Classifiche

Best of 2015: la Top 10 di Franz94

Dopo le varie abbuffate di Natale e Capodanno è necessario staccare la spina, magari rilassandosi un po’. Quale modo migliore per rilassarsi se non leggere la top 10 di noi blogger? Quella che vi appresterete a leggere è una classifica delle serie del 2015 che ho visto e che ho apprezzato. Ci saranno sicuramente esclusioni eccellenti, quasi sicuramente, perché non avrò visto tale serie o perché non mi è piaciuta. Del resto, de gustibus non disputandum est. Piccolo disclaimer: nelle recensioni ho cercato di essere il meno spoileroso possibile. Tuttavia, per spiegare alcune cose, gli spoiler sono stati inevitabili. Per evitare problemi, di fianco al nome ho aggiunto “-spoiler” per indicare la presenza di spoiler. Sono per lo più piccole cose. Non sono spoiler rilevanti, tranne per il secondo posto della mia personale classifica dove la lettura è sconsigliata a chi non abbia visto il season finale.

Dopo questa breve introduzione, vi presento la mia top 10!

 

10. Marvel’s Agents of Shield

Agents of ShielsUna piacevole sorpresa. Guardando la prima stagione l’ho sempre considerata un “guilty pleasure”, ma con il passare del tempo la serie ha raggiunto un suo status nel panorama televisivo. Con la terza stagione, o meglio con la prima parte, la serie ha quasi raggiunto in termini di ambientazioni e trama le sorelle che vanno in onda su Netflix. Non una puntata inutile, tutte belle e ricche di colpi di scena. 4,722 Hours e Maveth sicuramente gli episodi più belli e più adrenalinici. Clark Gregg si conferma un attore molto esperto, mentre Iain De Caestecker è sicuramente una conferma. Un plauso anche al network ABC che con la programmazione un po’ bizzarra ha pienamente indovinato il metodo per promuovere la visione della serie. La serie ritornerà in onda il giorno 8 marzo.

 

9. Better Call Saulspoiler

Better call SaulLo spin-off di Breaking Bad non poteva non essere in questa lista. Probabilmente vi starete chiedendo perché in una simile posizione. La serie, con un Bob Odenkirk straordinario, ha dalla sua un cast eccezionale e un lato tecnico unico. Con i minuti finali, sulle note del noto riff di Smoke on the Water, la creazione del tanto acclamato Vince Gilligan mi ha decisamente conquistato. Tuttavia l’ho trovata un po’ debole sul lato della trama, forse perché il rinnovo per la seconda stagione è arrivato immediatamente. Ritornerà in onda il 15 febbraio.

 

8. Game of Thrones – spoiler

Game of Thrones - HardhomeEra da tempo che non vedevo una stagione di GoT come questa. La quinta stagione è, per me, ai livelli della prima stagione. Quasi tutte le storie sono state gestite molto bene. Con il “quasi” mi riferisco chiaramente a tutto ciò che concerne Dorne e il re Tommen. Alcune storyline sono state velocizzate fin troppo (ogni riferimento a Stannis Baratheon è chiaramente voluto), ma ciò che in questa stagione ha brillato è stata sicuramente la parte dei Guardiani della Notte. L’episodio Hardhome è il più bello che abbia mai visto e gli scontri sono stati gestiti alla perfezione. Si tratta del genere di momenti che Game of Thrones ci ha abituato a riservare per il nono episodio, e invece quest’anno occupa la seconda metà di una puntata che vola alto e che si posiziona senza difficoltà in cima a quelle della quinta stagione. Anche gli episodi successivi hanno riservato colpi di scena d’importanza rilevante, ma comunque un gradino sotto l’ottavo episodio. Con la quinta stagione la serie ha raggiunto i libri, esaurendo quindi il materiale a disposizione del duo D.B. Weiss e David BenioffGeorge R.R. Martin ha già detto che la serie conterrà spoiler del libro The Winds of Winter, il sesto libro della saga non ancora pubblicato. Vi è tanta curiosità, ma anche paura. I rimpianti di ciò che Game of Thrones poteva essere e non è diventato possono superare le sorprese che la serie ci riserverà. Ritornerà in onda per la sesta stagione verso aprile.

