Cinema

Aspettando gli Oscar 2015: Selma

Chiudiamo Aspettando gli Oscar con un altro biopic in corsa per il Miglior Film. Questa volta è la storia di Martin Luther King e della marcia da lui organizzata da Selma a Montgmoery per ottenere il diritto di voto per i nordafricani.

 

SelmaLA TRAMA:

Martin Luther King, a seguito del divieto a una cittadina di Selma di votare a causa del colore della sua pelle, si reca dal presidente americano Johnson per chiedere maggiori diritti per gli afroamericani. La sua richiesta non viene ascoltata e decide così di guidare una marcia da Selma a Montgomery per ottenere il diritto di voto.

 

LA PRODUZIONE:

Regia: Ava DuVernay

Cast: David Oyelowo, Tim Roth, Oprah Winfrey

Candidature agli Oscar:

Nomination Miglior film: Christian Colson, Dede Gardner, Jeremy Kleiner e Oprah Winfrey

Nomination Miglior canzone (Glory): John Stephens e Lonnie Lynn

 

LA CRITICA

SELMA

Selma, rispetto agli altri biopic in corsa per il Miglior Film, può contare su una sceneggiatura più solida, che romanza meglio i fatti e i personaggi realmente esistiti. Il pregio di Selma è nel protagonista, caratterizzato efficacemente, con vita privata e impegno politico equamente bilanciati tra loro. Gli altri biopic candidati agli Oscar non riuscivano a fare altrettanto: emergevano sì tutte le parti della personalità dei loro protagonisti, ma in maniera più superficiale.

Il Martin Luther King che vediamo nel film risulta vero e autentico, perché vengono mostrati solo alcuni aspetti di una figura storica così carismatica e complessa, che vengono così valorizzate maggiormente. Selma pone l’accento sugli avvenimenti politici, mettendo sullo sfondo la vita privata del reverendo King, come il dolce e delicato rapporto con la moglie, costantemente minato dal suo impegno sociale. Il film prende posizione anche nella difficile vicenda che lega il presidente americano Johnson all’FBI. Secondo selmala visione della regista, le due istituzioni americane hanno cercato di sabotare i piani di King, colpendo anche la sua vita privata. Che questo sia quello che accadde realmente o meno, è da lodare il coraggio di Selma nello schierarsi da un lato rispetto a un altro. Il film risulta comunque storicamente accurato e cinematograficamente realistico, merito di una sceneggiatura asciutta e di una regia attenta a non risultare troppo documentaristica. A parte la grandissima somiglianza, colpisce anche l’ottima performance di David Oyelowo nel ruolo di Martin Luther King, toccante e tesa come il clima politico di quegli anni.

Il fatto che Selma abbia ricevuto ingiustamente solo due nomination, per Miglior Film e Miglior Canzone, ha portato a numerose polemiche; prima fra tutte, l’accusa alla giuria dell’Academy di essere razzista e conservatrice. Sì che i membri della giuria sono principalmente uomini bianchi sopra i cinquant’anni, e sì che molti di questi sono repubblicani (ecco spiegato l’amore per un film come American Sniper che ha conquistato tantissime nomination) e che forse non vedono di buon occhio la presa di posizione del film sul rapporto tra Johnson e l’FBI, ma è anche vero che l’anno scorso 12 Anni Schiavo vinse numerosi Oscar, tra cui quello per Miglior Film. Questo dovrebbe fugare ogni dubbio sul possibile razzismo dell’Academy, data la forte presenza di afroamericani in quel film. Rispetto a Selma, però, 12 Anni Schiavo è sicuramente più vicino ai gusti della giuria, meno scomodo dal punto di vista politico e con una sceneggiatura più classica. Esemplificativa la posizione di Ellen DeGeneres, presentatrice della scorsa edizione degli Oscar, sulle poche nomination conquistate da Selma:

Possibilità numero uno: 12 Anni Schiavo vince Miglior Film. Possibilità numero due: siete tutti razzisti.

Cosa ne pensate di Selma? Doveva avere più nomination? Pensate che l’Academy sia razzista o è solo gossip?

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Jacopo Msn

Jacopo Mascolini, laureato al DAMS di Roma e su ItasaBlog dal 2014, sta studiando alla Scuola Holden di Torino per diventare uno sceneggiatore di serie TV.
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