Si è conclusa oggi su HBO Max la prima stagione di Made for Love: ecco la nostra recensione senza spoiler!
TRAMA E INFORMAZIONI
La serie ha per protagonista Cristin Milioti (How I Met Your Mother, Fargo) nei panni di Hazel Green che riesce, dopo 10 anni, a fuggire dalla prigione dorata creata dal marito Byron Gogol, guru del settore hi-tech e maniaco del controllo interpretato da Billy Magnussen (Tell Me a Story, Maniac). Prigione dorata che raggiunge l’apice quando Byron decide di impiantare nel cervello dell’ignara moglie un chip sperimentale, il “Made for Love” del titolo, che gli permetta non solo di rintracciarla, ma anche di vedere e sentire tramite lei e persino monitorare i suoi stati d’animo e sentimenti. Dopo diverse peripezie Hazel trova rifugio nella casa del padre Herbert, interpretato da Ray Romano (Get Shorty, Everybody Loves Raymond), alle prese con una relazione “poco convenzionale”, potremmo dire; da lì inizia la sua avventura per cercare di liberarsi definitivamente dal controllo del marito.
Creata da Patrick Somerville (Maniac, The Leftovers), Christina Lee (Wet Hot American Summer: First Day of Camp, Wet Hot American Summer: Ten Years Later) e dai coniugi di scrittorə Dean Bakopoulos e Alissa Nutting sulla base del di lei romanzo omonimo, è composta da 8 episodi da circa 30 minuti rilasciati su HBO Max in modalità di semi-binge: 3 episodi l’1 aprile, altri 3 la settimana successiva e gli ultimi 2 la settimana dopo.
IMPRESSIONI SULLA STAGIONE
Presentata come dark comedy, di comedy ha in realtà ben poco: le risate si contano sulle dita di una mano, e sono per lo più risate amare date dall’assurdità, in senso negativo, di alcune situazioni. La serie invece affronta moltissime critiche sociali: dall’abuso e l’invadenza della tecnologia nella nostra vita alla complessità delle relazioni tossiche di qualunque genere, dalla sperimentazione animale al modo in cui viviamo la società di oggi. Temi però che meriterebbero maggiore approfondimento, mentre invece questo calderone non permette di andare oltre la semplice (e un po’ pigra, oserei dire) presentazione senza dare grandi stimoli al pubblico sulle importanti riflessioni che ne potrebbero, e forse dovrebbero, scaturire. Anche la vena vagamente leggera rimane un’insipida via di mezzo: si prende troppo sul serio per essere ironica o sarcastica, ma non abbastanza per i temi che cerca di affrontare.
Poco da dire anche sul lato tecnico: regia e scenografia senza guizzi particolari e i dialoghi risultano spesso telefonati, mentre sul lato della recitazione abbiamo da una parte la Milioti che se la cavicchia e Magnussen e Romano a cui toccano dei personaggi troppo piatti da poter valutare, e dall’altra il resto del cast praticamente non pervenuto. Tranne Diane e Zelda, a mani basse le perfomance migliori in assoluto (lascio a voi scoprire chi siano)!
IL TRAILER
Se volete darle una possibilità, ecco qui il trailer di presentazione:
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NathanDrake83
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