Il sesto episodio di Marvel’s Agents of S.H.I.E.L.D., intitolato F.Z.Z.T., è sicuramente il più emotivo tra quelli analizzati finora. Andiamo a vedere quali “easter egg” nasconde.

DISCLAIMER: in questa rubrica non saranno presenti spoiler sulla serie Marvel’s Agents of S.H.I.E.L.D., ma ci prendiamo la libertà di parlare a ruota libera dell’universo fumettistico e dei film del MCU già usciti al cinema. Siete avvisati!

Chitauri con la tosse

La componente emozionale dell’episodio lascia poco spazio a possibili riferimenti al Marvel Cinematic Universe, ma qualcosa possiamo trovare lo stesso. Tanto per cominciare, Phil Coulson ci ricorda che non gli va a genio venire bucherellato, quando Jemma gli propone di effettuare degli esami del sangue. Chiaramente si fa riferimento al modo in cui l’agente dello S.H.I.E.L.D. è morto (?) nel blockbuster The Avengers del 2012, per mano dello scettro appuntito di Loki. Il mistero sulla morte di Coulson pervade tutta la puntata, dai dubbi su quanto tempo sia veramente rimasto morto (otto secondi? quaranta? di più?) ai test fisici che danno risultati fin troppo eccelsi per un “uomo della sua età”. Ma il vero filo conduttore tra la puntata e The Avengers è l’elmo chitauriano portatore del virus alieno. Dei Chitauri vi ho già parlato in precedenza, quindi non mi dilungherò oltre sul loro conto. Ciò su cui voglio soffermarmi principalmente è il “villain” della puntata: il virus alieno. Da sempre grande protagonista di racconti e serie di fantascienza, il tema del virus sconosciuto che rischia di scatenare una pandemia sbarca anche nell’universo cinematografico marveliano. Ma se Fitz-Simmons riescono a produrre con successo un antisiero nel giro di poche ore, lo stesso non si può dire di molti altri sfortunati personaggi dei fumetti che si sono trovati di fronte a virus assassini.

Ad esempio, a più riprese tra gli anni ’90 e i 2000, la comunità mutante della Marvel si è trovata ad avere a che fare con il cosiddetto virus Legacy, che ha saputo mietere tra le proprie vittime personaggi illustri come Jamie Madrox (Multiple Man), Illyana Rasputin (Magik) e suo fratello Peter (Colossus), che si sacrificò nella speranza di trovare una cura (Uncanny X-Men #390, marzo 2001). In tempi più recenti sono rimasti affetti da virus persino due grandi nomi dell’universo Marvel. Durante la maxi-saga Secret Invasion, Tony Stark cadde vittima di un virus Skrull che mandò al tappeto l’intera rete Stark, armautre di Iron Man comprese, e che favorì l’invasione dei verdi alieni mutaforma. Ironia della sorte, a introdurre il circuito nella rete fu il fedele maggiordomo Jarvis (in realtà uno Skrull camuffato) che dal 2008 dà il nome all’intelligenza artificiale J.A.R.V.I.S. che accompagna Tony nei film della saga di Iron Man. Negli ultimi mesi è stato invece Wolverine a dover cambiare stile di vita, dopo che un virus proveniente dal Microverso ha di fatto annullato il suo fattore rigenerativo. Tempi duri per i supereroi Marvel!

 

Graditi ritorni e déjà-vu

Skye tira in ballo il misterioso Indice dello S.H.I.E.L.D. come prima ipotesi per spiegare la morte del primo vigile del fuoco. Questa lista di persone con poteri fuori dal comune, comparsa per la prima volta nel precedente episodio, serve a tenere sotto controllo eventuali minacce superumane, ma non si sa niente di più. Non vedo l’ora che gli autori ci svelino qualche altro suo componente. L’agente che comunica con Coulson dalla Sandbox è l’agente Blake (interpretato da Titus Welliver), di ritorno nel Marvel Cinematic Universe dopo una breve apparizione nel cortometraggio Marvel One-Shot: Item 47, il contenuto speciale nel blu-ray di The Avengers. Infine, non so quanto voluta, ma sembra esserci anche una citazione da Iron Man 3. Il salvataggio di Ward nei confronti di Jemma non vi ricorda qualcosa?

‘Nuff Said!