Il Wall Street Journal ha riportato una notizia molto importante: Apple è intenzionata a entrare nel mercato della produzione di contenuti multimediali. Cosa può comportare questa scelta? Nell’articolo un breve approfondimento.
Secondo le fonti del WSJ, Apple vorrebbe entrare nel mercato stanziando una cifra pari a 1 miliardo di dollari. La stessa identica cifra con cui Amazon ha iniziato a produrre contenuti originali nel 2013. La metà di quanto HBO utilizza per produrre le proprie serie. Un ingresso importante ma di certo non in pompa magna. Infatti Netflix dovrebbe spendere – solo per il 2017 – più di 6 miliardi, mentre Amazon circa 4. Facebook e Youtube dovrebbero produrre nuovi contenuti e non dimentichiamo la presenza di Hulu (piattaforma con prodotto 11.22.63, The Path e The Handmaid’s Tale) e la futura entrata di Disney, la quale nel 2019 avvierà una nuova piattaforma. In più, Netflix, la società che ha sede a Los Gatos, è in procinto di acquisire debito a lungo termine pari a 20 miliardi). Con il debt financing, il colosso di Reed Hastings mira alla maggior produzione di contenuti originali e ad aumentare il numero di iscrizioni che, secondo quanto riporta il L.A. Times, è la principale fonte di guadagno. Non è difficile ipotizzare il perché. Netflix ha raggiunto 104 milioni di abbonati. Ipotizzando 10 dollari ad abbonamento, il ricavo totale ammonterebbe a poco più di 1 miliardo. Rapportato ai dati forniti dalla semestrale (disponibili qui), questa cifra corrisponde a circa il 20% dei revenue totali. La cifra con cui Apple inizierebbe la produzione di contenuti sembrerebbe esigua. È davvero così?
Secondo il Wall Street Journal,
I costi di programmazione variano da 2 milioni (per una comedy) a più di 5 milioni di dollari (per un drama). Per una serie come Game Of Thrones, un episodio può costare anche oltre 10 milioni.
Prendendo per buone queste cifre, significa che la società di Tim Cook può produrre circa dieci show dello stesso rango dello show HBO, idea che è molto vicina a quella di Eddy Cue, Senior Vice President di Apple. Il mercato dei contenuti in streaming, tuttavia, sembra essere già saturo; ci sono molti competitor, non solo Netflix e Amazon. Infatti non bisogna dimenticare i vari servizi di streaming dei canali on demand (come CBS) o via cavo (HBO, Showtime). In presenza di diversificazione di prodotto, la competizione non può avvenire sul prezzo, ma sulla qualità. Apple dovrà riuscire a produrre (o acquistare i diritti) di show di qualità se vorrà sopravvivere, altrimenti dovrà “soccombere” alle dure leggi della concorrenza. In quest’ottica, la cifra di 1 miliardo di dollari sembrerebbe oculatamente ponderata. Una cifra, tuttavia, molto limitata rispetto alle reali potenzialità della società di Cupertino. Infatti tale cifra è solo lo 0,12% della market cap di Apple (NASDAQ) o, se preferite, il 2% dei ricavi generati nel solo secondo trimestre del 2017 (per maggiori approfondimenti, nel link la relazione trimestrale). In ogni caso, chi ne gioverà è senza ombra di dubbio lo spettatore.
Fonti: L.A.Times, Wall Street Journal
Francesco M. Conte
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