Doctor Who

Who is Who?

Ecco che prosegue l’avventura durata quasi cinquant’anni di un certo Dottore che si sollazza a viaggiare in lungo e in largo per lo spazio-tempo, prendendosi il lusso di far sparire Pompei sotto la lava del Vesuvio, conversare con Shakespeare (nella terza stagione della nuova serie), interrompere la nascita di milioni di esserini extraterrestri adiposi nati a scapito della grassa vita umana e via dicendo.

Devo confessare che se non fosse stato per questo ultimo Doctor Who, il mio interesse sarebbe rimasto confinato agli anni ‘80, quando la RAI ha trasmesso puntate del quarto Dottore (Tom Baker); ricordo quanto fosse inquietante e folle per me. Erano anni nei quali l’ingenuità faceva credere che ci si potesse permettere di non sapere chi fosse Chi.
Voglio qui essere meno criptico e spero di essere più chiaro (pur sapendo di fare un distillato di pensieri da paura). Il mio non è un gioco di parole.
Per dire chi è “Chi” invento le frasi: “Mister Chi legge il Blog. Mister Chi guarda il film”, per passare poi ad uno scambio di frasi della nostra vita quotidiana che non sono corrette:

– Chi legge il Blog?
-Io!

Mentre state leggendo queste righe è più facile intuirlo.
Poniamo l'attenzione su quale sia la parte di noi che legge.
L'Io non legge il meraviglioso appuntamento giornaliero.
Io avvio firefox, poi vado al link che mi interessa del Blog; successivamente mi assicurerò che nessuno disturbi la lettura, che la sorellina non si faccia male né faccia saltare la corrente con i suoi continui tentativi di mettere le sue piccole ditina nella presa.
Ma a leggere il “Mitico Blog” ci sta Chi, cioè quel simpatico soggetto che si gode la lettura con soddisfazione.
Ora, a qualcuno sarà certamente venuto all'orecchio una terna di parole scritta una novantina d'anni fa da Freud, e cioè: Io Es SuperIo.
Qui sopra mi sono permesso di occuparmi dei primi due termini, “candeggiando” il povero piccolo e nero es e rendendogli la dignità di un Chi, che è parte di noi, e che non è un fantasma o un traditore dell'Io. (n.d.r Se vi occupate di fare andare la lavatrice in casa, sapete che candeggiando un piccolo esserino nero, non verrà mai bianco abbagliante, al massimo diventerà rosa)

Personaggio azzeccato
Il titolo della fortunata serie televisiva non potrebbe essere per me più azzeccato e stimolante. Tutti i personaggi si continuano a chiedere quale sia il nome del fantomatico Doctor. Negli anni, gli sceneggiatori hanno potuto sbizzarrirsi avendo come eredità un titolo che, a seconda di come girava il vento delle parole, diventava un pesante fardello, un “occhio” impietoso e infuocato sulla testa di noi umani, o un simpatico extraterrestre colto e saggio come il nostro penultimo Dottore (interpretato da David Tennant).
Ovviamente visto che l'ultimo Dottore è appena arrivato riservo a lui l'ultima parte, ma prima di passare a parlare di Tennant, forse è il caso di ricordare qualche caratteristica sfiziosa di questo personaggio come, per esempio, il fatto che può modificare gli eventi nel tempo e che lo fa in un modo assolutamente particolare. Non va nel passato per far “tornare in vita” qualcuno o per cambiare un evento scomodo a proprio vantaggio, si limita, invece, a tutelare il libero arbitrio degli uomini, ma sempre contrastando gli attacchi di cattivoni extraterrestri e non, che mirano a sovvertire il corso della storia.
È un soggetto che ha a cuore gli umani… molto a cuore visto che ne possiede addirittura due. Apparentemente ha difficoltà ad amare, ma ritengo invece che abbia solo difficoltà a innamorarsi, ossia ad abbandonarsi a quel pericolosissimo falling in love che nel migliore dei casi porta a rovinose cadute con relativa “distorsione della caviglia”. Tutto questo lo tende Who molto speciale.

