Uno degli anime più acclamati mai realizzati, nonché quello con maggior guadagni di tutti i tempi, quarto maggior incasso cinematografico della storia del Giappone e fenomeno di massa persino in Italia. Non potevamo non dedicare un articolo all’ultima fatica di Makoto Shinkai: Your Name.
Ovunque tu possa essere nel mondo…
Verrò a cercarti e ti troverò.
L’articolo contiene parziali spoiler SOLO sulla prima metà di film.
LA TRAMA
La storia inizia a Itomori, una cittadina della periferia di Tokyo, dove abita la studentessa Mitsuha. La ragazza vive con la sorella minore e la nonna, e suo padre è il sindaco della città. Mitsuha conduce un’esistenza piuttosto monotona, tant’è che il suo più grande desiderio sarebbe quello di svegliarsi e scoprire di vivere nella vicina metropoli. A parti inverse, il giovane Taki ha da sempre vissuto nella frenetica capitale del Giappone e desidererebbe ardentemente vivere in una piccola città del paese.
Un giorno il desiderio dei nostri protagonisti si avvera: Taki e Mitsuha si svegliano l’uno nel corpo dell’altra, scoprendo inoltre che ciò accadrà a intervalli regolari di due giorni (nel giorno intermedio riacquisteranno i rispettivi corpi). Il fatto sembra collegarsi all’imminente comparsa di una cometa nei cieli di Tokyo, il cui arrivo è preannunciato dalla stessa Mitsuha. In seguito al passaggio della cometa, però, i due giovani non riescono più a comunicare o scambiarsi di corpo. Taki inizierà così a indagare per trovare Itomori e la ragazza, scoprendo una terribile verità: la cittadina è stata rasa al suolo tre anni prima a causa dell’impatto di una meteora staccatasi dalla cometa; nella catastrofe un terzo degli abitanti ha perso la vita, tra cui la stessa Mitsuha.
In seguito a questa rivelazione Taki si accorge di star dimenticando Mitsuho, come se tutto ciò che avesse vissuto fino ad allora fosse stato un sogno, e decide di “contattarla” nel passato per provare a cambiare il loro destino. O almeno per ricordare il suo nome.
LA SCISSIONE DI YOUR NAME
Ho sempre trovato affascinanti i film che pongono al centro della narrazione una frattura netta (che possa riguardare ritmo, personaggi, trama, ambientazione ecc.), e che fanno di questo squilibrio il loro punto di forza. I primi esempi che mi saltano in mente sono due dei massimi capolavori di Hitchcock: Psycho e La donna che visse due volte. In entrambi i casi la rottura tra la prima e la seconda metà è fondante oltre che evidente, ribalta il senso del discorso fatto fino ad allora per approdare su lidi inaspettati e persino più fertili.
Quello che di sicuro non mi aspettavo era di trovare una simile separazione proprio in Your Name, tanto più che i lavori che conoscevo del regista (5 cm per second e Il giardino delle parole) non presentavano nulla di simile, anzi. Abbiamo così una prima metà spensierata, all’insegna della leggerezza e della speranza, in cui i protagonisti rimediano ai loro errori passati concedendosi nuove possibilità per essere felici. Una sorta di teen romance che potrebbe far storcere il naso (nonostante il montaggio disarticolato faccia intuire potenziali scossoni emotivi). Abbiamo poi una seconda metà funerea, in cui la spensieratezza lascia il posto a un cosmico, sublime terrore. Si assisterà a un susseguirsi di scene struggenti, nelle quali il talento di Shinkai si mostrerà in tutta la sua maestosità.
Si tratta di un film spezzato in due come lo è la focalizzazione, divisa in due personaggi di uguale importanza, che rappresenta a sua volta l’animo diviso dei protagonisti. Incompleti nella loro opprimente routine, essi trovano il loro riscatto emotivo in una storia d’amore ostacolata dall’Universo stesso, al di là del tempo e dello spazio.
