Anche durante il giorno dell’Epifania il blog di ItaSA non smette di sfornare articoli, ed ecco a voi un’altra classifica su quelle che sono state le serie televisive che più hanno colpito noi blogger nel 2014.
La scelta è stata durissima, come non mi capitava da anni. Possiamo tranquillamente ammetterlo: la scorsa annata televisiva è stata miracolosa. Per rendere giustizia a tutte le serie meritevoli (molte delle quali le devo ancora recuperare, mea culpa!) servirebbe stilare una Top 30, ma ci dovremo accontentare di una Top 10. In questo caso, la mia Top 10.
10. Silicon Valley
Ok, probabilmente Silicon Valley nemmeno si meritava di rientrare in una top ten dell’anno, ma sentivo il dovere morale di citarla. Questa nuova creazione della HBO è stata una delle più grandi rivelazioni dell’anno per quanto riguarda le comedy. Composta per ora da soli otto episodi, racconta la nascita e lo sviluppo di PiedPiper (una fittizia applicazione per il riconoscimento e compressione di brani musicali), e la vita dei suoi giovani sviluppatori appena sbarcati nella tanto ambita e temuta “Silicon Valley”. La cosa che rende questa comedy unica è il fatto di avere un’ottima trama orizzontale: ogni puntata si concentra su uno o più problemi che i protagonisti devono risolvere, ma ognuno di questi problemi è la conseguenza delle azioni compiuta nei precedenti episodi. Oltre alle risate, Silicon Valley offre anche un ventaglio di personaggi geniali a cui è impossibile non affezionarsi.
9. Game of Thrones
Le prime tre stagioni della famosa serie fantasy della HBO sono state ottime, ma la quarta (andata in onda lo scorso anno) è stata eccellente. Dieci episodi senza un attimo di respiro, senza una sola puntata sottotono o che non cambi le carte in tavola. Quello che però mi ha convinto ad inserire Game of Thrones nella classifica è l’episodio The Watchers on the Wall, che contiene quella che è con ogni probabilità la più imponente e meglio diretta battaglia della storia della televisione. 40 minuti di pura azione tra sangue, spade, frecce e… àncore ghiacciate. C’è persino spazio per un piano-sequenza di 360° che mostra l’intero Castle Black sotto attacco; se questa non è classe…
8. Halt and Catch Fire
Halt and Catch Fire è riuscita in un’impresa all’apparenza impossibile: competere con i due colossi di casa AMC (mi riferisco ovviamente a Breaking Bad e Mad Men) e non uscirne piegata. Con la sua eleganza nel raccontare la battaglia di Joe MacMillan (Lee Pace) e Gordon Clark (Scoot McNairy) per la creazione del primo computer portatile, ha dato una nuova speranza al canale che, dopo la conclusione di Mad Men nel 2015, rischiava davvero di rimanere senza una serie “mattatrice”. Purtroppo non si può essere così soddisfatti anche degli ascolti, talmente bassi da aver fatto temere una cancellazione (che fortunatamente non c’è stata) imminente.
7. Peaky Blinders
Non poteva certo mancare una menzione alla famiglia Shelby, la più affascinante gang di fuorilegge in tutta Birmingham. La qualità inglese si riconosce fin dal pre-sigla di ogni episodio, accompagnato sempre dal brano Red Right Hand di Nick Cave (che sarà impossibile levarsi dalla testa). Ciò che rende Peaky Blinders una serie differente dalle altre di stampo gangster è il comparto tecnico: fotografia, regia e colonna sonora sono sempre di alto livello per ricreare al meglio l’atmosfera sporca e irrespirabile che coinvolge tutta Birmingham. Insomma, una delle migliori serie inglesi in circolazione.
6. Fargo
Ero il primo ad essere estremamente diffidente dalla serie di Noah Hawley, in quanto i fratelli Coen sono da tempo i miei registi preferiti e temevo di assistere ad un remake di bassa lega dell’omonimo film. Mai in vita mia mi sono sbagliato così tanto. Non solo la serie riesce a ricollegarsi direttamente con il film, ma ne riesce a ricreare alla perfezione le atmosfere continuando ad avere una sua precisa identità. Aggiungiamoci inoltre una fotografia e una colonna sonora che più azzeccate non potrebbero essere, ed ecco una delle migliori serie dell’anno. La escludo dalla Top 5 solo per colpa del finale: troppo affrettato e slegato dal resto della stagione, non mi ha soddisfatto pienamente.