 

7. True Detective

Rachel McAdams e Colin FarrellNon c’è niente da fare, a me la seconda stagione è piaciuta. Certo non siamo ai livelli della fantastica prima stagione, tuttavia Nic Pizzolatto ha dato vita a una storia, seppur completamente diversa, davvero coinvolgente. Il trio Colin Farrell, Rachel McAdams e Taylor Kitsch ha funzionato. La stagione, tuttavia, presenta alti e bassi, momenti di tensione mixati a momenti troppo lenti e pensosi. La sceneggiatura si è fatta intensa e ha appesantito la narrazione e le interpretazioni degli attori. Quello maggiormente coinvolto da questo è il personaggio interpretato da Vince Vaughn, che mi è sembrato un po’ debole sotto tutti i punti di vista. Ray Velcoro e Ani Bezzerides mi hanno, invece, davvero impressionato. La chimica tra i due era molto forte e credo che anche gli spettatori se ne siano accorti. Soltanto Velcoro poteva concepire una frase come “we get the world we deserve”: il mondo che ci meritiamo è un mondo dove la corruzione trionfa e non c’è spazio per la giustizia. Come ho cercato di spiegare nel mio primo articolo (un po’ di autocitazionismo non ha mai fatto male a nessuno), la seconda stagione bisogna maratonarla; solo così si ha un senso di chiusura che a una prima visione manca. Sento già le pietre che mi state scagliando perché probabilmente non concorderete con me, ma è giusto che sia così. Il mondo è bello perché è vario. Attualmente nulla si sa sulla possibile terza stagione.

 

6. Marvel’s Daredevil e Marvel’s Jessica Jones

Jessica Jones - latoNello stilare la top 10 ero molto indeciso su quale delle due serie del progetto Defenders inserire. Riflettendo su quale delle due mi fosse piaciuta di più mi son reso conto che mi piacciono allo stesso modo. Daredevil è la serie che i vari Arrow di turno vorrebbero essere. Una serie violenta, cruda, cupa e ben recitata, con un protagonista, Charlie Cox, perfetto per il Protettore di Hell’s Kitchen; e un Vincent D’Onofrio nato per interpretare Wilson Fisk, meglio conosciuto nel mondo fumettistico come Kingpin. Per molti l’ex-aequo sarebbe ingiusto nei confronti di Daredevil, tuttavia è ingiusto non parlare di David Tennant per la sua prova in Jessica Jones. Se il villain di una serie diventa il tuo personaggio preferito, vuol dire che l’attore ha fatto il suo lavoro. Kilgrave regge praticamente la serie da solo. Sembra quasi che i poteri del villain rompano la quarta parete, in quanto il carisma del personaggio cattura soprattutto lo spettatore. Non fraintendetemi, Krysten Ritter sembra una copia in carne e ossa dell’eroina (pun intended) Marvel come anche l’attore Mike Colter che interpreta Luke Cage, ma il vero protagonista della serie è l’attore scozzese. Diffidate da chi definisce David Tennant un palo della luce. Questo epiteto riservatelo ad altri attori. Il binomio Marvel-Netflix sembra funzionare e la fiducia nel progetto Defenders è aumentata. Daredevil ritornerà per una seconda stagione quest’anno. Nulla si sa, invece, per Jessica Jones.

