Nella notte di domenica è andato in onda il finale della terza stagione di Homeland che ha registrato un record di ascolti per Showtime.
Un episodio molto coraggioso che ha lasciato di stucco i numerosi fan dello Spy Drama.
Spoiler alert! Se non avete ancora visto l’episodio, non fate un passo avanti! Poi non dite che non l’avevo detto…
Perché un episodio coraggioso, dite?
Il motivo è semplice. La produzione ha deciso di terminare la storia del marine Nicholas Brody. Il tormentato protagonista ci ha lasciato appeso ad una gru in piazza a Teheran, in una delle scene più intense e drammatiche della stagione. Non siamo nuovi alle morti di personaggi del cast principale, soprattutto sulle reti cable (si è capito vero?), ma questo evento credo abbia qualcosa in più. Si sa che Homeland è una delle serie di maggior qualità del momento e il merito appartiene in buona parte ai due protagonisti. Di certo non è una scelta facile lasciarne andare uno.
La straordinaria Clare Danes non ce ne vorrà se ci dimenticheremo di lei in questa parte dell’articolo, il quale non può che essere un elogio alle doti drammatiche di Damian Lewis. Queste tre stagioni in sostanza hanno raccontato la storia del suo personaggio. La cattura, il tradimento, il conflitto e poi ancora il dolore e il riscatto. Una trama sempre all’altezza che ha fatto la sua fortuna riducendo a brandelli il sergente dei marines. Certo, ci voleva un attore eccezionale per questo ruolo. Se vogliamo dirla tutta, chiunque conoscesse il tenente Winters di Band of Brothers avrebbe dovuto avere dei seri problemi per non dare la parte a lui. Anzi, ne approfitto per ricordarvi questa miniserie HBO che è universalmente riconosciuta come una delle migliori e più imponenti della storia.
Tornando a noi: Nicholas Brody ci ha lasciato ma la storia va avanti. E forse un po’ di lui ne farà parte. No, non sto parlando della stella che dà il nome all’ultimo episodio ma del figlio che Carrie porta in grembo. Per conoscere la direzione futura di questa coinvolgente serie sulla CIA ci affidiamo alle parole dello showrunner Alex Gansa, che risponde alle domande sul finale e sul futuro di Homeland.
ENTERTAINMENT WEEKLY: Quindi ora la serie è finita?
Alex Gansa: No, ma capisco cosa intendi. Effettivamente è sembrato un series finale. Quando si vede quella stella alla fine e si realizza che la relazione più importante è finita, non ci sono dubbi che per la serie è in atto un’importante reinvenzione o un nuovo inizio che vedremo nella quarta stagione.
Cosa avete intenzione di fare adesso?
Alex Gansa: Per adesso non ci sto ancora pensando. L’unica cosa che ci frulla in testa è la tentazione di mostrare Carrie mentre fa quello per cui è stata addestrata, ovvero la coordinatrice in una capitale straniera. Sembra un buon punto di partenza per discuterne.
Per me il senso di finalità nell’episodio è stato abbastanza coraggioso, non ho smesso di aspettarmi un qualche colpo di scena come nelle stagioni passate, ma questo probabilmente sarebbe apparso insulso dopo la dipartita di Brody.
Alex Gansa: L’intera stagione è stata costruita attorno a questo finale. Non proprio la sua impiccagione nella piazza di Teheran, ma sapevamo che Brody non sarebbe sopravvissuto alla stagione. Il suo personaggio ha rappresentato una grande parte dello show. Il titolo [del finale] “The Star” (“la stella”, NdR) aveva più significati; lui è stato sicuramente una delle due stelle della serie. E perdere un personaggio del genere è doloroso. Damian Lewis è un attore fenomenale; Brody era un personaggio essenziale. Si è trattata di una decisione molto difficile e abbiamo voluto onorarlo e non creare disordine con altre cose. Per questo gli ultimi due episodi sono andati così.
Come ha reagito l’esecutivo di Showtime alla notizia che questa volta avreste ucciso Brody per davvero?
Alex Ganza: Anche se erano comprensibilmente esitanti riguardo ad una mossa audace come questa, quando gli scrittori hanno raccontato loro come si sarebbe conclusa la storia e che c’era il bisogno di andare avanti, penso che alla fine abbiano rispettato la scelta. Per quanto riguarda i loro rifiuti nelle prime due stagioni, ne sono enormemente grato. Penso che ne sia valsa la pena visto il modo in cui siamo riusciti a portare a compimento la storia di Brody.
C’è la possibilità che Brody appaia ancora in un sogno? O in un flashback?
Alex Gansa: Direi che è molto poco probabile. Ma non si sa mai.
