Questa settimana vediamo tre titoli di serie molto famose e molto amate dal pubblico. Sarà una lettura leggera, non temete.

Arrivati al nostro ottavo incontro salto a piè pari l’introduzione e la spiegazione e mi tuffo subito nei titoli.

Ugly Betty: la serie, con protagonista America Ferrera, parla della vita di Betty Suarez.
La serie è basata sulla soap colombiana Yo Soy Betty, la Fea (I’m Betty, the Ugly; Sono Betty, la Brutta).
La serie venne inizialmente annunciata da ABC con il titolo Betty the Ugly, ma il 14 luglio 2006 il titolo venne modificato ufficialmente, nonostante già prima di questa data il nuovo nome dello show fosse stato usato per la sua promozione.
Il nome scelto non è stato esente da critiche, ritenuto da molti offensivo e non adatto ad uno show televisivo. Una delle produttrici, Salma Hayek, ha difeso pubblicamente e in molte occasioni la sua creatura definendolo un anti-convenzionale ed ironico punto di vista:

Il titolo ha molto a che vedere con il tono dello show – è sarcastico. Non penso che Betty sia realmente brutta ma che cosa dobbiamo chiamare brutto adesso? Alcune persone pensano che qualcuno che non sia super magro e veramente alto sia brutto. Non io. Personalmente ho visto molte modelle realmente alte e magre ma brutte o con il bisogno di mangiare un po’ di più per sembrare in salute. Quindi, il titolo è effettivamente sarcastico, lo abbiamo creato per divertire – non la chiamiamo realmente brutta, cerchiamo di far divertire delle persone che potrebbero pensare che sia brutta; personalmente io penso sia bellissima.

The L Word: spesso le serie, quando vengono pensate e sono ai primi stadi della scrittura, hanno un nome in codice, un titolo che nella quasi totalità dei casi non corrisponde a quello che sarà il loro titolo definitivo. Questa serie non fa eccezione. Il suo “nome in codice” era Earthlings, termine raro usato nello slang americano per indicare le donne omosessuali. Questo primo titolo venne pensato dalla produttrice e autrice Ilene Chaiken ma venne modificato poco prima della messa in onda e sostituito con il titolo che tutti conosciamo.
Per chi non avesse mai visto la serie, viene ritenuta da molti la risposta lesbica a Sex and The City nonostante siano per molti versi molto diverse l’una dall’altra. Andata in onda in America dal 2004 al 2009, tratta di un gruppo di donne, lesbiche ed eterosessuali, ognuna con una sua storia personale alle spalle che si intreccia inevitabilmente a quella delle altre. La serie è un punto di vista sull’universo omosessuale nella sua totalità.
L’espressione “The L Word” risale almeno al 1981 e la si può trovare nello spettacolo My Blue Heaven di Jane Chambers. (ovviamente L sta per Lesbian; non c’era bisogno che ve lo scrivessi vero?).

Grey’s Anatomy: siamo di fronte ad un gran titolo e molti di noi (come molti fan della serie, dopotutto) neanche lo sapevano (io, per esempio, prima che andassi a cercarlo). Si tratta di un vero e proprio gioco di parole: “Grey”, è il cognome della protagonista della serie, Meredith Grey, ma suona anche come il cognome di un altro illustre personaggio della medicina mondiale. Henry Gray. Chi è, vi chiederete voi. Henry Gray è l’autore di un manuale di anatomia umana che si intitola Anatomia del Gray, che, in lingua originale era…? Esatto! Gray’s Anatomy! Lo trovo geniale.
Come per la serie precedente, anche questa ha avuto il suo nome in codice: Complications. Altro termine ambiguo che può essere riferito alle complicazioni che si possono verificare in medicina, un peggioramento delle condizioni del paziente o della terapia, oppure può anche essere riferito alle relazioni interpersonali intercorse tra i protagonisti della serie.
Poco prima della messa in onda, sembrava che Complications potesse essere il titolo definitivo ma prevalse Grey’s Anatomy.
I titoli degli episodi inoltre, corrispondono a titoli di canzoni, il primo episodio ad esempio, riprende il titolo di una canzone dei Beatles: A Hard Day’s Night.