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Back to the Past: This is England

Nostalgia storica: la bramosia di un individuo di visitare un periodo storico passato, che non ha potuto vivere in prima persona.

Shane Meadows

Shane Meadows

Questa variante di nostalgia è stata affrontata e messa in scena da Woody Allen in una delle sue ultime fatiche cinematografiche, Midnight in Paris, ma nel mondo delle serie TV itasiane tale concetto è perfettamente applicabile ad una serie british sviluppata qualche anno fa: This is England. Ora, può essere che qualcuno tra i più maturi, vissuti e girovaghi di noi abbia avuto l’occasione di vivere nell’Inghilterra degli anni ’80, ma sono certo che la maggior parte dei lettori quest’epoca l’ha vista e sognata solo in TV o al cinema. Una visione tutta nuova e al contempo realistica del periodo ce la dà Shane Meadows e il suo trittico di produzioni sull’Inghilterra del penultimo decennio del ventesimo secolo. È una visione originale, in quanto ci porta a seguire le avventure di un gruppo di componenti di un’organizzazione che nell’immaginario collettivo non è certo ricordata per l’amore verso il prossimo o per particolari atti di carità cristiana, anzi: quella degli skinhead inglesi. Una produzione coraggiosa per come ci invita ad appassionarci e affezionarci a ragazzi membri di un movimento che è sempre stato visto in maniera negativa, non fosse altro per l’aver contribuito in maniera massiva alla nascita dei famosi hooligan calcistici inglesi che tanto facevano tremare i polsi delle organizzazioni sportive – non solo nazionali – per la violenza con cui supportavano o contestavano le loro squadre. Ma è comunque, nel complesso, una visione realistica: il creatore e regista ci fa vedere questi “delinquenti” con un occhio nuovo, facendoci capire che l’intolleranza verso il diverso non è una cosa sistematica e comune a tutti gli skinhead, i quali sono pur sempre esseri umani capaci di provare sentimenti verso il prossimo e magari sono talvolta portati ad un’esasperazione di violenza a causa di situazioni familiari non propriamente rosee. Il tutto viene raccontato sullo sfondo della guerra delle Falkland, le politiche della Lady di ferro Margareth Thatcher e dei mondiali di calcio 1986 in Messico. This is England è un trittico dove ogni pezzo del puzzle si focalizza su determinate tematiche e visioni della vita.

THIS IS ENGLAND

THIS IS ENGLAND

Si parte con il classico This is England, film del 2006 che rappresenta il punto d’inizio, l’origine della storia corale dei nostri protagonisti. Il film è ambientato nel 1983 e segue le vicende di Shaun (Thomas Turgoose), un dodicenne problematico con un padre appena morto in guerra, costretto a sopportare le continue prese in giro dei compagni di scuola. Diventa così amico di alcuni skinhead, che ne prendono le difese. Tra questi conosciamo l’affiatata coppia Woody (Joseph McGilgun) – Lol (Vicky McClure), la sorella di quest’ultima Kelly (Chanel Cresswell), il giamaicano Milky (Andrew Shim), la stranissima Smell (Rosamund Hanson), Gadget (Andrew Ellis) e Meggy (Perry Benson). Tutto procede per il meglio – o quasi – fino a quando l’estremista Combo (Stephen Graham) entra a far parte del gruppo e lo orienta politicamente verso l’idea razzista e nazionalista del National Front inglese. Ed è proprio da un discorso di Combo che prende il titolo la produzione di Shane Meadows: si tratta di un incitamento alla riappropriazione di un’Inghilterra sempre più costretta a convivere con persone di etnia diversa e un atto d’accusa contro il presunto menefreghismo della Lady di Ferro verso questa problematica; un discorso che però implica un estremizzato orgoglio nazionale contro le comunità di immigrati, in particolare quelle asiatiche-pakistane. La veemente arringa di Combo segna al contempo il punto di non ritorno per il gruppo di amici, il quale viene avvolto in una spirale di violenza e razzismo che porta alla scissione dello stesso in due frange opposte. Il film This is England è, tra le tre, la produzione che più si focalizza sulla violenza, talvolta gratuita, del gruppo di skinhead. A fare da contorno a questo aspetto, momenti di vissuto nella spensieratezza di una gioventù fatta di scherzi tra amici, sesso libero, canne, birre al pub e curiose quanto genuine storie d’amore.