5. Person of Interest
Iniziata nel 2011 come quello che sembrava essere un normale procedurale, Person of Interest nel tempo si è trasformata ed è migliorata sempre di più, culminando nel 2014 con la sua terza magnifica stagione. Si tratta senza dubbio della stagione più cupa finora, con picchi di sofferenza emotiva davvero alti per essere una serie della CBS. Delle decine di storyline aperte, numerose vengono riprese, legate tra di loro e concluse nel migliore dei modi; un enorme applauso va al trittico di episodi riguardo il cosiddetto “HR” (nel quale è presente la puntata The Crossing, avente uno dei finali più belli che io ricordi di aver mai visto) e al season finale, Deus Ex Machina, talmente convincente e ben realizzato da sembrare un finale di serie.
4. The Knick
Un’altra novità dello scorso anno, racconta la vita dei lavoratori del “Knick”, uno degli ospedali più poveri della New York di inizio ‘900. E proprio i dipendenti dell’ospedale sono il fiore all’occhiello della serie: metà di essi sono dei tossici, ubriaconi, manipolatori, ladri, doppiogiochisti e razzisti, gente con cui normalmente non vorremmo nemmeno parlare; eppure sono tutti così ben scritti, coerenti (sia con il loro carattere che con l’epoca in cui vivono) e ben interpretati, che non si può non empatizzare con loro. Il comparto tecnico non è da meno: la cura in campo registico e fotografico (a cura di Steven Soderbergh) ha pochissimi eguali in televisione, regalandoci ogni volta un’esperienza visiva di rara intensità. A tale riguardo vale la pena citare il settimo episodio, Get the Rope, una delle migliori creazioni dell’intero 2014. Per quanto mi riguarda ci troviamo di fronte ad una dei migliori medical-drama di sempre, sperando che si rimanga su simili livelli in futuro.
3. True Detective
La novità più discussa e apprezzata dell’intero anno è senza dubbio True Detective, nuovo capostipite della HBO. Con la sua prima stagione ci ha trasportati nelle sporche e desolate terre della Louisiana per cercare la verità dietro ad un inspiegabile omicidio. Tra colpi di scena, le grandiose interpretazioni dei protagonisti (grazie ai fenomenali Woody Harrelson e Matthew McConaughey), lunghi discorsi filosofici (che molti hanno criticato, e che invece sono il motivo per il quale io ho davvero amato la serie), l’alternanza continua di più piani temporali e il più complesso piano-sequenza che la televisione abbia visto finora (orchestrato in poco più di un giorno dal regista Cary Fukunaga), ci sono molti motivi per elogiare la serie. Una posizione del podio se la merita.
2. House of Cards
Il premio per la serie più elegante dell’anno va però a House of Cards. Ogni aspetto della serie è calibrato per rendere al meglio l’atmosfera tesa, formale e cupa dei piani alti di Washington. Non c’è un solo dialogo, una sola inquadratura o movimento degli attori che non faccia percepire un senso di imponenza ed eleganza opprimente. Sul piano narrativo quest’anno abbiamo avuto la vera esplosione: nella prima stagione Frank Underwood (interpretato dall’immenso Kevin Spacey) aveva combattuto sindacalisti, giornalisti e nascenti politici, mentre in questa seconda stagione sono iniziati i veri giochi di potere con le sfere più alte della politica, e la guerra di Frank non è mai stata così subdola e pericolosa. Geniale soprattutto l’idea di presentare praticamente tutti gli antagonisti nel primissimo episodio, così da spendere il resto stagione a fronteggiarli contemporaneamente.
1. Black Mirror
Concordo con il mio collega jogi__ sulla prima posizione, Black Mirror ci offre “il finale di stagione nel primo episodio” e si piazza in cima alla classifica. In linea con le scorse puntate antologiche, anche questa volta si parla dell’evoluzione del (o forse è meglio dire di “involuzione”) rapporto uomo-tecnologia e di rapporti umani in un futuro in cui la tecnologia offre molte più possibilità di quelle attuali. White Christmas è bianco e candido solo nel titolo, perché il senso di disturbo e malessere tipico della serie non manca minimamente e, anzi, raggiunge picchi mai visti prima d’ora. Il suo finale può essere tranquillamente citato in una lista dei momenti più strazianti e crudeli della storia della televisione.
Charlie Brooker, sceneggiatore dell’episodio e showrunner della serie, vince la coppa d’oro dimostrando di avere ancora numerosi assi nella manica da usare.
Questa era la mia classifica. Se avete critiche sulla lista o suggerimenti da darmi sulle serie uscite lo scorso anno, non fatevi problemi a scrivermi nei commenti. Le classifiche dei blogger non sono finite, ne avrete ancora numerose da leggere nei prossimi giorni! Detto questo vi auguro un felice 2015, sperando che sia un’annata ottima come è stata quella del 2014.
Alessandro
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