Continuiamo la travolgente carrellata di recensioni dedicate ai giochi da tavolo che potrete provare assieme a noi ai tavoli del Modena Play. La manifestazione che fa felici giocatori grandi e piccini (e bimbiminkia che giocano rumorosamente a Call of Duty disturbando tutti. Tranquilli, hanno avuto la buona creanza di confinarli in un recinto che si confà alla loro natura animale).
Ma bando alle ciance e scopriamo insieme il gioco di questa recensione, fornitoci direttamente da Giochi Uniti, che dimostra ancora una volta quanto i giochi alla tedesca possano sposare qualunque ambientazione con pochissime (se non, in alcuni casi, nulle) variazioni sul tema originale: Star Trek Catan.
Sì, Star Trek. La più veneranda e apprezzata serie Sci-Fi della storia, reginetta di qualunque convention geek del pianeta da quasi cinquant’anni, un classico insomma. Ed è questa il setting per una nuova (alcuni, maligni, potrebbero suggerire “ennesima”) iterazione del celeberrimo “I Coloni di Catan“, il gioco da tavolo che ha rivoluzionato il mercato dei boardgame, che imperversa sui tavoli di milioni di giocatori da vent’anni e che, insomma, è a tutti gli effetti un classico.
Poteva, dunque, l’unione tra i due dare luce a un prodotto meno che godibile? No, è la risposta dei vostri volenterosi recensori. Se però siete già avidi giocatori di SoC, andate direttamente alla sezione TL:DR per leggere le novità di questa versione e le conclusioni!
In Star Trek Catan i giocatori, a capo della propria flotta stellare, competeranno su una mappa esagonale modulare. Ogni esagono contiene un pianeta di cinque diversi colori, ognuno a rappresentare la risorsa che è in grado di produrre (Tritanio, Ossigeno, Dilitio, Cibo e Acqua) e un numero dal 2 al 12 (tranne il 7), che determinerà il momento in cui il pianetà produrrà. I giocatori dovranno costruire navi, avamposti e basi stellari per poter produrre maggiori quantità delle cinque risorse utili per costruire ulteriori unità e per comprare carte sviluppo, che garantiranno punti vittoria, boost alla produzione e l’intervento della flotta stellare per scacciare il temibile incrociatore Klingon.
All’inizio della partita, i giocatori piazzano a turno due avamposti all’incrocio di due gruppi di tre esagoni, cercando di controllare la maggior varietà di risorse e, allo stesso tempo, di trovare spazio (ahah) per potersi sviluppare durante la partita; poi posizionano due navi, che serviranno durante il gioco per raggiungere nuovi settori di spazio e per collegare nuovi avamposti. Dopodiché, il gioco inizia.
Durante il proprio turno, il giocatore dovrà per prima cosa lanciare i due dadi di produzione: il risultato del lancio determinerà quali pianeti avranno prodotto risorse in quel turno e solo i giocatori che avranno un avamposto adiacente al pianeta riceveranno la risorsa relativa. Esatto, “I” giocatori: potrà capitare (e capiterà, questo è il bello del gioco) di ricevere numerose risorse durante il turno degli altri giocatori, e di cominciare il nuovo turno con un bel mazzetto di prodotti, pronti per essere trasformati nella vostra micidiale flotta stellare.
Attenzione, però, perché lo spazio è pieno di pericoli: all’apparire del numero 7 farà il suo ingresso in gioco l’Incrociatore Klingon, che seminerà panico e distruzione tra le fila dei giocatori. Questo simpatico birbante ruberà metà delle carte risorsa a tutti i giocatori con più di sette carte in mano, e poi dovrà essere piazzato, dal giocatore di turno, su un esagono produttivo; da quel momento, quell’esagono è considerato inattivo e non produrrà nulla finché un giocatore non userà la sua carta “flotta stellare” per riposizionarlo… O finchè non uscirà un nuovo sette. E uscirà. Sempre. Soprattutto quando sarete a un passo dal realizzare quell’avamposto che tanto vi serve.