THIS IS ENGLAND '86

THIS IS ENGLAND ’86

Nel 2010 è andata in onda la prima serie tratta dal lungometraggio descritto in precedenza: This is England ’86. In solo quattro puntate le tematiche romantiche e le relazioni tra i vari personaggi, con alcune introspezioni sull’intera vita di alcuni di essi, prendono il sopravvento sulla pura violenza, la quale viene messa in secondo piano se non quasi completamente rimossa. Proprio questa caratterizzazione dei personaggi rende This is England ’86 il punto più alto del trittico in questione; la bravura di attori e regista permettono di identificarsi e quasi vivere in prima persona le amicizie più profonde (ad esempio quella di Woody e Milky, che in alcune scene tanto ricordano i JD & Turk di Scrubs), la tristezza per una storia d’amore in fase calante, i dolori a causa di problemi familiari e allontanamenti/riavvicinamenti di alcuni componenti nel gruppo. Non mancano tematiche da pugno nello stomaco, come può esserlo uno stupro e la reazione a catena che lo stesso provoca, e altre da lacrimuccia, come quando ci si ritrova ad assistere all’apice dell’umanizzazione. Un’umanizzazione provocata dall’amore, nonostante la consapevolezza che lo stesso non è ricambiato. This is England ’86 è però anche la produzione nella quale il connubio tra la regia di Meadows e la fotografia di Danny Cohen (I love Radio Rock), già collaudato con ottimi risultati nel film originario, dà il meglio di sé regalandoci scene e fotogrammi che sono una gioia per gli occhi, e non solo.

THIS IS ENGLAND '88

THIS IS ENGLAND ’88

Nel 2011 viene sviluppato un film di poco più di due ore diviso in tre puntate per la TV: si tratta dell’ultimo pezzo della trilogia, This is England ’88. La storia si svolge dal 23 al 25 dicembre 1988 e propone uno stravolgimento quasi totale nelle vite dei nostri (anti)eroi. Per una serie di sfortunati eventi c’è chi si ritrova in una tanto odiata vita a metà tra lo snob e la famiglia Mulino Bianco, chi torna tra i banchi di scuola, chi sparisce per ricomparire a distanza di mesi e chi torna dietro alle sbarre. C’è poi anche chi, nonostante una nuova vita e il recupero del rapporto con la madre, si ritrova a vivere un’esistenza a dir poco deprimente. Una cosa è certa: il gruppo così come lo conoscevamo non esiste più. This is England ’88 è la serie più adulta, trattando temi come la redenzione, i sensi di colpa, la vita nel senso letterale del termine e, marginalmente, anche la religione. Il risultato finale non è pero pienamente soddisfacente: i temi sono sì trattati senza cadere nel banale e con la serietà necessaria ma lo show, proprio per i cambiamenti apportati, non riesce a risultare coinvolgente come la serie precedente. Poi arriva l’ultima puntata e l’appunto appena mosso perde completamente la sua valenza: l’episodio numero 3, in particolar modo nella sua scena finale, ti tiene incollato allo schermo, è un susseguirsi di groppi in gola e, comunque, alfine ci fa capire che alcuni sentimenti nel profondo non possono essere scalfiti nemmeno da eventi che cambiano esteriormente tutte le dinamiche.

IL CAST

IL CAST

Non bastasse tutto questo l’ultimo episodio appena citato, in particolare nella sua straziante scena finale, ci regala un’interpretazione magistrale di Joe Gilgun, che molti conoscono per il ruolo di Rudy nel recentemente terminato Misfits. L’attore britannico è, tra tutti, quello che si può considerare il perno della serie con un’importanza e un ruolo sempre più preminente man mano che la storia avanza. Ma This is England è soprattutto un’opera corale, dove ogni personaggio è ben caratterizzato e ottiene i suoi (almeno) cinque minuti di gloria, anche se non sempre nel senso letterale del termine. Ecco quindi che, al fianco del già citato Joe Gilgun, troviamo attori più o meno conosciuti che contribuiscono con una recitazione molto spontanea, in alcuni casi proprio a causa dell’inesperienza, alla percezione di realismo della storia raccontata. Tra i più conosciuti possiamo annoverare Michael Socha (Harvey), che i lettori più giovani, serialmente parlando, conosceranno per il ruolo del Fante in Once Upon a Time in Wonderland e/o per essere il fratello dell’attrice Lauren Socha, presente nelle prime gloriose stagioni di Misfits. Storia curiosa, quella di Harvey: da personaggio quasi comparsa nel film This is England a comprimario, con ruolo opposto rispetto a quello interpretato nel lungometraggio, nelle due serie successive. Al fianco di Michael Socha il veterano Stephen Graham (Combo) e alcuni semi-sconosciuti.

Woody Lol

Woody (Gilgun) & Lol (McClure)

Tra questi la prima degna di nota è Vicky McClure, vincitrice di un BAFTA Award nel 2011 come migliore attrice per l’interpretazione in This is England ’86, incarnante una Lol che ti fa innamorare più per la personalità del personaggio che per la sua bellezza. Degni di nota anche Andrew Shim (Milky), fedelissimo – al limite dell’esclusiva – di Shane Meadows; Thomas Turgoose (Shaun), paradossalmente molto più convincente nella sua giovanissima versione cinematografica, in particolar modo grazie ad una risata tanto travolgente quanto contagiosa, rispetto a quella più matura (se così si può dire) per il piccolo schermo; Rosamund Hanson (Smell), e della sua stranezza ne abbiamo già fatto menzione; Chanel Cresswell (Kelly), sorella di Lol; Andrew Ellis (Gadget) e Perry Benson (Meggy), interpreti di due ilari archi narrativi intrecciati, Jo Hartley (Cynth), madre di Shaun; Joe Dempsie (Higgy), che molti conosceranno per il ruolo di Chris Miles in Skin o per quello più recente di Gendry nel fantasy HBO Game of Thrones.

