Arrow

Arrow: promessa di altro trash

Abbiamo imparato ad amarlo in queste due stagioni: non Oliver Queen, ma tutto il trash che lo circonda.

Certo, quantomeno noi donne dobbiamo convenire con Felicity che vedere il muscoloso, tatuato corpo del nostro “Green Arrow” allenarsi alla sbarra è già di per sè un buon passatempo. Ad ogni modo Arrow, nel tempo, ci sta regalando un sacco di chicche inaspettate.

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Premetto di non aver mai letto il fumetto, quindi sono partita con una visione senza idee pregresse o preconcetti di sorta. Eppure, fin dalle prime puntate, vedere il nostro arciere zompettare allegramente usando gli appigli più improbabili e scagliare frecce letali a uomini armati di bazooka mi ha rapita. Nella prima stagione abbiamo assistito alla nascita della “Arrow Gang” e parallelamente abbiamo visto il giovane e sprovveduto Oliver dell’isola muovere i primi passi verso un futuro da vendicatore mascherato. Giunti alla seconda stagione siamo stati “fidelizzati” al gruppetto dei buoni, che va via via espandendosi, e contestualmente le vicende sull’isola si sono fatte più intricate e coerenti. Personalmente, non posso più fare a meno dell’appuntamento settimanale con i quaranta minuti di trash che mi regala questa serie.

L’ultimo episodio andato in onda, The Promise, è stato preannunciato dal fatidico quanto agognato incontro – con tanto di immancabile sguardo truce – tra i due veri protagonisti dell’isola e, seppure muovendosi nell’ombra, delle vicende di Starling City. Nel tempo abbiamo visto Slade trasformarsi da buon amico che patisce per un amore non corrisposto ad arma letale umana, complice la Mirakuru – che tanto vorrei assumere prima di certe giornate di lavoro. Il perché è comprensibile: quale uomo sano di mente

Sguardo truce

Sguardo truce

avrebbe scelto di salvare la vita alla scialba Sarah piuttosto che all’affascinante Shado, figlia dell’arciere originale? Insomma, i motivi per prendersela non mancavano e lo Slade con la benda sull’occhio è di gran lunga più interessante rispetto alla figura dell’amico sempre in disparte. Ce l’aspettavamo questo incontro, ma è stato magico come un primo appuntamento, reso ancor più magico dalla promessa fatta da Slade a Oliver cinque anni prima: in due parole “Ti farò patire le pene dell’inferno e poi se mi gira ti ammazzerò”. La ciliegina sulla torta? La fatidica promessa viene rivangata nel salire con aria sprezzante su una fighissima macchina sportiva. Lo sciroppo sulla ciliegina? In occasione della sua visita a casa Queen Slade la fa in barba ad Oliver, incredibilmente, piazzandogli telecamere nascoste ovunque, praticamente anche sul palato, senza che lui nutra il benché minimo sospetto al riguardo.

È ovvio, non vediamo l’ora che arrivi lo scontro finale, preannunciato dalla frase di Slade “Not yet, kid”, pronunciata con un punteruolo rompighiaccio alla gola. Vedendo, poi, che fine ha fatto fare al temibile dottor Frankenstein dei poveri (alias fratello di Pacey incattivito – l’avevate riconosciuto?) ci sarà da divertirsi. Tra frecce, acrobazie e Mirakuru il divertimento è assicurato.

Ecco allora che parte il toto Arrow: io punto su Oliver, e voi?

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giuggiu106

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