Il Doctor Who appena passato
Adesso, riflettendo un attimo sulla questione sceneggiatura, una domanda sorge spontanea: cosa la rende vincente? Qual è l’ingrediente che fa rimanere attaccati allo schermo nell’attesa della successiva puntata? È vero, ci sono i fantasmagorici effetti speciali, i paradossi temporali, gli stravolgimenti e i doppi sensi, l’impiego delle parole in ordine diverso che creano quello che viene ancora chiamato “motto di spirito”. A cui si aggiunge la meravigliosa inventiva nella manipolazione a proprio vantaggio di fatti storici realmente accaduti in modo da collegarli all’intervento del Dottore come, per esempio, l’incontro con Agatha Christie nel settimo episodio della quarta stagione.
Insomma, a parte tutti questi elementi che divertono spiazzando lo spettatore, consentendogli al contempo anche di fare collegamenti tra diverse esperienze fatte alle quali non si avrebbe mai accostato, passo alle peculiarità del personaggio Doctor David Tennant.
Se vi state chiedendo quale sia il motivo per il quale non mi sia accorto del “refuso” personaggio Doctor David Tennant, vi aiuto dicendo che non c'è, perché… non si tratta di un refuso. Mi sono permesso di fondere la persona in carne ed ossa che è l’attore inglese Mr Tennant, all’interno del concetto di “personaggio”, per sintetizzare 1.529 righe di spiegazione che avrei dovuto altrimenti scrivere… Delle 1.529 estrapolo solo questo: chi ha visto la prima serie di Doctor Who della nuova era (2005) interpretata da Christopher Eccleston, e ama le serie interpretate da David Tennant, si sarà accorto che il primo Dottore era un po’ scialbetto, senza nulla togliere alle capacità interpretative di Eccleston che ha infatti reso godibilmente misterioso e scontroso il personaggio Claude l’uomo invisibile della serie TV Heroes.
The Doctor è un essere che si diverte a vivere e viaggiare, ma che non disdegna affatto i rapporti con gli altri. Non è un’entità alla quale piace essere “altro”, limitarsi a giocare il semplice ruolo di “osservatore” imparziale e spietato. Certo è duro, capace di compiere atti risolutori che sembrano imperativi (vedi il finale dello speciale di Natale della terza stagione), ma appena la donna di turno al suo fianco gli parla ragionevolmente, lui la ascolta (vedi la fine della seconda puntata della quarta stagione su Pompei ma anche l'ultima puntata dell'ultimo dottore).
È felice di scorrazzare qua e là per l’Universo con l’intenzione di spassarsela, di godersi la vita, ma poi interviene sempre con tutto se stesso per ristabilire l’ordine degli eventi temporali umani. Tutto questo dimostra che è un uomo.
Lo so… è un marziano (I’m not from Mars…) ops… un extraterrestre, ma penso che se il Dottore leggesse queste mie considerazioni, mi passerebbe la descrizione che ne do di lui, cioè di “qualcuno che sa ricevere beneficio da qualcun altro, al di fuori di sé”.
E visto che conosce pure tutte le filosofie dell'universo non si stupirebbe se questa descrizione la sintetizzassi con la parola figlio.
Un figlio a pieno titolo. Un soggetto che proprio in quanto figlio sa che la vita normale è quella del beneficiario, di colui che ha l’Universo a sua disposizione, di colui che si muove affinché un altro (rappresentate di tutti gli altri dell’universo) sia produttore di beneficio per lui, con guadagno da parte di tutti e due.
Un tale soggetto segue il pensiero che possiamo chiamare paterno e, solo se “costretto”, si mette a fare il padre, cioè prende il posto di “colui che fornisce beneficio ad altri ricavandone soddisfazione”.
Come spettatori di questo suo modo di muoversi, ci troviamo divertiti delle sue ingenuità, affascinati dal suo acume, intimoriti dalla sua fredda decisione, inteneriti dalla sua accoglienza, e non vediamo l’ora di seguirlo in nuove avventure.
Questa è una ricetta vincente per tenere legati a sé schiere di spettatori.

