La scoppiettante sesta stagione che si è da poco conclusa e la notizia che per la settima si dovrà attendere un po’ più del solito sono due delle componenti che hanno contribuito ad aumentare l’hype attorno a uno dei panel già tra i più attesi del Comic-Con 2016: quello dedicato a Game of Thrones.
La “tavola rotonda” di quest’anno, moderata dall’attore Rob McElhenney, ha ospitato i produttori David Benioff e D.B. Weiss, l’acclamato regista dei due epici episodi conclusivi della sesta stagione, Miguel Sapochnik, e i protagonisti dello show John Bradley (Samwell Tarly), Liam Cunningham (Davos Seaworth), Nathalie Emmanuel (Missandei), Conleth Hill (Varys), Faye Marsay (Orfana), Kristian Nairn (Hodor), Iwan Rheon (Ramsay Bolton), Sophie Turner (Sansa Stark) e Isaac Hempstead-Wright (Bran Stark).
Prima di iniziare a vedere i punti salienti del panel, scopriamo i due video che sono stati presentati all’evento: il primo – che potete trovare a questo link – è un dietro le quinte della serie, visto nella prospettiva della preparazione della settima stagione; l’altro, come spesso ci hanno abituato al Comic-Con, è il video dei bloopers degli ultimi 10 episodi andati in onda.
Veniamo ora al dunque, agli spunti interessanti emersi dalle domande che moderatore e spettatori hanno posto a D&D, al regista interpellato e agli attori. Premettendo che, come spiegato da Benioff, si sono tutti presentati sul palco dopo che Sophie Turner li ha costretti a bere della vodka, lo stesso produttore ha confermato che la grande questione del nome Hodor è tutta farina del sacco dello scrittore della saga, George R. R. Martin, e che loro ne sono a conoscenza da tre o quattro anni. Restando sul rapporto tra i libri di Martin e lo show a cura di D&D, Benioff ha dichiarato che il loro desiderio è quello di ricreare e restare fedeli alla visione di Martin, anche se è ormai chiaro che i prossimi libri dell’autore saranno in alcune parti divergenti dalla serie.
La parola passa quindi ai due morti eccellenti di questa stagione: Iwan Rheon, schernito da Sophie Turner, motiva le azioni del suo Ramsay Bolton quali dettate dal desiderio di “essere accettato, amato e riconosciuto dal padre”; un emozionatissimo e al limite della commozione Kristian Nairn ha invece spiegato che non si aspettava di scatenare tutte quelle reazioni ed emozioni portando in scena la morte di Hodor.
Citando il moderatore McElhenney, “passando dall’emozionale al sanguinolento in pieno stile Game of Thrones” Sapochnik ha parlato dei due magnifici episodi Battle of the Bastards e The Winds of Winter. Due episodi più cinematografici che televisivi, certo, ma che hanno dovuto confrontarsi con i limiti di budget classici di una produzione per il piccolo schermo; i problemi principali, al riguardo, sono stati la presenza di pochi cavalli e i corpi a disposizione per ricreare la pila di cadaveri che si vede nell’episodio 9: ne sono stati usati solo 257. In ogni caso, le ispirazioni storiche per ricreare quella Battaglia sono state la Battaglia di Azincourt e quella di Canne. Venendo alla sua assenza nel prossimo ciclo ridotto di episodi, subito notata e fatta notare sin dal momento della diramazione dei nomi dei registi per la settima stagione, Sapochnik ha detto che spera di tornare per la stagione successiva, la numero 8.
A Liam Cunningham, invece, non poteva che venire chiesto della morte di Shireen: l’interprete del Cavaliere delle Cipolle ha raccontato di come sia rimasto sconvolto dalla morte della piccola Baratheon e di come si sia sentito in colpa quando, dopo aver regalato il cervo intagliato nel legno – che nello show apparteneva alla sua “figlia surrogata” – alla vera figlia (presente tra il pubblico in sala), l’abbia incoraggiata a guardare l’episodio del rogo di Shireen tenendosi ben stretta l’omaggio del padre. La possibile proiezione della sorte di Shireen sulla vera figlia non deve aver fatto sentire un granché bene l’attore irlandese, a sentire la sua dichiarazione:
Mi sono sentito come il peggior padre al mondo.
E Stannis cosa dovrebbe dire, allora?
Sarà stata forse la mancanza di una storyline consistente in questa sesta stagione, ma la domanda posta dal moderatore a John Bradley è stata alquanto stravagante: “Come vorresti che morisse, Samwell Tarly?”. L’attore se l’è comunque cavata con classe, dichiarando che desidererebbe per il suo personaggio una morte poetica, che sopraggiungesse mentre Sam scala una libreria della Cittadella per raggiungere un tomo.