LE MUSICHE

LE MUSICHE

Memorabili anche le musiche che caratterizzano l’intera produzione di This is England con una grande attenzione, specialmente nella versione targata 1988, a una delle band inglesi più in voga del periodo (raccontato, non attuale): i The Smiths. Una delle loro canzoni più celebri, Please Please Please Let Me Get What I Want, è utilizzata inoltre in una struggente versione della band Clayhill nella scena finale del lungometraggio iniziale. Oltre ai The Smiths trovano spazio anche brani di Tracy Chapman, The Cure, Tony Bennett, Johnny Nash e pezzi tipicamente natalizi (in This is England ’88, chiaramente, dato il lasso di tempo in cui è ambientato) di Frank Sinatra. Non mancano alcune note di colore: è presente un brano a cura del regista Shane Meadows e, cosa più importante, una canzone molto conosciuta dagli habitué della navigazione su Internet in modalità cazzeggio: Never Gonna Give You Up di Rick Astley. E anche se la canzone che i nostalgici rievocheranno con più emozioni è quella che accompagna la già largamente presentata scena finale di This is England ’88, Dogwood Blossom di Fionn Regan, ciò che tutti ricorderanno, e noi italiani in particolare con un pizzico d’orgoglio, sono i brani di un compositore torinese trasversali al trittico di Meadows in questione. Ovviamente non stiamo parlando di un signor nessuno qualsiasi ma di Ludovico Einaudi che, in brani come “Dietro Casa”, “Berlin Song”, “Solo” e molti altri, rafforza l’impatto emotivo delle immagini del duo Meadows – Cohen con le note che fuoriescono dal suo pianoforte.

THIS IS ENGLAND '90

WHAT’S NEXT – THIS IS ENGLAND ’90

Con il nostro excursus che giunge al termine vediamo cos’ha in serbo il futuro per questa produzione. Manca infatti all’appello l’ultima tessera del puzzle, quel This is England ’90 inizialmente programmato per il 2012 ma messo in stand-by per permettere a Shane Meadows di terminare un documentario sulla rock band The Stone Roses. Proprio questo gruppo, collegandoci all’ultimo discorso trattato in precedenza, dovrebbe trovare molto spazio nelle musiche del nuovo capitolo di This is England, in una soundtrack che includerà comunque il classico punto di riferimento rappresentato dalle composizioni di Einaudi. Ma quando potremo vedere ancora all’opera Woody, Lol e tutto il resto della compagnia? Gli ultimi rumors, dopo mesi di silenzio in cui anche gli attori sono stati tenuti all’oscuro dell’avanzamento del progetto, parlano di una prima sessione di riprese in programma per gennaio 2014, che porterà successivamente alla completa registrazione e messa in onda della serie entro la fine dello stesso anno. Ciò che invece è certo è che This is England ’90 sarà l’ultima serie della saga, come confermato da Meadows stesso in diverse interviste. Per quanto riguarda la trama, la serie si concentrerà sulla cultura rave e vedrà Milky e Woody alle prese con il loro nuovo negozio di scooter. L’evento globale che fungerà da sfondo per le storie raccontate sarà quello dei mondiali di calcio 1990 giocati in Italia, che ha visto l’Inghilterra (SPOILER ALERT!) perdere la finale terzo/quarto posto proprio contro gli azzurri allenati da Vicini. Chissà se vedremo i nostri skinhead preferiti inveire animatamente, tutti assieme davanti a una birra al pub come in un déjà-vu da This is England ’86, contro Schillaci o il divin codino Roby Baggio.

Ma bando alle ciance, ora: indossate un paio di anfibi Dr. Martens, scaricate i sottotitoli (sia del film che delle due serie) targati ItaSA e approfittate della lunga pausa natalizia per recuperare questa piccola perla british della rete Channel 4.

Christmas time - TIE

Buone feste anche dai vostri skinhead preferiti: il team di ItaSA

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Jacopo Zambon

Blogger e traduttore (jakopelosh)
Informatico pigro e realista, nato senza ROM e GPS. Guardiano della notte. Divoratore (di bocca buona) di film, prima, e serie TV, poi. Qualcuno mi definisce nerd: lo prendo come un complimento ma, ogni volta che succede, un vero nerd si ribalta nel suo Tardis. Utente ItaSA dal 2009, blogger senza dono della sintesi da ottobre 2013 e traduttore da dicembre 2014... So say we all!
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