Una comedy neo-noir di HBO con protagonista Jason Schwartzman, come non parlarne?
Benvenuti a un nuovo appuntamento con Back to the Past, la rubrica che vi (ri)presenta le serie cult ormai finite ma mai dimenticate. Quest’oggi vi presentiamo Bored to Death, comedy creata da Jonathan Ames composta da tre stagioni, di otto episodi ciascuna, andate in onda su HBO dal 2009 al 2011.
LA TRAMA
Jonathan (Jason Schwartzman) è uno scrittore di Brooklyn che, dopo un discreto successo del suo primo e unico romanzo, non riesce a trovare buone idee per la stesura del secondo. Come se non bastasse viene lasciato dalla sua ragazza, la quale lo accusa di non darle retta per non aver smesso di bere vino bianco e di fumare erba. In un momento di noia, Jonathan decide di inserire su Craigslist un annuncio in cui offre i suoi servizi da investigatore privato, convinto di essere in grado di svolgere questo lavoro in quanto assiduo lettore di romanzi gialli. Dopo aver risolto il primo caso, il nostro protagonista decide di affiancare questa nuova passione alla sua solita vita da scrittore, aiutato dai suoi due amici, il disegnatore di fumetti Ray (Zach Galifianakis) e il folle editore George (Ted Danson).
IL CAST E I PERSONAGGI
Come avrete notato, il cast si compone di nomi eccellenti.
Primo fra tutti Jason Schwartzman, nipote di Francis Ford Coppola e famoso per essere uno degli attori che più hanno collaborato con il regista Wes Anderson. Schwartzman è spesso ricordato per due particolari film derivanti da questa collaborazione con il regista statunitense: The Darjeeling Limited e Rushmore, nei quali è protagonista. In Bored to Death l’attore calza alla perfezione il ruolo del disagiato newyorkese Jonathan.
Il migliore amico del protagonista è interpretato da Zach Galifianakis, attore comico famoso per il suo ruolo nella trilogia di The Hangover (Una notte da leoni). Nella serie il fumettista fallito e intrappolato in una relazione codipendente Ray, come caratterizzazione non dista molta da altri personaggi interpretati da Galifianakis, ma riesce sempre ad aggiungere quel qualcosa in più nelle scene in cui è protagonista.
Tra i protagonisti a spiccare però è quello interpretato da Ted Danson. Editore di una rivista di moda e dipendente da marijuana, è George, con la sua insana voglia di avventure, il personaggio sul quale sono incentrate buona parte delle scene comiche della serie. Danson, famoso per i suoi ruoli televisivi in Cheers, Becker, CSI, Curb Your Enthusiasm e Damages, che insieme gli sono valsi due vittorie e ben quindici nomination agli Emmy, in Bored to Death riesce ottimamente a rendere memorabile il suo eccentrico personaggio.
Nel corso della serie faranno la loro comparsa anche altri nomi rilevanti, tra cui un cameo di Kevin Bacon nei panni di se stesso, Oliver Platt, Jenny Slate, Patton Oswalt, Kristen Wiig, e Isla Fisher.
LO STILE
Bored to Death enfatizza il classico stile delle comedy HBO: serie leggere, non estremamente divertenti ma, anzi, a tratti drammatiche. Non sono molti infatti i momenti in cui ci si ritrova a ridere, ma la leggerezza della serie lascia sempre un senso di piacevolezza durante la visione. La sua comicità comunque si basa sull’assurdità dei personaggi e delle situazioni che si vanno a creare, raggiungendo il limite del surreale in certi dialoghi e in certe azioni compiute.
Un aspetto che secondo me è uno dei maggior punti di forza, è il fatto che la comedy HBO riprenda molto bene il fascino del neo-noir cinematografico e del giallo letterario, aggiungendoci però degli elementi più leggeri e divertenti.
Tra vegetarianismo, feste, drink di classe, marijuana e fallimenti, la serie riesce anche a raffigurare, e in parte ridicolizzare, lo stile di vita a metà tra l’hipster e lo snob tipico della vita artistica di Brooklyn. A volte l’obiettivo degli autori sembra essere quello di far immedesimare lo spettatore con il protagonista nel suo tentativo di adattarsi all’alta vita newyorkese.
Bored to Death in generale è confezionata in un ottimo mix di buona scrittura, buona recitazione, una giusta dose di comicità e uno stile particolare con rimandi a determinate categorie di persone e determinati generi cinematografici e letterari.
IL SUCCESSO
La comedy HBO non ha mai lasciato il segno nel panorama televisivo. Dal punto di vista della critica la serie ha sempre avuto una discreta accoglienza. Il parere del pubblico ad oggi è abbastanza alto, ma durante la messa in onda gli ascolti sono andati calando, arrivando a una cancellazione da parte dell’HBO dopo la terza stagione. Nonostante l’ultima puntata della serie funzioni bene come finale, l’anno successivo il network ha confermato l’entrata in produzione di un film. Pochi mesi fa, a marzo del 2014, il creatore Jonathan Ames ha dichiarato di aver quasi concluso la sceneggiatura.
In molti l’hanno amata, alcuni non la ritengono all’altezza delle aspettative e il sottoscritto era dell’idea che una serie del genere meritasse un articolo nella nostra rubrica. E voi? L’avete vista o l’avete scoperta solo ora? Fatecelo sapere nei commenti. Se volete recuperarla, trovate ovviamente i sottotitoli su ItaSA, a questo indirizzo. Buona visione!
Per chiudere l’articolo vi lascio la sigla della serie, vincitrice del premio Emmy come miglior design nel 2010, con la musica scritta da Jason Schwartzman in persona.
Luigi Dalena
Ultimi post di Luigi Dalena (vedi tutti)
- Best of 2019: Top 10 migliori serie (di Luigi Dalena) - 31 Dicembre 2019
- Black Mirror è morto e Netflix lo ha ucciso - 10 Novembre 2019
- Best of 2018: Top 10 migliori serie (di Luigi Dalena) - 2 Gennaio 2019