Proseguono le recensioni degli episodi della serie-evento di Paolo Sorrentino, The Young Pope.
L’articolo contiene spoiler sugli episodi 7 e 8.
Le puntate precedenti le trovate qui.
UCCIDI IL RAGAZZO…
L’episodio si apre con il Cardinal Voiello (Silvio Orlando) che si rivolge al Cardinal Caltanissetta (Toni Bertorelli) perché le azioni di Papa Pio XIII (Jude Law) sono andate oltre ogni limite immaginabile e, ancora in possesso della chiavetta usb con all’interno le foto di Lenny in atti poco consoni con Esther (Ludivine Sagnier), Voiello propone a Caltanissetta di creare uno scandalo ad hoc per farlo destituire e nominare un nuovo Papa. Caltanissetta però non è della stessa idea: uno scandalo di quella portata non solo sarebbe distruttivo per Lenny, ma anche per la Chiesa tutta e per il prossimo Papa. Nessuno potrebbe mai risollevare il Vaticano da una macchia simile. Voiello, dunque, consegna a Caltanissetta l’usb, nelle sue mani sarà sicuramente più al sicuro, in attesa che il Papa stesso decida di sollevarsi dall’incarico e magari che lo stesso Caltanissetta, dietro le macchinazioni di Voiello durante il Conclave, possa diventare il prossimo Pontefice.
Don Tommaso (Marcello Romolo), il confessore di tutti i Cardinali e del Papa stesso, è combattuto per le parole pronunciate da Pio XIII. Teme che il Pontefice non creda affatto in Dio e le sue continue perplessità verso la fede lo spingono a smettere di assecondare tutte le richieste di Lenny. Don Tommaso, inoltre, esprime le stesse perplessità a Suor Mary, la quale decide che è arrivato il momento di agire per il bene della Chiesa e dello stesso Lenny. Nel frattempo, troviamo un Pio XIII in profonda crisi, dopo aver ricevuto per posta una parte della pipa che custodisce da quando era piccolo. Quell’oggetto è l’unico ricordo che ha dei genitori che lo abbandonarono e l’improvvisa comparsa del pezzo mancante da un lato getta Lenny nello sconforto più totale, ma dall’altro gli dà anche la speranza che i genitori possano aver finalmente trovato il coraggio di farsi avanti dopo tanti anni. Suor Mary, che ha sempre custodito il pezzo mancante della pipa senza che Lenny lo scoprisse mai, comunica a Voiello che Pio si trova in uno stato di vulnerabilità e che firmerebbe qualsiasi documento in questo momento. Infatti, Lenny è convinto che i suoi genitori vogliano finalmente ricongiungersi con lui e Suor Mary glielo lascia credere, organizzando un incontro con i presunti genitori. Voiello potrebbe risolvere la situazione sfruttando l’attimo di debolezza di Pio XIII, facendogli firmare le dimissioni in un momento in cui è ignaro di tutto e preso dalla situazione personale. Nonostante l’opportunità creatasi, il cardinale napoletano decide di non andare avanti con il suo piano, anche se era d’accordo con i cardinali Caltanissetta e Spencer di destituire il Papa e nominarne un altro. Non Caltanissetta, bensì proprio Spencer. Durante l’incontro con i genitori, però, Lenny si rende immediatamente conto che sono degli impostori. Il ricordo del profumo della madre è rivelatore: Lenny non lo riconosce, non sono loro i suoi genitori. Dopo averli cacciati via, Pio XIII è deciso a scoprire chi avrebbe mai potuto pensare di truffarlo in quel modo, sicuramente qualcuno all’interno del Vaticano, e le accuse ricadono sul cardinal Voiello, che però assicura il Papa di non saperne nulla.
Lenny è turbato, fragile e vulnerabile come un bimbo a cui hanno fatto del male e che non ha strumenti sufficienti per potersi difendere. Perché in fondo Lenny è un Papa bambino, stretto nelle sue convinzioni così conservatrici perché incapace di provare affetto e amore per nessun altro oltre al Signore. Ma da questo episodio le cose cambiano sostanzialmente, perché finalmente vediamo un Lenny Belardo amorevole, ma solamente nei confronti del piccolo Pio, figlio di Esther e della guardia svizzera. Lenny è un uomo cambiato: gentile, spiritoso e assolutamente innamorato di quel piccolo infante che lui stesso, per conto di Dio e della Madonna, ha aiutato a procreare e far nascere. Lenny, parlando con il cardinal Dussolier, sostiene che il celibato dei preti sia la presa di coscienza del fatto che tutti i preti siano figli di Dio e che nessuno debba mai provare a mettersi al suo posto, poiché c’è un solo padre e quello è il Signore. Ma nonostante queste parole, le attenzioni che Lenny regala al piccolo Pio ci dicono qualcosa di diverso, come se Lenny si sentisse responsabile della sua venuta al mondo, come se lui stesso fosse il progenitore del piccolo Pio.