C’è un motivo particolare per cui Istanbul è stata scelta come prossima meta per Carrie?
Alex Gansa: Solo la vicinanza con l’Iran. I due stati confinano e sarebbe facile estrarre Javadi da quel punto. Inoltre ho sentito dire che è una città meravigliosa dove andare a girare.
Quindi pensate che per la quarta stagione girerete delle scene in Turchia?
Alex Gansa: Onestamente non lo so ancora. Ci sono molte carte in gioco. Penso che sarebbe interessante ambientare parte della stagione oltremare.
Quindi significa anche che Javadi tornerà?
Alex Gansa: Ancora, è una domanda senza risposta. Una delle cose migliori del passaggio tra stagioni è quanto tempo passi. Potremmo fare un bel salto temporale, oppure no. E tutte queste decisioni saranno prese in considerazione, e una di queste è se Javadi tornerà nella quarta stagione ed interpreterà un ruolo più importante, o se ci sarà una nuova sfida per Carrie.
Alcuni fan sono preoccupati che Saul (Mandy Patinkin) possa non tornare, ma presumo che lo farà.
Alex Gansa: Vi assicuro che Mandy Patinkin tornerà come regular. Te lo posso confermare al 100%. Anche se non ha più un ruolo a Langley, la CIA affida un sacco di lavori ad enti privati. Lui farà parte di quell’ambiente. Saul è comunque un professionista del reclutamento e alla CIA può far comodo qualcuno con il suo enorme bagaglio di conoscenze per varie missioni di spionaggio.
Sappiamo che non faranno più parte del cast regolare, quindi Dana e Jessica non appariranno affatto nella prossima stagione?
Alex Gansa: Vorrei essere un po’ meno definitivo su questa cosa. Facilmente ci sarà spazio per loro in qualche episodio. Carrie in un modo o nell’altro dovrà chiudere il cerchio contattando una di loro; la ragione più importante è quella di far sapere loro come è morto davvero Brody, che in questo momento si tratta di un’informazione strettamente riservata. L’ultima cosa che l’esercito rivoluzionario o gli Ayatollah devono sapere è che si trattasse in realtà di un’operazione della CIA. Deve sembrare che Brody fosse impazzito quando ha ucciso Akbari. Questa deve essere la versione ufficiale in modo che qualsiasi possibile negoziazione della pace possa procedere indisturbata.
Una cosa che mi lascia perplesso: l’Intelligence iraniana non avrebbe dovuto sapere che Brody non era l’attentatore di Langley?
Alex Gansa: Solo una persona lo sapeva con certezza, Abu Nazir. Bisogna capire che Teheran ha delegato l’attacco a Langley ad Abu Nazir contando su di lui per portarlo a termine. Non erano coinvolti direttamente, avevano delegato alla rete di Abu Nazir sul territorio.
Quale effetto pensi che avrà la maternità su Carrie?
Alex Gansa: Questa questione sarà centrale quando ci riuniremo per lavorare alla storia. Porterà il bambino ad Istanbul? Lo lascerà con suo padre?
Cosa vorresti dire ai fan contrariati dalla morte di Brody che minacciano di abbandonare la serie?
Alex Gansa: [sospira] Sai, potrei dire questo: la cosa intristisce anche noi. Dobbiamo elaborare non solo la perdita del personaggio, ma soprattutto quella di un attore incredibile, Damian Lewis, che non vedremo più nelle scene. Ma lo show sta andando avanti e lo farà con alcuni dei suoi fan, se non tutti. Alcuni vogliono un racconto di spie, alcuni una storia d’amore, altri solo Dio sa cosa. Non soddisferemo tutti quanti. E per la scomparsa di Brody a noi è sembrato il momento più adatto. La sua permanenza come personaggio interessante e vitale, capace di coinvolgere ogni volta che appariva sullo schermo, stava raggiungendo la fine. Le apparizioni limitate di questa stagione lo hanno dimostrato. Lo volevamo davanti alla telecamera quando aveva senso che ci stesse.
Pienamente d’accordo con la scelta dei creatori della serie. Anche se credo che sarà difficile strutturare un prodotto all’altezza delle prime tre stagioni senza il carisma di Damian Lewis. Voi cosa ne pensate? Ce la faranno? E il bambino che fine farà?
Vi lascio commentare. Intanto vado a disegnare una stella nera sul muro del soggiorno. Semper Fi!
Fonte: InsideTV
Matteo Pilon
Ultimi post di Matteo Pilon (vedi tutti)
- Attraverso lo Specchio: da Blogger a regista. - 3 Agosto 2015
- BlogDuello: The Walking Dead - 19 Maggio 2015
- Upfront 2015/2016 – CBS - 14 Maggio 2015