Dopo un breve intervento di Nathalie Emmanuel sulla coppia “Girl-power” Missandei & Daenerys e un altrettanto breve intervento di Conleth Hill – in formato più Donald Trump che Varys – su come userebbe la rete di uccellini che possiede in Game of Thrones per fare del bene nella vita vera (ok, in questi due casi il moderatore non ha posto delle domande propriamente profonde…) è il momento della star forse più attesa dell’evento: Sophie Turner. Alla giovane attrice sono state chieste delucidazioni su una possibile rivalità tra Sansa Stark e il fratellastro Jon Snow, una teoria sulla rivalità che ha iniziato a prendere piede quando Sansa non ha informato Jon sull’arrivo dell’esercito dei Cavalieri della Valle durante la Battaglia dei Bastardi. Al riguardo, Sophie ha spiegato che effettivamente Sansa voleva prendersi tutti i meriti di questa mossa strategica… e poi, televisivamente parlando, così facendo è stato più facile ricreare un colpo di scena! In ogni caso, secondo l’attrice, Sansa non è convinta che Jon sia in grado di regnare su Grande Inverno e sul Nord. Inoltre l’idea di Sansa è che Jon, nonostante sia guidato da un’etica e da buoni valori, non abbia l’intelletto, la sapienza e l’esperienza che ha lei. E Sophie, in quanto Sophie, concorda.
A Faye Marsay (che ringrazia Maisie Williams per averla aiutata nelle scene dei combattimenti tra le due attrici) vengono chiesti, invece, lumi sulla teoria popolare secondo cui Arya e l’Orfana sarebbero la stessa persona. Secondo l’attrice la teoria, pur essendo molto interessante, è pressoché infondata. Vengono interpellati anche i produttori, al riguardo, ma da questi non arrivano né conferme, né smentite. Solo uno sguardo fisso nel vuoto e un sogghigno abbozzato. Ognuno li interpreti come preferisce.
Isaac Hempstead Wright è chiamato a rendere conto sulla grossa rivelazione – segreto di Pulcinella proveniente dalla sua storyline: la scoperta che Jon Snow è il figlio di Rhaegar Targaryen e quindi il vero erede al trono. L’attore, giocando con il fatto che nello show non viene fatto sentire il nome che Lyanna rivela al fratello Ned ma dimenticando lo spoiler semi-ufficiale diramato da HBO mediante il suo sito Making Game of Thrones, prova prima a spargere il seme del dubbio sulla platea, dicendo che Jon potrebbe anche essere il frutto di un incesto stile Lannister tra Ned e Lyanna, per poi tornare serio e affermare che molto probabilmente a un certo punto nel futuro e in qualche modo Bran rivelerà questo segreto a Jon. Non sa, però, dire come il fratellastro reagirà quando Bran gli comparirà e gli dirà:
Ah, comunque, io sono uno stregone dell’albero e tuo papà non è tuo papà.
Ma, d’altronde, Jon Snow non sa niente, quindi dovrebbe essere abituato ad apprendere cose nuove, per quanto inquietanti possano essere.
La classica domanda finale è quella relativa a chi dovrebbe sedere sul Trono di Spade alla fine della saga. Tra le risposte monarchiche conteggiamo un voto a testa per un Re della Notte che fuma un sigaro cubano stravaccato sul Trono (l’idea di Liam Cunningham), Jon (votato da John Bradley), Daenerys (Nathalie Emmanuel), Ditocorto (Sophie Turner), Arya (Faye Marsay) e Brienne (Kristian Nairn, secondo il quale però alla fine il Trono non conterà più nulla e si risolverà tutto mediante una grande battaglia tra l’esercito dei vivi e quello dei non-morti). Tra le risposte più “complesse”, abbiamo la visione democratica di Iwan Rheon – a seguito di un Trono fuso – e il quadriumvirato Stark immaginato da Isaac Hempstead-Wright: Jon, Sansa, Arya e Bran.
Per quanto riguarda le domande del pubblico, ecco gli highlights di quanto è emerso:
- La scena che Sophie Turner ha atteso di girare con più ansia è stata quella della morte di Ramsay
- Sophie Turner ha rivelato che Kit Harington (Jon Snow) sul set… come si può dire… spesso “avea del cul fatto trombetta”
- Sempre Sophie Turner ha dichiarato che non sa se Sansa crescerà piena di ideali e con il senso di giustizia degli Stark o se sarà più sadica, dati i personaggi con cui si è interfacciata nel suo arco narrativo
- Conleth Hill ha spiegato che essere in Game of Thrones gli ha cambiato la vita: fino a due anni fa non era mai stato in California e, soprattutto, non era mai stato pagato così tanto prima d’ora
- Cosa avrebbe detto Hodor a Bran, se gli fosse stato concesso il dono della parola? Questa la risposta di Kristian Nairn: “NO”.
Con questo è tutto, nel video sottostante potete trovare l’intero panel moderato da Rob McElhenney. L’appuntamento con Game of Thrones, ora che l’inverno è finalmente arrivato, è per l’estate del 2017. Saranno solo 7 episodi, ma si prospettano molto interessanti; noi vi aspettiamo, sempre qui su Italiansubs, con i nostri sottotitoli pronti all’alba e con le vostre ipotesi, opinioni e teorie da esprimere sul nostro forum.
Fonti: Making Game of Thrones, Winteriscoming
Jacopo Zambon
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