In alto i famosi “Red cup”, si brinda agli anni spensierati trascorsi alla Cyprus.
Oggi con la nostra rubrica Back to the Past vogliamo riportarvi indietro di qualche anno. Era l’estate del 2007 quando sulla ABC Family venne trasmesso il Pilot di Greek, una serie nata da un’interpretazione molto particolare del motto del canale: “A new kind of Family”.
Fughiamo subito ogni dubbio. La serie non ha mai riscosso molto successo dalla critica e molti potrebbero chiedersi: cosa c’entra con i colossi che ci avete proposto finora in questa rubrica?
È vero. Questa serie non si è mai distinta per la qualità della narrativa, per il cast, per qualsiasi aspetto che fa di un prodotto televisivo un capolavoro. Ma è altrettanto vero che è riuscita a farsi amare dal suo pubblico in un modo che poche altre serie possono vantare. Se cercate un po’ in giro, troverete raramente delle recensioni che non traspaiano quel senso di commozione che Greek è stata capace di lasciare con il suo finale, arrivato al momento necessario eppure così dannatamente presto. Ma in fondo è proprio quello il tema principale di questa serie: il conflitto tra la spensieratezza degli anni più belli della propria vita e le responsabilità della crescita. Per chi ha avuto la fortuna di seguirla proprio in quegli anni non c’è niente di così emozionante.
Se vi ho convinti, continuate a leggere e benvenuti alla Cyprus Road University!
LA SERIE
Greek è una serie dramedy (liberamente ispirata ad Old School) che racconta le vicende di alcuni studenti di un piccolo college dell’Ohio e dei loro impegni legati all’affascinante mondo delle confraternite. Un mondo raccontato attraverso gli occhi della matricola Rusty Cartwright (Jacob Zachar) che vuole disperatamente farne parte per lasciarsi alle spalle l’etichetta del secchione impacciato e per vivere un’autentica esperienza di college, come ci racconta lui stesso in questo estratto del pilot:
Prestigio a parte, mi piace l’idea di avere un gruppo di amici che condividono un senso della tradizione promosso da un’istituzione che ha più di duecento anni! Fratelli per la vita, giusto?
Dopo una movimentata selezione, Rusty trova nella festaiola Kappa Tau Gamma la confraternita più adatta a lui. Questi Kappa Tau vivono per divertirsi – sono in sostanza degli scapestrati – ma condividono quel senso di fratellanza che stava cercando. Il loro presidente è Cappie (Scott Michael Foster) e, a detta di molti, è il vero protagonista della serie. Personaggio unico nel suo genere, divertente, intelligente, dotato di un gran cuore, è proprio lui a fare i conti con la difficoltà di lasciarsi alle spalle la vita che ama – nella quale è considerato quasi un dio – e proseguire verso l’ignoto di un futuro fatto di infinite possibilità. Il motivo principale per farlo è la bella Casey Cartwright interpretata da Spencer Grammer, figlia del grande Calsey Grammer di Frasier.
Casey è la ex mai dimenticata di Cappie, nonché sorella maggiore di Rusty, fa parte della confraternita femminile delle Zeta Beta Zeta, le incantevoli principessine del campus, e aspira a diventarne la presidentessa. In questo gioca a suo favore essere la ragazza di Evan Chambers (Jake McDorman), membro importante della confraternita più popolare, gli Omega Chi Delta, e discendente di una delle famiglie più ricche del paese. Evan è in fondo un bravo ragazzo ma, quando si tratta di Casey, sa essere un vero pezzo di menta. Questo è il motivo per cui tra gli Omega Chi e i Kappa Tau non corre buon sangue. E la cosa è un problema per Rusty, perché il suo amico Calvin (Paul James) si è unito alla confraternita rivale. Calvin è un ragazzo gay che, arrivato al college, tiene nascosta la sua omosessualità per non essere etichettato.
Fra i nuovi amici di Rusty c’è poi Dale Kettlewell, il suo coinquilino del programma speciale di ingegneria. Estremista sudista e battista, Dale si oppone fermamente allo stile di vita promiscuo delle confraternite e per questo la sua amicizia con Rusty verrà spesso messa alla prova. L’ultima matricola del cast principale è Rebecca Logan (Dilshad Vadsaria), figlia di un senatore e gioiello delle Zeta Beta Zeta. Cresciuta sotto i riflettori, Rebecca ha sviluppato una personalità forte e poco incline al legame con gli altri. Inoltre il suo rapporto con Casey non parte con il piede giusto per via di un rapporto occasionale con Evan. Il cast si completa con Ashleigh (Amber Stevens), Zeta Beta e migliore amica di Casey che la aiuterà ad affrontare lo spietato mondo della politica nel campus.
Il creatore della serie, Patrick Sean Smith, ha dichiarato di aver scritto lo show che avrebbe ardentemente voluto vedere e di cui si sentiva la mancanza. Il college è, in effetti, un’esperienza molto sentita che lascia una traccia indelebile nel cuore degli americani che l’hanno frequentato. Ci sono molti modi differenti per viverlo e Greek ne offre una visione abbastanza completa. Ovviamente la forza dello show sta nella rappresentazione di una goliardia fatta di sesso ed uso smodato di alcool. Tutto questo però è rafforzato da dei personaggi che nascono come caricature ma con il tempo rivelano un carattere talmente definito che finiscono per sembrare estremamente reali.
A completare l’opera si aggiunge un umorismo basato sulle esagerazioni, sulla complicità e soprattutto sulla parodia dimostrando che la serie è capace di non prendersi sul serio ma, anzi, di giocare con i vari stili con una semplicità che appartiene alle comedy e che difficilmente si riscontra in serie drama. Un divertimento a cuor leggero di un’autenticità rara.