MAKOTO SHINKAI E LA SUA POETICA
Ma chi è questo Shinkai? Makoto Shinkai è un animatore e regista giapponese, considerato tra i più importanti autori di anime al mondo (non è difficile imbattersi in articoli che lo definiscono come l’erede artistico del maestro Hayao Miyazaki). Autore indipendente e ribelle, si avvale di uno staff minimo per non dover sacrificare la sua libertà artistica. È anche per questo motivo che finora ha diretto “solo” quattro lungometraggi, un cortometraggio e un mediometraggio: i tempi di lavorazione non sono indifferenti. A questo bisogna unire il gusto maniacale per i dettagli, la composizione del quadro e l’attenzione nell’utilizzo delle tecniche cinematografiche, tra tutte il montaggio che comprime, dilata e ricostruisce a proprio piacimento i tempi della narrazione, per potenziare i suoi film. Ed è così che il regista riesce a rendere le storie più normali delle avventure sublimi, occasioni in cui perdersi con la mente non solo nella trama ma nei personaggi e nei paesaggi mozzafiato (che siano metropoli opprimenti, prati sterminati o villaggi isolati).
Il centro focale della sua poetica può essere definito da due pilastri: la sublimazione della quotidianità, e la ricerca di emozioni nelle situazioni più banali e ordinarie. Le sue opere ruotano attorno a eventi o personaggi incatenati in una routine disumanizzante, che li rinchiude nelle pieghe della società; in alcuni casi le vicende sono incredibilmente realistiche (5 cm per second è un affresco di disillusione romantica come se ne vedono pochi), in altri si tingono di fantascienza e/o fantasy (come in Your Name), tenendo costantemente fissa l’analisi di una condizione a cui un po’ tutti possiamo relazionarci. Questo è evidente in una ricorrente scelta autoriale: la mancanza di un antagonista per definizione, un nemico da sconfiggere per poter essere per sempre felici e contenti. I protagonisti sono semplicemente in balìa di forze esterne incontrollabili, e i peggiori mostri albergano dentro di essi (tra cui la perdita di memoria, la mancanza di amore, l’apatia, l’oblio o una onnipresente entropia dei sentimenti).
In questo film le “nemesi” sono molteplici: il destino, il tempo, la memoria, i processi di rappresentazione della realtà, essenziali per comprendere e immagazzinare ciò che ci accade (da qui l’importanza del nome dei protagonisti), l’evoluzione della società e l’ostilità innata verso il cambiamento. Tutto ciò è incarnato in una meteora. Un corpo che si spoglia di qualsiasi stereotipo (di norma, nel cinema, una stella cadente è il simbolo del sogno, di una rinnovata speranza) per trasformarsi in una macchina di distruzione senza alcuna malvagità intrinseca. Questa nemesi svuotata dall’interno permetterà a tutti i personaggi di mostrarsi per ciò che sono realmente, esprimendo infine la morale di fondo dell’opera.
IL SUCCESSO: MERITATO O IMMERITATO?
Il successo che il film ha avuto a livello globale non è di immediata comprensione, e risulta ancora più sorprendente come si sia ripetuto anche in Italia, a tal punto che dopo la conclusione della programmazione nei cinema (dal 23 al 25 gennaio 2017) è stato distribuito di nuovo in altre due occasioni. Bisogna dare atto a Your Name di avere numerosi punti a favore: ha una trama sorprendente, disegni di una bellezza mozzafiato, una maturità autoriale non indifferente nel trattare certe tematiche, e soprattutto riesce a colpire sia esperti del settore sia giovani non avvezzi al genere.
Per quanto io non trovi che Shinkai si sia ancora imposto come successore di Miyazaki, non per demerito ma per il minor numero di opere e importanti differenze di stile, non posso che consigliare questa perla di rara delicatezza. Un gioiello di anime che prima vi frantumerà il cuore, e poi ve lo restituirà intatto e ripieno di speranza nell’umanità.
Alessandro
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