 

5. The Americans

The-Americans-Season-3-600x330La terza stagione, per me, è la definitiva consacrazione della serie. Mi ricordo quando per descrivere la serie si diceva “è un Homeland ambientato nella Guerra Fredda”. Nulla di più sbagliato. The Americans è una serie di una lentezza quasi morbosa, seppur utile nell’approfondire come vive realmente una spia. La forza di questa serie sono i personaggi e come questi si approcciano al mondo. Non sono macchine, ma normali esseri umani capaci di soffrire, gioire e amare. In questo, Matthew Rhys e Keri Russell sono bravissimi. Gli eventi della storia li coinvolgono con un climax sempre crescente fino ad arrivare alla rivelazione finale. Tale rivelazione non avviene come un fulmine a ciel sereno, ma tutta la stagione vi viene costruita sopra. Non si fugge dalla verità, bisogna affrontarla e inevitabilmente si uscirà sconfitti dallo scontro. L’ultima scena della stagione, raccontata in maniera egregia da talpa10 in un suo articolo, è la chiusura di un arco narrativo e l’apertura di un altro, un vero e proprio spartiacque. Il 1983 è un anno molto importante per la Guerra Fredda. Non solo Ronald Reagan ha pronunciato il famoso discorso sull’Impero del Male, ma vi è stata anche l’esercitazione NATO Able Archer. Esercitazione che ha quasi fatto scattare la guerra nucleare (piccolo consiglio, guardate la serie tedesca Deutschland 83 se volete approfondire). Per gli sviluppi futuri della serie vi sono tante possibilità. Sono comunque fiducioso. Joe Weisberg ha esperienza diretta del mondo dello spionaggio (è infatti ex agente CIA). Questo è estremamente utile al successo di The Americans. Conferisce più credibilità e più realismo. I dettagli operativi, come ad esempio i dead-drops, sono estremamente credibili. La quarta stagione andrà in onda a marzo. The Americans meriterebbe qualche posto più in avanti, se non avessi visto le serie seguenti.

 

4. House of Cards – spoiler

house-of-cards2Take a step back. Look at the bigger picture. That’s how you devour a whale. One bite at a time.

La frase pronunciata da Frank Underwood (Kevin Spacey) nella prima stagione la si può definire come ciò che guida il prode Frank nella presidenza degli States. Se nelle precedenti stagioni Underwood era molto più crudele, qui scopre il fardello di quella sedia nello Studio Ovale. FU eredita una situazione molto difficile. Tantissimi disoccupati e un’economia stagnante. Ciò porta all’annuncio del programma AmericaWorks, un programma politico, anzi fantapolitico, che mira alla piena occupazione, come Keynes insegna, ma con metodi poco ortodossi.

The country needs and unless I mistake its temper the country demands bold persistent experimentation. It is common sense to take a method and try it If it fails admit it frankly and try another. But above all try something.

-Franklin Delano Roosevelt

Questa è la stagione di House of Cards in cui Frank Underwood si rivolge di meno a noi spettatori oltrepassando la quarta parete. Lo fa in pochi casi, tutti memorabili, come ad esempio quando prega in chiesa. Può essere interpretato come un segno di insicurezza, ma io lo interpreto come una presa di responsabilità da parte del Presidente. Sa che in quella posizione è arrivato con il suo ingegno, con le sue macchinazioni. Ora non può più ottenere potere, quindi si confida meno. Lo fa perché non ha più bisogno di far vedere quanto è bravo e intelligente. Ha ottenuto il suo obiettivo e trascura tutti coloro che lo hanno aiutato. In questa sottospecie di damnatio memoriae vengono coinvolti prima il suo assistente Doug Stamper (Michael Kelly) e infine sua moglie Claire (Robin Wright), vista e usata solo per ottenere consensi. La stagione è sicuramente più debole delle precedenti (anche se qui si parte bene, anzi benissimo) ma la serie Netflix ha raggiunto un suo status nel panorama televisivo e le sono concessi dei piccoli ribassi. La quarta stagione andrà in onda a marzo e l’attesa si fa spasmodica.

