Recensioni

Back to the Past: The Twilight Zone

Stai per entrare in un’altra dimensione, vasta come lo spazio e infinita come il tempo. Si trova tra la luce e l’ombra, tra la scienza e la superstizione, e giace tra le profondità delle paure umane e la sommità delle sue conoscenze. Questa è la dimensione dell’immaginazione. È un’area che chiamiamo “The Twilight Zone”.

Queste le brillanti e evocative parole con cui si aprono le puntate della prima stagione di questarod-serling-intro-01 acclamata serie TV. Creata nel 1959 da Rod Serling che, stanco dei meccanismi narrativi classici della televisione, decise di creare una serie tutta sua dove poter sperimentare più liberamente. Nasce quindi The Twilight Zone, serie antologica di fantascienza i cui singoli episodi sono staccati l’uno dall’altro. Ad accomunarli sono le tematiche, che toccano le paure ancestrali dell’uomo (la paura di rimanere solo, la perdita dell’identità e tanti altri) e la critica a una società sempre più vittima delle sue stesse tecnologie e sempre meno attenta ai sentimenti. La serie venne ben accolta dalla critica ma non fu un immediato successo di pubblico. Solamente dopo i primi quattro episodi, fortunatamente, raggiunse un numero di spettatori elevato che gli ha permesso di avere il supporto degli sponsor pubblicitari e quindi di continuare.

La prima stagione è composta da ben 34 episodi, tutti scritti dal trio Rod Serling, Charles Beaumont e Richard Matheson, che si occuperanno di quasi tutti gli episodi di The Twilight Zone nei cinque anni in cui la serie è andata originariamente in onda.

Tra i tanti episodi, i più celebrati sono Time Enough at Last, The Monsters Are Due on Maple Street, Walking Distance e The After Hours, tutti scritti da Rod Serling.

Recensire un episodio rovinerebbe a molti l’esperienza di guardare The Twilight Zone, che è un lento calarsi nella mente umana, tra sorprese e veri e propri shock. Bisogna parlare invece della importanza storica che ha avuto questa serie. Nonostante rientri ancora in un modo di fare televisione “classica”, dove la struttura narrativa dominante è quella dei singoli episodi autoconclusivi al posto della trama multi-episodio tipica dei serial, The Twilight Zone ha introdotto l’estetica cinematografica nella televisione.

Dalla metà degli anni Cinquanta del secolo scorso avevano iniziato ad apparire le prime serie “artistiche”13, cioè non improntate soltanto al fine commerciale di vendere qualche prodotto come le soap opera. Per quanto The Twilight Zone segua uno stile di riprese classico e ancora legato alla tradizione teatrale, brilla per una scrittura che ancora oggi risulta fresca e convincente e per l’uso sporadico dell’osservatore invisibile, tecnica di ripresa e montaggio legata in origine solo alle avanguardie dove la ripresa diventa “l’occhio del protagonista”.

Molte delle serie di oggi probabilmente non ci sarebbero state senza The Twilight Zone, che ha dimostrato che è possibile fare arte e intrattenere anche attraverso la televisione.

Recuperate appena potete questa serie, entrerete in una dimensione ai confini della realtà dove tutto è possibile e dalla quale non riuscirete più ad uscire.

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Jacopo Msn

Jacopo Mascolini, laureato al DAMS di Roma e su ItasaBlog dal 2014, sta studiando alla Scuola Holden di Torino per diventare uno sceneggiatore di serie TV.
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