La prima stagione della serie rivelazione dell’anno – andata in onda su HBO e creata da Nic Pizzolatto – non si era ancora conclusa che già si speculava su quali sarebbero state trama, location e protagonisti della seconda stagione.E’ già stato annunciato, però, che partirebbe da premesse diverse rispetto alla prima travolgente stagione. Sono passati diversi mesi e la fabbrica dei rumors ha lavorato alacremente. Di recente, i nomi più accreditati sono quelli di affermate stelle del cinema come Colin Farrell, Tim Rigg (scusate volevo dire Taylor Kitsch), Vince Vaughn (come possibile villain) e la bravissima Elizabeth Moss, che conosciamo bene per il suo lavoro in Top of the Lake e in quella piccola serie di AMC conosciuta col nome di Mad Men.
Interpellata da USA Today, la trentaduenne losangelina ha scelto di tenere un basso profilo e, parafrasando la “bruta” più amata dai telespettatori, ha detto “I know nothing”, affermando di essere all’oscuro tanto quanto i reporter. La nostra Peggy Olson ha affermato di essere chiaramente lusingata dall’eventuale interessamento di uno show di qualità e successo come quello di Nic Pizzolatto. Se nel frattempo non sapete cosa fare, provate a cercare su twitter l’hashtag #truedetectiveseason2 e fatevi un paio di risate con le decine di folli proposte che sono state fatte nei mesi passati.
Passiamo invece all’altra vicenda che sta attirando una diversa luce dei riflettori su Nic Pizzolatto e la sua creatura. All’inizio della scorsa settimana, proprio nel bel mezzo della finestra di voto per gli Emmy Awards, sul web è emersa una storia riguardante un possibile caso di plagio subito da Thomas Ligotti, romanziere horror di nicchia piuttosto celebre, autore tra gli altri di The Conspiracy against the human race e vincitore di diversi Bram Stoker Awards. Il Washington Post lo ha addirittura definito “the best kept secret in contemporary horror fiction” (il segreto meglio tenuto nella letteratura horror contemporanea). Secondo l’autore, Pizzolatto avrebbe copiato pedissequamente numerosi stralci di una sua opera, dando voce in questo modo alle idee filosofiche del misterioso detective Rust Cohle, interpretato da Matthew McCounaghey e colonna portante dell’intera serie. Pizzolatto, interpellato sulla questione, ha affermato come sia assurdo pensare che idee filosofiche come quelle espresse nei monologhi di Rust possano appartenere a qualcuno, e che sarebbe come appropriarsi delle parole di Schopenauer o Nietzsche. Ma pare che questa non sia la prima volta che si sente parlare della questione, e che già in gennaio lo stesso Pizzolatto avesse affermato di aver subito l’influenza del pessimismo di filosofi come Nietzsche e di autori come Thomas Ligotti.
La HBO e Pizzolatto hanno deciso di prendere la cosa sul serio, come possiamo osservare nelle loro dichiarazioni rilasciate a Deadline, mentre il resto dei media di settore non sembra troppo preoccupato dalle pretese di Ligotti, che secondo alcuni dovrebbe sentirsi lusingato dall’interesse di Pizzolatto nel suo lavoro. Altri invece hanno affermato che – plagio o no – ciò che Pizzolatto avrebbe fatto costituirebbe comunque una grave scorrettezza nei confronti del collega, e che l’apprezzamento espresso dallo showrunner sarebbe stato solo un semplice tentativo di legittimare a posteriori le proprie azioni. In ogni caso, la questione del diritto d’autore è sempre piuttosto spinosa e ricca di sfumature, e difficilmente si potrà raggiungere un verdetto univoco che possa archiviare questa vicenda una volta per tutte. Voi cosa ne dite, si tratta di plagio o si tratta di un caso di scrittore alla ricerca del tanto agognato posto al sole?
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