 

3. Narcos

NarcosQuando ho letto che Netflix avrebbe realizzato una serie su Pablo Escobar ero felicissimo. Quel poco che avevo intravisto del personaggio era in Entourage, dove Vincent Chase (Adrian Grenier) interpretava Don Pablo nel film Medellín. Questa è comunque un’altra storia. Narcos viene narrata con la voce fuoricampo di Boyd Holbrook che interpreta Steve Murphy, un agente della DEA che decide, dopo un tragico evento, di combattere il cancro alla radice. Il cancro era Escobar (Wagner Moura), la radice la Colombia. La storia viene narrata con uno stile tipico del film Quei Bravi Ragazzi di Martin Scorsese o, usando un esempio più recente, come Max Payne. Ritroviamo anche Pedro Pascal nei panni di Javier Peña, amico e collaboratore di Murphy. A prima vista sembrerebbe che la storia voglia esaltare le gesta della DEA e quindi proporre l’ennesima americanata, ma vi sbagliereste di grosso. Il vero protagonista della storia è Escobar. Quello interpretato da Moura è un personaggio con due facce: da una parte c’è l’uomo, quello che ama sua moglie, suo cugino e suo figlio, dall’altra c’è l’Escobar che tutti conoscono, quello che all’apice della sua carriera controllava circa l’80% del traffico della cocaina. Una mente criminale sopraffina con un ossessivo bisogno di affermazione pubblica. Moura ha dato vita a un’interpretazione degna di una considerazione per gli Emmy. I dialoghi sono prevalentemente in lingua spagnola. Questa è una scelta che apprezzo, in quanto conferisce più realismo alla serie. Inoltre, si vuole dare un’idea delle difficoltà della squadra di polizia che doveva rintracciare dialoghi in lingua straniera e a volte trattare con gli stessi nemici attraverso delle traduzioni simultanee. La serie è stata rinnovata per una seconda stagione, nulla si sa tuttavia sulla messa in onda.

 

2. Fargospoiler

fargo-season-2-castAlla posizione numero due troviamo la seconda stagione della serie prodotta dai fratelli Coen e creata da Noah Hawley. Dico subito una cosa che probabilmente sarà un’eresia: a me la seconda stagione è piaciuta più della prima. Con questa seconda stagione gli autori di Fargo hanno deciso di raccontare eventi molto precedenti a quelli del primo ciclo di episodi, lasciando che le connessioni fossero create da alcuni personaggi (come i Solverson) o da alcuni elementi sparsi lungo tutta la stagione. Il bello di Fargo è che mi fa credere che sia ancora possibile fare serie basandosi prima sulla caratterizzazione dei personaggi e successivamente creare la storia adatta ad essi. Noi siamo spettatori delle azioni dei protagonisti. Vediamo la loro fragilità e la loro impotenza, come anche il loro punto di vista. Famiglia, onore, reputazione, potere, speranza per un futuro migliore. Per me la bellezza della stagione la si può racchiudere in una scena del season finale Palindrome. Betsy (Cristin Milioti), malata di cancro, fa un sogno bellissimo. Vede sua figlia crescere, in compagnia del padre (un straordinario Patrick Wilson) come in quei video “La vita in un minuto” (mancava in effetti solo Everyday di Carly Comando) fino ad arrivare ai giorni nostri dove Allison Tolman e Colin Hanks riprendono i personaggi della prima stagione. Tuttavia questo sogno bellissimo è minacciato da un unico uomo, un diavolo, l’incarnazione del male che si trova in ogni essere umano, il sorcerer of death’s construction: l’indiano Hanzee (Zahn McClarnon) avvolto nelle fiamme.