Puntiamo un faro su Mr Tennant (1000 Watt bastano)
I più attenti si saranno chiesti come mai all'inizio, abbia appena accennato a Shakespeare, non è così. Chi si fosse cimentato nell’interpretazione di anche solo una pagina di Shakespeare, si sarà sicuramente reso conto che è ardua anche solo a livello di comprensione del testo.
Il motivo è che William Shakespeare, analisi dei suoi scritti alla mano, era un uomo che (frase poetica) “conosceva i segreti del vivere”. Quindi chi è appassionato estimatore e interprete delle sue opere, deve “sbattere la testa” su quei segreti per renderli credibili e coerenti in scena. Con questo concludo con una mia opinione, cioè che gli sceneggiatori si possono sbizzarrire in concetti anche solo accennati e ardui, che Tennant è in grado di rendere perfettamente davanti alla cinepresa.
Non sono informato su rumors  e gossip, ma penso che per arricchire il personaggio e le varie situazioni, in alcune scene, ci sia stato lo zampino di Tennant. Per cercare di dimostrare la mia “teoria”, porto alla vostra attenzione un piccolo esempio divertente. Un’inquadratura drammatica della terza puntata della quarta stagione, al minuto 43 circa, nella quale, a mio avviso, il buon David quella mattina sia entrato in scena con una battuta non proprio stampata sul copione distribuito sul set. Mi è parso che alla domanda di Marta “Come sono felice di vederti”, la risposta fuori luogo del Dottore “Sì, beh puoi baciarmi dopo, anche tu, Frank, se vuoi” abbia fatto sorridere la sua collega come il ragazzino alle sue spalle, Frank appunto.
Questo esempio, ovviamente, non dimostra l’apporto diretto dell’attore, ma lo indica indirettamente. In una scena come questa, converrete forse con me, che l’ironia è fuori contesto, non apporta un’informazione nuova al carattere del personaggio. Probabilmente l’attore inglese era stanco e per tirare avanti nelle estenuanti riprese di quel tipo (vi assicuro, noiose per un attore) ha deciso di far rizzare i capelli di regista e segretaria di edizione, con quella battutina che poi non è stata tagliata neppure nel montaggio definitivo. Bene, un attore protagonista che si permette, e al quale viene permesso, di “sporcare” lo script, è un attore che mette del suo in tutti gli script e parte di questa personalizzazione è quell’alone divertente, a volte eccitato come un bambino, ma serio, che pervade le puntate.

L'ultimo Dottore
A questo punto il complicato intervento sarebbe finito, e invece no! Non diciamolo neanche per scherzo! Anche perché le ultime righe hanno la possibilità di essere comparate con l'avvento dell'undicesimo Dottore.
Spero di non farmi linciare dai sostenitori del decimo dicendo che questo Matt Smith, con relativo urlo di battaglia “Geronimoooo!” mi ha convinto subito. L'aria devastantemente cupa delle ultime puntate prima dell'ultima rigenerazione è stata spazzata via in un attimo. È stato più che dignitoso il passaggio al nuovo, e direi più che azzeccata la scelta della compagna tutta pepe.
Comparando Tennant con Smith si nota che i momenti drammatici di quest'ultimo scricchiolano un po', ma diamogli tempo… è appena arrivato. La grande sfida secondo me è quella di mantenere la freschezza efficacissima della prima puntata senza sprofondare nella drammaticità più spinta che sembra non essere nelle corde dello spumeggiante nuovo Doctor.
Cari sceneggiatori aspettate almeno che l'attore sia “cotto” per l'estenuante ritmo di lavoro, paragonabile a quello di commesso in un negozio di giocattoli sotto le vacanze di natale, prima di fargli interpretare qualcosa che assomigli a quello che riesce molto naturale al suo predecessore.
P.S. Per chi ha resistito la lettura fino a questo punto vanno fatti i complimenti, e data una pacca sulla spalla… per cosa? Per l'aggiuntina di una postilla: ho finito di vedere la prima serie del nuovo dottore e ho visto che l'hanno esportata, spopolando, negli States. Una giustificazione in più per la carenza di interiorizzazione del personaggio gliela possiamo passare, senza mantenere il silenzio sul finale con i mortaretti che hanno inventato e soprattutto perché è proprio vero che "fezs are cool!"

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regy

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