Black Mirror

Black Mirror – Men Against Fire: noi e loro

In Men Against Fire, Black Mirror esplora il campo militare!

L’articolo contiene spoiler!

Fire - top 2

Non c’è onore qui, solo omicidi.

La teoria dell’identità sociale, anche conosciuta come “Ingroups and outgroups” o più volgarmente “Noi e loro”, è un modello sociologico che spiega come la semplice appartenenza a un gruppo crei nella persona media un pre-giudizio e degli sfavoritismi verso chiunque non appartenga al suo stesso gruppo. È questo il concetto su cui si basa Men Against Fire, il quinto episodio della terza stagione di Black Mirror.

La prima parte della puntata serve solamente a prepararci per le rivelazioni che verranno successivamente. Ci viene presentato il futuro di questa storia, in cui una piaga sta disturbando il benessere della società: delle creature umanoidi che vengono chiamate senza vergogna Scarafaggi e vengono ampiamente disprezzate e odiate dalla maggior parte delle persone normali, perché ritenute piene di malattie e platealmente inferiori. I pochi che hanno il coraggio di aiutarli vengono immediatamente categorizzati come stupidi, con problemi di mente, o semplicemente fanatici. E il compito del gruppo di militari di cui fa parte il protagonista sembra proprio quello di eradicare la piaga, uccidendo queste creature senza pietà. I cosiddetti Scarafaggi però hanno iniziato a trovare il modo di contrattaccare, costruendo un device che permette di disattivare il Mass, una tecnologia che viene impiantata negli occhi dei soldati come aiuto militare.

La perdita del Mass permette al protagonista di comprendere cosa stia realmente succedendo: gli Scarafaggi non sono dei mostri, ma sono esseri umani che stanno venendo cacciati perché geneticamente portatori di alte percentuali di malattie, quoziente intellettivo sotto la media, tendenze criminali e devianze sessuali, e di conseguenza la loro riproduzione è considerata pericolosa per il futuro benessere della società. Il Mass è uno strumento creato per mascherare l’apparenza, la voce e gli odori di queste persone e farle passare per mostri, in modo da aiutare i militari a non sentire rimorso. Ed ecco che un episodio di Black Mirror iniziato un po’ debolmente rivela tutta la sua potenza narrativa, di quella su cui si potrebbero scrivere libri interi.

Fire - secondo

Nei confronti di questa vicenda esistono tre punti di vista diversi che vale la pena considerare: quello dei soldati semplici, che vedono dei mostri e li considerano nemici; quello della gente del posto, che non sa cosa sia il Mass e disprezza gli Scarafaggi solamente perché così gli è stato detto; e quello delle persone che sono a conoscenza del Mass, che basano le loro azioni sulla giustificazione della genetica.

I soldati attaccano e sterminano gli Scarafaggi solo perché li identificano come nemici, ed è certamente facile farlo quando queste persone hanno sembianze poco umane. Ma perché è così facile? Da quello che abbiamo visto nell’episodio, queste persone vengono cacciate senza essere interpellate e con ben poche capacità di contrattaccare, e si ritrovano a doversi difendere con poche speranze. Davvero basta la diversità dell’aspetto a creare un così forte astio nei confronti di un altro essere? Non conosciamo le situazione degli altri soldati, ma nel caso del protagonista, sì, evidentemente basta questo. Nel momento in cui gli viene mostrato ciò che ha realmente fatto alle due persone, vediamo Stripe disperarsi per gli atti compiuti. Ma cos’è cambiato rispetto a quando quegli atti li ha effettivamente compiuti? Solo l’aspetto. Sia prima che dopo sapeva che quelle creature/persone erano portatori di malattie e dunque pericolosi per la società. Ma, secondo lui, se questi assomigliano a dei mostri allora la loro morte non crea rimorsi, se invece assomigliano a lui, allora si entra nella disperazione per quello che si è fatto. E qui si vede tutta la grandezza nella capacità di Black Mirror di rappresentare indirettamente la follia già presente nella nostra realtà: il pensiero dei soldati in questa storia è solamente il passo successivo di quello che già avviene ed è avvenuto in una larga parte della nostra storia bellica. Il nemico è di un colore diverso, o appartiene a un’altra nazionalità, o risiede in un territorio che considero mio, e allora merita di morire. Il nemico è diverso e quindi le mie azioni sono giustificate. Anche una semplice differenza, ed ecco che “una specie piuttosto empatica” diventa automaticamente una specie che ritiene uno sterminio qualcosa di cui andare fieri. Ed è questa la base della teoria dell’identità sociale: una banale caratteristica ci porta a creare un pre-giudizio e a sfavorire i membri dei gruppi diversi dal nostro. E nel caso di Stripe, la disumanizzazione degli Scarafaggi basta a posizionare queste persone in un gruppo nemico.

Fire - terzo

La divisione in gruppi è evidente anche nella situazione della gente del posto che invece non vede dei mostri. Loro sono convinti che queste persone siano loro nemici solamente perché così gli è stato detto. Sanno che sono umani, ma dato che sono portatori di malattie meritano di essere uccisi. E questa è una delle particolarità dell’episodio più terrificanti e allo stesso tempo riflettenti della realtà: la capacità di amalgamare il pensiero umano a tal punto da giustificare l’omicidio.

Il punto di vista più interessante, però, è forse quello delle persone che sono a conoscenza del vero effetto del Mass, come il personaggio interpretato da Michael Kelly, perché è quello che fa riflettere maggiormente. Sarebbe stato conveniente per lo sceneggiatore Charlie Brooker ridurre il tutto a una questione di razza, perché in quel modo sarebbe stato facile etichettare queste persone come il cattivo della storia. Invece la questione genetica è molto più ambigua. È semplice e corretto identificare come malvagio chi sceglie liberamente di fare del male a persone innocenti, che non hanno colpe e non hanno avuto scelta per ciò che è presente nel loro DNA. Ma se effettivamente, come sostiene Arquette, il futuro della società dipendesse da questo, se con la presenza di questi geni negativi non si potesse andare davvero più avanti, se fossero state provate tutte le opzioni più umane e queste non avessero funzionato? Potrebbe il fine giustificare i brutali mezzi?

Fire - primo

Ciò che rende Black Mirror un autentico capolavoro è la sua capacità di farci riflettere, e un episodio come Men Against Fire è la perfetta rappresentazione di questa caratteristica. Indifferentemente dalla nostra visione sulle varie questioni che la serie pone, ciò che conta davvero è che esista un’opera come questa che riesce a mettersi in gioco, non servendo come mero intrattenimento ma portando i suoi spettatori a riflettere e discutere su argomenti così importanti.

Luigi Dalena

The following two tabs change content below.

Luigi Dalena

jogi__ sul forum
Producer pubblicitario. Blogger itasiano dal 2013. Maniaco dell'ordine e dell'organizzazione. Appassionato di videogiochi, tecnologia, astronomia, cinema e soprattutto serie TV. Apprezzo qualsiasi genere, ma ho un debole per sci-fi e fantasy. Una volta guardavo di tutto, ma poi ho lentamente ristretto i miei gusti spostandomi quasi esclusivamente sulle serie britanniche e sulle cable statunitensi. Più sono brevi, meglio è.
Torna su