La crisi esistenziale di Lenny, in questo settimo episodio, viene controbilanciata dal rimorso del suo amico d’infanzia, il cardinal Dussolier (Scott Shepherd), che non riesce a dimenticare il suicidio del giovane che aveva respinto per presunta omosessualità, per ordine di Lenny, dal percorso di Chiesa che avrebbe voluto intraprendere. Dussolier è turbato, si sente in colpa, ma accusa Lenny di essere stato lui a ucciderlo, con le sue idee così ristrette e bigotte. Decide che è arrivato il momento di tornare a casa, in Honduras, e riprendere la sua opera di cristianizzazione nel luogo in cui la malavita e il narcotraffico sono la causa di tanta sofferenza. Prima di partire, Dussolier frequenta una festa e viene sedotto da una donna, ma lui non cede, forse per l’eccessivo alcool in corpo o per il ricordo sempre presente del ragazzo suicida. Dussolier viene riportato a casa in stato semi incosciente dall’autista della padrona di casa che lo aveva ospitato e questi prova ad abusare del cardinale, non riuscendoci e lasciandolo per strada senza vestiti addosso. A questo punto, sopraffatto dagli eventi, Dussolier decide che è arrivato in momento di tornare in Honduras. Al suo ritorno, viene preso in ostaggio da uno dei narcotrafficanti più potenti del Paese, il quale ha scoperto che Dussolier e la moglie ebbero una relazione prima che lui partisse per Roma. Nella scena successiva, Dussolier viene gettato nuovamente da un’auto, questa volta vestito, ma con un colpo di pistola mortale allo stomaco.
…E PERMETTI ALL’UOMO DI NASCERE
Se la puntata precedente era più concreta e più narrativa, con l’ottavo l’episodio torniamo alle atmosfere simboliche e oniriche dei primi episodi. Lenny e Suor Mary (Diane Keaton) apprendono della prematura scomparsa di Andrew Dussolier ed entrambi ne sono scossi, ma in modi diversi: Suor Mary si dispera nella sua camera, mentre Lenny prega con tutte le sue forze che il caro amico d’infanzia possa trovare la pace finalmente. Ma non c’è troppo tempo per portare il lutto, il Vaticano ha troppi impegni a cui attendere: dal problema della protesta contro le aspre posizioni clericali sull’aborto, alla richiesta di canonizzazione della giovane Juana (che pare possa guarire i malati solo raccontando storie sulla Madonna), al viaggio in Africa che il Papa dovrebbe fare per visitare uno dei Villaggi della Bontà di Suor Antonia. Pio XIII è combattuto, si sta rendendo conto che il suo piano di avvicinare i fedeli per mezzo della sua assenza non sta funzionando, così decide di rivolgersi al cardinal Spencer, il quale non risparmia parole dure verso il suo protetto. Spencer è convinto che Lenny abbia una crisi di fede, del tutto normale quando si è ancora così giovani, e che i dubbi sull’esistenza di Dio che lo attanagliano lo condurranno solamente in un’oscurità ancora più profonda. Lenny deve uscirne da solo, ritrovare la sua strada senza che nessuno gli mostri la via e questo, secondo Spencer, potrà accadere solo se dimenticherà il suoi genitori, seppellendoli simbolicamente nei suoi ricordi. In un certo senso, dopo il colloquio con la sua guida spirituale e la notizia che Peter e Esther insieme al piccolo Pio sono andati via lasciandolo solo, Pio XIII arriva a una sorta di presa di coscienza: la morte del canguro ospitato nei giardini simboleggia la morte della sua infanzia, la fine di un’era di oscurità e perplessità e la nascita della consapevolezza e della maturità.
