Nuovo appuntamento della rubrica Aspettando gli Oscar 2015. Oggi parliamo di Birdman, l’ultima fatica di Alejandro González Iñárritu.
LA TRAMA:
Riggan Thomson (Michael Keaton), attore in declino che dopo un folgorante passato nei panni di un glorioso supereroe, spera di rilanciare la sua carriera dirigendo un nuovo, ambizioso spettacolo a Broadway per dimostrare a tutti che non è solo una ex star di Hollywood. Nei giorni che precedono la sera della prima, Riggan deve fare i conti con un ego irriducibile e gli sforzi per salvare la sua famiglia, la carriera e se stesso.
LA PRODUZIONE:
- Regia: Alejandro González Iñárritu
- Sceneggiatura: Alejandro González Iñárritu; Nicolás Giacobone; Alexander Dinelaris; Armando Bo
- Interpreti: Michael Keaton (Riggan Thomson); Edward Norton (Mike Shiner); Emma Stone (Sam Thomson); Naomi Watts (Lesley); Zach Galifianakis (Jake)
- Nominato agli Oscar 2015 nelle categorie: Miglior Film; Miglior Regia (Alejandro González Iñárritu); Miglior Attore Protagonista (Michael Keaton); Miglior attore non protagonista (Edward Norton); Miglior attrice non protagonista (Emma Stone); Migliore sceneggiatura originale (Alejandro González Iñárritu; Nicolás Giacobone; Alexander Dinelaris; Armando Bo); Migliore fotografia (Emmanuel Lubezki); Miglior sonoro; Miglior montaggio sonoro.
LA CRITICA:
“E hai ottenuto quello che volevi da questa vita, nonostante tutto?”. Con questo interrogativo inizia il viaggio jazz, fra sporcizia e camerini di teatro, di Riggan Thomson. “Storie che abbiano un vero significato in relazione al mondo che ci circonda” scriveva Alan Moore a proposito della scrittura, più di vent’anni fa. Plasmare qualcosa che possa parlare, criticare, aggiornare i tempi in cui viene prodotta. Birdman è questo e altro. Un racconto sul teatro, sull’ascesa, discesa e nuova ascesa di un attore hollywoodiano, un bijoux di tecnica e stile. Ma anche e soprattutto l’eterna ricerca di amore (o sarebbe meglio dire di ammirazione) di un uomo qualunque. Che poi, tanto qualunque non è, se si parla di Michael Keaton. Il mitico Keaton. Certo, negli anni si era un po’ perso per strada, fra fallimenti personali e non, ma nessuno qui ha dubitato nemmeno mezzo secondo delle sue capacità attoriali. E finalmente ritorna, per togliersi di dosso quella fastidiosa ruggine che gli aveva appiccicato la critica.
Iñárritu nasce come una delle promesse del cinema moderno, sulla scia dell’onda artistica sud americana, ma non si adagia certo sugli allori. E questa è cosa buona e giusta. Non perde tempo per stravolgere, rivedere e studiare il suo stile, creando qualcosa di nuovo e inedito nella sua filmografia. Dopo le vibrazioni new age di Babel, altro gioiello filmico, stavolta più intimo e piccolo. Un microcosmo di virtuosismi registici che ingannano e incantano. Si colloca perfettamente nei nostri giorni questo Birdman. Nell’era dell’epica innocente del supereroe e della crisi di identità. E quale modo migliore per rappresentare questi due poli, se non sfruttando le infinite capacità della tragicommedia?
Vi lascio con il trailer, buona visione!
lost2010
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