Una delle serie più a lungo richieste da amanti del cinema e della letteratura, è finalmente arrivata grazie a Channel 4 e Amazon Video: Philip K. Dick’s Electric Dreams.
TRAME E INFORMAZIONI
Questa prima stagione prodotta da Bryan Cranston (il Walter White di Breaking Bad) consiste in dieci episodi stand-alone con personaggi, storie e universi propri, ognuno tratto da un racconto differente dello scrittore Philip K. Dick. Per amplificare l’unicità di ogni narrazione, le puntate saranno scritte e dirette da persone diverse. Il filo conduttore è naturalmente il genere fantascientifico, territorio esplorato nei più profondi anfratti da K. Dick come probabilmente nessun altro ha mai fatto, escluso il vate Isaac Asimov.
La puntata pilota è chiamata The Hood Maker, tratta dall’omonimo racconto. Racconta il primo caso dell’agente Ross (Richard Madden, l’indimenticato Robb Stark di Game of Thrones) e dell’agente Honor (Holliday Grainger), una donna riprogrammata in laboratorio per poter leggere il pensiero delle persone per conto della polizia. I due formano una squadra per trovare il produttore di alcuni cappucci che rendono impossibile la lettura del pensiero, utilizzati da vari terroristi nelle recenti sommosse. A ciò si affianca una nascente rivoluzione dei riprogrammati telepati, chiamati “Tele”, per bloccare l’Hood Maker e costringere il governo a un’integrazione forzata tra Telepati e Normali.
La trama potrebbe essere quella di un film di fantascienza di serie-B: telepatia, rivolte popolari, terrorismo, fantomatiche tecnologie e persone riprogrammate… tanti elementi difficili da gestire. Ciò che fa la differenza è inevitabilmente la capacità unica che Dick ha di catturare l’essenza umana: riesce a rappresentare nel modo migliore possibile le problematiche e i dilemmi microscopicamente umani, attraverso narrazioni macroscopiche che spaziano sempre in lucide analisi politiche, sociali e tecnologiche. Tutta questa impalcatura è posta al servizio della necessità di scandagliare l’esistenza del singolo personaggio (il suo romanzo Tempo fuor di sesto, che ha ispirato il film The Truman Show, in tal senso è il suo manifesto assoluto), ed è proprio questo aspetto che la serie è riuscita a catturare in maniera precisa. Il tutto condito con un’atmosfera cyberpunk vintage, che non può non far impazzire appassionati come me di questo tipo di estetica.
Futuri episodi saranno inoltre interpreti da attori del calibro di Steve Buscemi (Le iene, Fargo, Boardwalk Empire), Timothy Spall (Codariccia di Harry Potter), Tuppence Middleton (Sense8), Anna Paquin (True Blood), il già citato Bryan Cranston, Liam Cunningham (Game of Thrones), Vera Farmiga (Bates Motel) e Greg Kinnear (Little Miss Sunshine).
IMPRESSIONI SUL PILOT
Pilot che parte in sordina, come in fin dei conti capita con le opere dello scrittore: i pezzi del puzzle vengono ordinati poco per volta, senza fretta, per giungere inevitabilmente a un climax finale che non ci si scorda facilmente. Struttura analoga in questo pilot.
L’aspetto più interessante è come la puntata getti esche fin dall’inizio, aprendo molti scenari possibili, lanciando allusioni che non riusciamo a cogliere e lasciando intuire fin dai primi secondi che la narrazione sarà a più strati: la prima scena mostra infatti un momento scollegato dal resto in cui un ragazzino pesca col padre in un fiume, mentre una donna cammina attraverso delle alghe e lo osserva da distante. In questo brevissimo frammento sarà condensato il senso della storia.
Stiamo quindi parlando di una puntata iniziale che preme l’acceleratore sulla complessità narrativa, nonché la spazialità della storia e qualche immancabile plot twist. Bisogna dire che tutto questo funziona: il ritmo è mantenuto ottimamente dall’inizio alla fine, l’adattamento è efficace, gli attori sono nella parte (più che azzeccata la scelta della Grainger come co-protagonista) e il comparto tecnico è degno di nota. Fotografia, colonna sonora e ambientazioni sono della solita qualità che Channel 4 garantisce. Magari si sarebbe potuto osare qualcosa in più nella regia, che appare invece abbastanza mediocre considerati gli standard sempre più alti che la TV sta offrendo. Confido in un innalzamento della qualità con i vari cambi di regista, come già è successo in una serie non troppo distante come Black Mirror.
Come detto prima il fulcro dei racconti di K. Dick è sempre una ricerca umana, per questo lui stesso in un’intervista ha affermato che le sue opere oltre a essere sci-fi sono “vere”: le riflessioni sulla tecnologia implicite o esplicite sono ricollegate a sottotesti più ampi, che riguardano tutti gli uomini indifferentemente. Gli autori della serie, per fortuna, hanno ben compreso questo aspetto e lo hanno riproposto nello show. Il bellissimo finale del pilot dimostra chiaramente questo pensiero, sperando che i restanti episodi manterranno fede al progetto iniziale.
In conclusione: un’ottima puntata introduttiva che non posso fare altro che consigliare, nonostante sia lungi da me gridare al capolavoro. C’è di sicuro un margine di miglioramento, ma quello che conta è che i presupposti siano più che buoni.
TRAILER
Alessandro
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