Dunque, Pio XIII decide che è arrivato il momento di fare quel viaggio in Africa, di scoprire finalmente il mondo in tutte le sue sfaccettature. L’Africa è un luogo di gioia, di colori e di sorrisi, ma anche di morte e tirannia, sotto il comando del Principe Abadi. Arrivato nel Villaggio della Bontà di Suor Antonia, il Papa viene a contatto con una realtà crudele: gli abitanti stentano a vivere per la mancanza d’acqua, sotto la supervisione di Suor Antonia, ma ciò che più sconvolge è che la stessa Antonia nasconde delle scorte d’acqua per sé, facendo morire di stenti e privazioni adulti e bambini ignari della situazione. Non solo, Suor Antonia si abbandona anche a comportamenti poco consoni a una suora, cosa che Pio XIII sappiamo non tollerare nella maniera più assoluta. Dopo questa scoperta sconcertante insieme al fatto che Suor Antonia sia totalmente d’accordo con il regime di terrore instaurato dal Principe Abadi, Pio XIII decide di presenziare a un incontro pubblico con il Principe, rimanendo però lontano dagli occhi dei media e del mondo. Il discorso di Lenny è risoluto e manda un messaggio che finora nessuno aveva mai potuto ascoltare: Lenny chiede pace, chiede al popolo di essere “colpevoli di portare la pace”, poiché nessun bambino nasce con il desiderio di guerra. Dio è Pace e la Pace è Dio, perciò “Se volete vedere Dio, avete tutti gli strumenti per farlo”. Uno schiaffo morale nei confronti del despota Abadi seduto sul suo trono di sabbia. Potrebbe sembrare un discorso da fiaba in stile “e vissero felici e contenti” ma Lenny non è un Papa comune. Eppure la morte sulle strade, la mancanza di cibo, acqua e servizi, e le torture fisiche e psicologiche subite dagli uomini lo spingono a dover riconsiderare il suo punto di vista e a pronunciare tali parole. Il Papa, però, non si arrende a queste ingiustizie e, durante il viaggio di ritorno in Vaticano, si ferma in una stazione di servizio a pregare intensamente il Signore. Non si sa cosa preghi ma sappiamo che nello stesso istante Suor Antonia beve dell’acqua, non quella purificata ma probabilmente l’acqua inquinata del posto che provoca dolori lancinanti, e inizia a sentirsi male. Più Lenny prega, più Suor Antonia si contorce dal dolore, morendo pochi istanti dopo, nella sua stanza, inascoltata. Come se Suor Antonia fosse morta per i suoi peccati e fosse stato proprio Pio XIII, per intercessione del Signore, a scagliare la vendetta divina sulla suora peccatrice.
***
Queste due puntate, nonostante siano diverse come impostazione, la prima più concreta e discorsiva, la seconda più metaforica e simbolica, sono le chiavi di volta di The Young Pope. Rappresentano il tardo coming of age di Lenny Belardo, la presa di coscienza e il cambiamento da un quasi cinquantenne rimasto legato al ricordo del piccolo Lenny orfano a un Lenny adulto, il quale deve fare i conti con la realtà, con l’esistenza di Dio e con i problemi reali che lo circondano.
Anche la narrazione cambia: Sorrentino ha utilizzato un espediente piuttosto riuscito per farci credere che questa serie fosse una critica in dieci episodi sulla Chiesa e i suoi dogmi, esponendo e smascherando i peccati dietro la fede vacillante di molti cardinali, grazie alle posizioni così controverse e conservatrici di Pio XIII. Ma il realtà c’è molto di più dietro. Da questo momento in poi, è chiaro che l’intento è ristabilire la fede, o meglio, trovarla del tutto. Il messaggio di pace del Pontefice in Africa è il simbolo della positività di questa serie, un discorso che tocca nel profondo e che fa cadere tutta l’impalcatura retrograda e chiusa del giovane Papa. Lenny rimane, però, un Papa controverso, che prima fa miracoli e poi scaglia l’ira divina sui peccatori; è amorevole e scontroso allo stesso tempo, invoca la pace ma usa mezzi forti per punire chiunque non sottostia alle sue idee. Il coming of age è arrivato, sì, ma come in ogni transizione da giovane ad adulto, è ancora presto per ritenerlo del tutto maturo. La strada è in discesa, se non altro, e Lenny presto capirà qual è il vero sentiero per trovare Dio.
Silvia Speranza
Edel Jungfrau
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