seguendo anche l’evoluzione degli oggetti d’uso quotidiano, tecnologici e non, e i cambiamenti culturali, sociali e politici negli anni della sua maturazione.

LA PRODUZIONE:
Regia: Richard Linklater
Cast: Ellar Coltrane, Ethan Hawke, Patricia Arquette
Tutte le nomination di Boyhood agli Oscar 2015:
  • Nomination Miglior film a Richard Linklater
  • Nomination Migliore regia a Richard Linklater
  • Nomination Miglior attore non protagonista a Ethan Hawke
  • Nomination Miglior attrice non protagonista a Patricia Arquette
  • Nomination Migliore sceneggiatura originale a Richard Linklater
  • Nomination Miglior montaggio a Sandra Adair

LA CRITICA:

richard-linklater-ellar-coltrane-boyhoodNel 2002 il regista Richard Linklater decide di voler girare un film riguardante il passaggio dall’adolescenza al mondo di adulto di un giovane ragazzo del Texas. Una storia semplice, comune, che di straordinario ha il metodo con il quale viene raccontata. Il regista decide infatti di seguire l’andare del tempo, aspettando la crescita naturale del giovane protagonista, scrivendo e adattando la sceneggiatura nel corso dei 12 anni fisiologicamente necessari alla crescita dei personaggi. Il risultato di questo ambizioso progetto è Boyhood che in tre ore riassume i 12 anni nei quali è stato realizzato. Linklater ha il pregio di non dare al film un’impronta documentaristica, né nella sceneggiatura né nella regia. La realtà viene piegata al volere del regista, che la rimodella in una narrazione cinematografica che amplifica l’emotività dei protagonisti. Questo lavoro di contenimento e adattamento della realtà in cinema è il vero punto di forza di Boyhood. Decidendo di girare il film in 12 anni, Linklater riesce a catturare su pellicola lo scorrere del tempo, con tutta la sua forza emotiva. Vedere il protagonista crescere di fronte ai nostri occhi e condividere con lui le sue esperienze sapendo che il tempo per lui è realmente passato, dona alla sceneggiatura una forza senza pari. Lo spettatore rimane rapito e commosso, avverte il peso degli anni sulle spalle dei personaggi, si riconosce nelle loro gioie e dolori. La storia che viene raccontata è per questo così fortemente empatica per lo spettatore. Intelligentemente, il regista poi ha deciso di inserire nei vari punti del film dei chiari riferimenti culturali riguardanti quello specifico anno. tv-spot-for-richard-linklaters-boyhoodDall’esplosione del pop punk di inizio 2000 con i Blink 182, passando per l’arrivo delle nuove console di videogiochi, fino agli avvenimenti di politica. Lo spettatore si sente così ancora più a suo agio e coinvolto emotivamente. Un’operazione sul rappresentare la realtà che ricorda quegli elementi del cinema moderno che teorizzò André Bazin negli anni 60. Oltre alla sua particolare estetica cinematografica, Boyhood è sorretto dalle performance di due attori “famosi”, Ethan Hawke e Patricia Arquette, entrambi nominati giustamente agli Oscar. Entrambi riescono a inserirsi nell’ambizioso piano di Linklater, riuscendo a mantenere e ad evolvere nel corso dei 12 anni proprio come se fossero i veri genitori del bambino, anch’esso opera di finzione, che vediamo sullo schermo. Boyhood è un’opera significativa non soltanto perché è un ottimo film, ma perché rinnova il modo di fare cinema. Dimostra che il cinema ha ancora la capacità (e il dovere) di commentare e catturare una realtà spesso troppo concentrata sul presente.

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Jacopo Msn

Jacopo Mascolini, laureato al DAMS di Roma e su ItasaBlog dal 2014, sta studiando alla Scuola Holden di Torino per diventare uno sceneggiatore di serie TV.
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