Ma le parole non riescono a rendere l’idea con efficacia, così vi allego un extra in cui gli attori raccontano il membro più importante del cast: il famoso Red Solo Cup.
È in inglese ma sono sicuro che non farete fatica a seguirlo.
LE STAGIONI
La prima stagione di Greek è iniziata nel 2007. Dopo l’estate la serie si è dovuta interrompere a metà per via del famoso sciopero degli sceneggiatori. Per questo motivo è stata suddivisa in due capitoli, il secondo dei quali è andato in onda dal marzo dell’anno successivo.
La cosa è diventata prassi con la seconda stagione che ha continuato con i capitoli terzo e quarto. Nell’estate del 2009 è iniziata la terza stagione, i capitoli quinto e sesto. Durante il sesto capitolo la produzione ha reso noto che la serie avrebbe avuto un’ultima breve stagione di dieci episodi per chiudere le varie storyline, il settimo capitolo, programmato per il gennaio 2011.
I primi tre capitoli raccontano il primo anno di college per Rusty e coetanei, mentre per Casey, Cappie ed Evan è il terzo, ovvero il penultimo. È l’anno degli iniziati per le matricole, che vengono sottoposte ai riti tradizionali, spesso dolorosi e mortificanti. Nei capitoli dal terzo al quarto questi diventano degli “effettivi” e si trovano alle prese con responsabilità differenti. È in quest’anno che le trame legate all’andare avanti si ripropongono in tutta la loro forza e i Senior assumono un ruolo più importante. L’ultimo capitolo conclude il racconto con il primo semestre del terzo anno in cui, per un motivo o per l’altro, tutti i Senior rimangono legati alla Cyprus.
Forse proprio questa compattezza temporale – con la consapevolezza che si trattasse di un periodo destinato a finire – ha portato ad ottenere una storia unica, senza quella classica separazione tra stagioni che spezza la continuità narrativa. In questo modo anche il difetto principale messo in luce dalla critica, la continua riproposizione di situazioni e dinamiche, è accettabile perché rimane al servizio di una storia coerente dall’inizio alla fine. E d’altronde non è così la gioventù? Una frenetica sequenza di situazioni amorose, eventi e piccoli problemi sempre uguali?
Certo, come anticipato, Greek non è mai stata una produzione di grande qualità ma la scelta del soggetto si è rivelata così forte e fortunata che il resto è venuto da sé. A volte capita.
E di questi tempi bisogna ammettere che ci vuole coraggio a pianificare una fine.
CURIOSITÀ
Concludiamo con alcuni aneddoti sul mondo di Greek.
I Kappa Tau hanno insegnato al mondo che esistono infinite possibilità per divertirsi durante una festa, ovviamente a base alcoolica. Tra le tante ricordiamo l’ormai celebre Birra Pong, uno fra i giochi più particolari al mondo di cui esistono anche leghe professionistiche, il ghiacciolone e il body shot. E non si può dimenticare il Vesuvio, l’attrazione principale della sede, capace di far piovere birra dal cielo, o Joshua Wopper, uno studente virtuale in grado di tenere la media di quegli scansafatiche sopra la soglia imposta dal college.
E poi ci sono i membri indimenticabili come Joe l’egiziano, Beaver (Scopino nella versione italiana), l’inquietante Jeremy e Gonzo.
Io non dimenticherò mai la scena in cui Cappie recita il discorso di Braveheart per risollevare una squadra di hockey in preda ai postumi da sbornia.
Vi riporto un video in cui ascoltiamo la sigla della serie fischiettata da Beaver.
Un’altra cosa interessante è il fatto che molte giovani band americane hanno fatto dei cameo suonando alle feste delle confraternite o addirittura recitando. L’esempio più eclatante è quello dei Plain White T’s, famosi per le canzoni Our Time Now e Hey Delilah, che hanno accompagnato la promozione della serie suonando proprio queste due canzoni nella prima stagione, e che sono apparsi in qualità di membri Kappa Tau in alcune puntate delle stagioni successive che giocavano ironicamente sulla situazione. Altri cameo: The Dollyrots, Marié Digby, American Bang, Alpha Rev.
Ricordiamo inoltre che le prime due stagioni di Greek sono state accompagnate da un sito www.virtualrush.com che dava la possibilità agli utenti di sfidarsi in varie competizioni per apparire nella serie. Nella prima stagione questo è sfociato in un reality show, Rush*d.
Concludiamo questo capitolo della rubrica Back to the Past con un breve finale alternativo della serie che racconta l’evoluzione dei personaggi due anni dopo la conclusione della trama, il giorno della laurea di Rusty.
Cosa dire? Greek è forse la serie che ricordo con più nostalgia e sono sicuro che è lo stesso per molti di voi. Se mai mi sono avvicinato al piangere per un finale di serie, è stato per Greek. E non me ne vogliano Scrubs, Weeds e tutti gli altri per questo. Ricordo di aver avuto i brividi.
Se non l’avete mai vista posso solo consigliarvi di farlo. Per me sarebbe un’enorme soddisfazione se anche un solo Itasiano potesse scoprirla e viverla grazie a questo articolo. Ne sarebbe valsa la pena.
Vi lascio fischiettando la sigla come Beaver e vi raccomando di andare a rivedere tutte e quattro le stagioni.
Ma prima non dimenticatevi di lasciare un commento per dirci cosa ricordate con più affetto di Greek.
Al prossimo Back!
Matteo Pilon
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