Con questo Back to the Past riscopriamo Lilyhammer, che non è da annali della storia televisiva ma a modo suo è una piccola perla. La serie è una coproduzione norvegese-statuinitense. Andata in onda nel triennio 2012/15, la trovate ancora oggi sul catalogo di Netlfix.
Siamo a Lilyhammer, piccola e quieta cittadina norvegese famosa per aver ospitato le Olimpiadi del 1994. Qui irrompe come un uragano Frank Tagliano (interpretato da Steven Van Zandt), boss newyorkese della mafia italo-americana, che in poco tempo trascina l’intera città in una spirale di malaffare, corruzione e violenza.
L’idea di inserire un uomo violento e completamente incapace di sottostare a qualsiasi regola sociale in un sistema ligio e ordinato come quello norvegese è semplicemente geniale, e rende la serie una dramedy che si prende poco sul serio e che fa dell’ironia il suo tratto caratteristico.
Lilyhammer è un’escalation continua di esagerazioni, paradossi e stereotipi che danno vita a gag esilaranti e battute fulminanti. Però la serie ha anche la capacità e l’astuzia di concedersi qualche momento più serio e riflessivo, necessario a equilibrare una storia che altrimenti risulterebbe, in poco tempo, troppo caricaturale e stucchevole.
“It’s only a dream Silvio”
Padrone indiscusso della scena è Frank Tagliano aka Johnny Henriksen, interpretato dal mitico Steven Van Zandt, famoso per essere il chitarrista e fratello artistico di Bruce Springsteen e per aver interpretato l’iconico Silvio Dante in The Sopranos.
A proposito di Steve e The Sopranos, sapevate che David Chase, ancor prima di Ray Liotta e James Gandolfini, aveva pensato proprio a Little Steven per la parte di Tony Soprano? Furono gli altri produttori e la direzione HBO a volere un attore con una maggiore esperienza.
Steven sembra nato per interpretare questa parte: esagerata, plateale e quasi barocca. Fatta di tanta mimica facciale e gesticolazioni, gli si cuce letteralmente addosso, anche perché è chiaramente un’estensione del personaggio di Silvio Dante. Non solo il suo protagonista, ma l’intera serie è legata fortemente a The Sopranos. I richiami e gli omaggi al capolavoro di Chase sono tanti e per nulla velati, anzi Lilyhammer ci gioca e se la ride, e fa ridere noi di gusto su questo. Tra l’altro, hanno preso parte alla serie altre facce note del cast dei Soprano: Tony Sirico che interpretava Paulie Gualtieri e Maureen Van Zandt, moglie di Steven, che interpretava Gabriella Dante.
La rimanente parte del cast è composta per lo più da attori norvegesi, tra i quali spiccano senza dubbio Trond Fausa Aurvag (Torger Lien, braccio destro di Frank) e Fridtjov Saheim (nei panni di Jan Johansen, che incarna la falsità del modello norvegese e forse il personaggio più complesso di tutti). Fanno alcune apparizioni anche volti più noti al grande pubblico, come Kristofer Hivju, famoso per aver interpretato il bruto Tormund in Game of Thrones e Paul Kaye noto anche lui per aver preso parte a GoT nei panni di Toros di Myr. Ma soprattutto è una chicca imperdibile la partecipazione di Bruce Springsteen che veste i panni del fratello di Frank.
A proposito di Bruce e Steven, lo sapevate che stavano progettando di far entrare il Boss nel cast dei Soprano? Avrebbe dovuto interpretare il fratello di Silvio arrivato dalla Calabria e che non sapeva spiccicare mezza parola in inglese, per nostra sfortuna la cosa non andò in porto.
La narrazione della serie è spedita e sempre frizzante. I ritmi sono alti, ma gli scrittori si dimostrano capaci di cambiare registro quando serve per dare armonia al tutto. Il risultato è che i minuti volano e pure le risate, però allo stesso tempo ci si affeziona ai personaggi e alle ambientazioni, perennemente innevate e magiche. La piccola cittadina diventa familiare; nonostante le temperature a Lilyhammer siano sempre intorno allo zero, la serie risulta molto accogliente e calda, per questo la si ama facilmente.
Oltre che per i personaggi iconici e strampalati, i ritmi forsennati e la dirompente ironia, un altro motivo per guardare Lilyhammer è sicuramente la cura che è stata messa nella colonna sonora. A diversi brani leggendari del Boss (come Born to Run) e di altri cantanti noti come Warren Zaffon, (Send Lawyers Guns and Money) si aggiungono brani di band scandinave, che li eseguono live di volta in volta all’interno del Flamingo, il night club di Frank. Tutto ciò da un vero tocco di classe alla serie e crea un’atmosfera molto affascinante.
L’unico problema della serie TV in questione è che è finita troppo presto e contro natura. Venne cancellata da Netflix e i tentativi di NKR1 (altro detentore dei diritti) di piazzarla su un’altra rete furono vani. Tutto sommato però, la serie ha un finale abbastanza chiuso, anche perché non ha una narrazione che si basa sul compimento di una missione o la risoluzione di misteri, ma racconta, a modo suo, la quotidianità e la vita di un determinato tipo di personaggi. Quindi non abbiate paura di cominciarla, non rimarrete con un groppo allo stomaco. Certo un po’ di amarezza rimane, i personaggi potevano ancora dire tanto, e personalmente la trovo quel tipo di serie che sarebbe potuta andare avanti anche per dieci anni raccontando le sgangherate avventure di Frank & soci.
Vale comunque la pena recuperarla, sono certa vi conquisterà. E grazie alle sue ambientazioni perennemente innevate e alle atmosfere confortevoli e sicure è la serie perfetta per questo periodo dell’anno.
nincadoro
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