And then i saw chaos

A questo punto parte War Pigs dei Black Sabbath. Per un amante della musica rock questa è una chiara lettera d’amore. Avevo la pelle d’oca. La scena è stata resa benissimo ed è stato questo il momento in cui ho capito che Fargo si era ulteriormente superato. Tornando a un contesto più generale, la serie ha un cast straordinario. Oltre ai già citati, vi troviamo anche Kirsten Dunst (davvero convincente), Jesse Plemons, Jean Smart, e Ted Danson. Un cast che ha dato vita a una stagione stupenda, seppur imperfetta nel suo complesso con dei picchi di “genialità” unici nel panorama televisivo. Per una recensione più approfondita leggete l’articolo di Lola23. La serie è stata rinnovata per una terza stagione, probabilmente andrà in onda nel 2017.

 

1. Show Me a Hero

Show me a heroDulcis in fundo, ecco la mia serie preferita del 2015. Il nome è dovuto a una frase di F. Scott Fitzgerald:

Show me a hero and I’ll write you a tragedy.

La serie, scritta da David Simon, tratta la storia dal punto di vista di Nick Wasicsko (interpretato da Oscar Isaac): la sua rapida ascesa in politica, che lo ha spinto a diventare il più giovane sindaco di una grande città degli USA, e la sua altrettanto rapida caduta. Siamo a Yonkers, nello stato di New York, ci troviamo tra gli anni Ottanta e i Novanta e nella prima scena vediamo un trentenne con baffi e sguardo gonfio di disillusione guardare l’orizzonte, seduto sopra la tomba del padre in un cimitero silenzioso. Qualche minuto dopo vediamo lo stesso uomo muoversi con una certa fiducia nell’aula consiliare. Già nei primi minuti si intravede la personalità di Nick Wasicisko. Persona che vuole apparire forte al pubblico, ma che dentro di sé è una persona con tantissime insicurezze. Quando David Simon decide di scrivere qualcosa è perché vuole comunicare qualcosa. Con Show Me a Hero vuole mostrare come negli USA (ma anche nel resto del mondo) sia rimasta intatta una ferita provocata dall’odio razziale che si pensava fosse stata superata. Considerando i fatti accaduti a Ferguson, Baltimora o anche le infelici frasi dette dal candidato repubblicano Donald Trump, la serie assume un realismo unico. Un ulteriore punto a favore è dato dalla colonna sonora. Le canzoni di Bruce Springsteen come Hungry Heart, Brilliant Disguise, Tenth Avenue Freeze-Out e Secret Garden si sposano perfettamente con la serie. Non nascondo che la serie sia una pugnalata dritta al cuore. Ci sono momenti toccanti, anzi di più. Momenti in cui le lacrime scorrono sul viso e non si sa neanche perché. Non ci si può rifugiare nell’alibi “è una storia fittizia”. Show me a Hero è un racconto di una storia realmente accaduta. Nella visione ho pensato che non tutti i personaggi fossero veri, ma i titoli di coda mi hanno dato il colpo di grazia. Tutti i personaggi narrati sono realmente esistiti e alcuni vivono ancora. Nel vedere le storie e pensare che ci sono state persone che hanno subito questo, mi si è stretto il cuore. Tra i protagonisti troviamo attori del calibro di Winona Ryder, Jim Belushi e Alfred Molina oltre al già citato Oscar Isaac. Per una recensione più completa, ecco un articolo sempre del buon talpa10.

 

Spero che vi sia piaciuta la mia top 10, fatemelo sapere nei commenti! Chiaramente ci saranno delle esclusioni eccellenti, non guardo tutte le serie del mondo. Tenete sempre d’occhio la pagina del blog, altre sorprese sono in arrivo! Un saluto a tutti i lettori, a risentirci.

Francesco M. Conte

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Francesco M. Conte

Studente di Economia e Finanza (quella brutta e cattiva) e credo nel potere delle lobby. Ho scoperto Italiansubs grazie a Chuck, la mia prima vera serie televisiva. Appassionato di sport, cinema e serie TV. Adoro i drama, più lenti e contorti sono meglio è. Venero Quentin Tarantino, Martin Scorsese e Kevin Spacey.
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