Finita la fase di produzione, scatta quella di commercio: potrete scambiare le vostre risorse con altri giocatori (ah, quante risate con la celebre gag del “sheep for wood” del gioco originale! Talmente celebre da sbarcare su The Big Bang Theory) oppure, a patto di averci costruito un avamposto, con le basi commerciali presenti sul bordo della mappa, che consentono di scambiare risorse con rapporto 3:1 o 2:1.
Infine è il turno della fase di costruzione, dove si sacrificano risorse per realizzare nuove strutture o navi, seguendo alcune semplici regole: i nuovi avamposti possono sorgere su “incroci” distanti almeno due spazi da un avamposto esistente, e per raggiungere tali incroci avrete bisogno di creare una “strada” di navi ininterrotta da una vostra base preesistente. Questo, ovviamente, porterà in pochi turni a una vera e propria “corsa agli armamenti”, con giocatori che cercheranno di raggiungere le posizioni più proficue tagliandosi la strada a vicenda con le navi. Infine, pagando un prezzo salato, sarà possibile migliorare i propri avamposti in Basi Stellari: queste, oltre a valere più punti vittoria, produrranno due risorse a turno al posto di una, regalandovi un netto vantaggio in termini di economia e capacità produttiva.
Il gioco si conclude quando un giocatore raggiunge per primo la soglia dei dieci punti vittoria, che si ottengono costruendo strutture (un avamposto vale 1 punto, una base stellare ne vale 2), comprando carte avanzamento o ottenendo i certificati di “rotta commerciale più lunga” o “flotta da battaglia più potente”, che potranno cambiare di mano durante la partita.
(TL:DR) Sì, ok, fin qui è proprio come I Coloni di Catan, ma cosa c’è di nuovo? In effetti non tantissimo, le meccaniche sono familiari (leggi “identiche”) al gioco originale. Tuttavia la versione per Trekkies offre una novità interessante, un mazzo di 10 carte personaggio dai poteri unici che i giocatori potranno usare come bonus “one shot” o decidere di tenerle per godere di un bonus prolungato su più turni. Ovviamente nel mazzo personaggi troverete i vostri beniamini, dal Capitano Kirk al dottor McCoy, passando per personaggi familiari ai fan delle serie più recenti come Next Generation.
Star Trek Catan, pur non raggiungendo vette di eccellenza di altri giochi dedicati a serie TV come Battlestar Galactica o il Trono di Spade, è una godibilissima reiterazione del classico, forte di una produzione di buona qualità (le astronavi su supporto sono qualcosa di meraviglioso, altro che i soliti pezzetti di legno!) e qualche buona idea che aiuta nell’immedesimazione. Un gioco semplice e godibile, purtroppo limitato nel numero di giocatori (da 3 a 4, non esistendo espansioni per più giocatori come per il gioco classico).
Volete creare la Flotta Stellare più potente e darle di santa ragione ai Klingon?
Vi aspettiamo l’11 e il 12 aprile a Modena, nell’area di Game of Series all’interno di PLAY.
Note tecniche
- Anno: 2012
- Dipendenza dalla lingua: media (testo sulle carte sviluppo)
- Giocatori: 3-4
- Età: 8+
- Durata media: 75′
- Per: Trekkies!
- Scatola: Classica, alloggiamenti per gli esagoni mappa, vani per carte
- Pro: veloce, downtime tra turni realtivamente contenuto, meccanica sperimentatissima che scorre liscia come l’olio, regolamento facile e alla portata di tutti, il gioco si spiega in meno di cinque minuti, rigiocabilità discreta, LE ASTRONAVINE DI PLASTICA OMMIODDIO
- Contro: niente di veramente nuovo, mostra un po’ il segno dell’età, livello di alea abbastanza alto (tra carte pescate e tiro di dadi che può, in un turno, distruggere la vostra riserva di risorse e mettere in ginocchio la vostra produzione)
- Pagina su BGG: https://www.boardgamegeek.com/boardgame/117985/star-trek-catan
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