Come si fa a rendere il sesso interessante in un’era in cui ne siamo costantemente bombardati? Questo e molto altro è stato chiesto alle creatrici e produttrici dello show e queste sono le loro risposte…
Questa sera andrà in onda la seconda stagione di Masters of Sex, la punta di diamante dello scorso anno per Showtime. Uno show intelligente, ben studiato e gradevole sotto ogni punto di vista, tanto da portare alla protagonista Lizzy Caplan la nomination come miglior attrice protagonista in una serie drammatica agli Emmy 2014. La fiducia per questo show è davvero ben riposta, poiché già dai primi episodi della serie abbiamo potuto vedere come una serie improntata sul sesso sia stata elevata a un livello ancora più alto dei tanti show che ne parlano o che semplicemente lo fanno vedere per attirare audience. Non che ci sia nulla di male, la TV, internet e la società in generale ne sono invasi e sarebbe corretto dire che ormai non ci fa più né caldo né freddo vedere un seno scoperto o dei genitali in bella mostra.
Possiamo pensare che siano volgari, possiamo guardare quelle scene ammirati o semplicemente prendere quello che ci dà la televisione per quello che è, ma la sostanza è che il sesso è davvero ovunque e sono talmente tanti i tabù infranti (per fortuna, direi) che l’argomento è diventato quanto di più naturale potrebbe essere. Se da un lato questa libertà sessuale è un vantaggio “evolutivo” che permette alle persone di avere consapevolezza della propria vita privata e di non sentirsi in colpa per una cosa così naturale e bella come il sesso, dall’altro lato, quello televisivo in questo caso, sta diventando sempre più difficile riuscire ad essere interessanti e innovativi nel parlarne. È una sfida che in pochi riescono a vincere, a mio parere: c’è sesso e sesso e a volte è tutto uguale, pianificato e palesemente buttato tra una scena e l’altra di una serie, e poi c’è Masters of Sex. Uno show che ne parla in termini diversi da tutto il resto dello show business e lo rende maturo, adulto, disinvolto e naturale, infrangendo quelle barriere tra il “noioso” e il “già visto”: non c’è nulla di volgare in Masters of Sex e tutto è sapientemente pensato per far capire allo spettatore che il sesso non è solo il filmino hard o la scena più spinta a cui possiate pensare, ma è anche e soprattutto scienza, è consapevolezza, è un argomento serio oltre che frivolo.
Dietro il successo di Masters of Sex ci sono tre donne: Michelle Ashford, Amy Lippman e Sarah Timberman, le quali ci dicono di aver visionato almeno 50 scene di sesso in altrettanti film di successo per poter arrivare a creare scene di sesso che includessero non solo la fisicità dell’atto in sé e per sé, ma anche tutte le emozioni che vengono dopo. “Volevamo trovare qualcosa che fosse davvero sensuale”, dice Michelle Ashford, “e visto che il sesso era il punto focale della nostra storia, doveva essere divertente o umiliante o curioso o rivelatore… o altro ancora”.
Il TIME ha posto alle creatrici e produttrici dello show alcune domande a riguardo, leggiamole insieme:
Dunque avete visionato più di 50 scene di sesso. Qual è stata la più sexy?
Ashford: Corcordiamo tutte sul fatto che Don’t Look Now, film del 1973 con Donald Sutherland e Julie Christie, sia il più sensuale. Micheal Sheen l’ha adorato e noi altrettanto. Il nostro regista, John Madden, ha detto: “Ogni scena diretta da me finora è stata influenzata da quel film” perciò, quando lo abbiamo rivisto, abbiamo cercato di capire quali fossero le nostre reazioni. Pensavamo che il film volesse cercare di essere sexy, ma il realtà non è così: il sesso era davvero sexy. Girarono quella scena alternandola a scene dei protagonisti dopo il sesso, mentre si preparavano ad uscire. Significa che i “postumi” del sesso si ritrovano nei loro volti e si capisce cosa significa per loro quell’intimità. Così si ha una buona storia e si può vedere sia l’atto sia l’effetto che ha sui protagonisti.
Oggi è raro ottenere un risultato del genere, vero?
Ashford: Penso che in molti show si pensi ancora: Ok, abbiamo un sacco da mostrare quindi prendiamo due che scopano per rendere il tutto più interessante.
Ciò che rende interessante Masters of Sex è la volontà di trattare di sesso con approccio scientifico.
Ashford: Noi mostriamo molto sesso, ma le discussioni sull’argomento sono decisamente schiette: usiamo termini come “vagina” o “clitoride” all’infinito ed è una cosa che non si trova in molte serie TV.
Lippman: Non voglio sembrare puritana, ma prima di questa serie non credo di aver mai detto la parola “vibratore” in pubblico, in assoluto.
Ashford: E ora devi dirla almeno 6 volte al giorno.
Lippman: All’ora! E la mastubazione col vibratore di qua e senza il vibratore di là…
Si parla anche di argomenti molto seri come il vaginismo, malattie sessuali rare o impotenza maschile. Argomenti decisamenti non “sexy” in uno show sul sesso.
Ashford: Vogliamo che le persone si immedesimino. Chi guarda lo show, tutti noi, non abbiamo una vita sessuale sempre perfetta; c’è chi soffre di disfunzioni di natura sessuale, chi ha insicurezze o ha avuto incontri amorosi disastrosi. Vogliamo che queste persone guardino lo show e pensino:”Beh, questo sono io.”
C’è quasi uno scopo sociale dietro allo show, quindi…
Timberman: Sì, la produzione ci ha dato carta bianca per poter affrontare tanti di questi tabù.
Come vi assicurate che la scienza di cui parlate sia corretta?
Ashford: Una delle rivendizazioni scientifiche di Masters e Johnson è quella di rifiutare la teoria freudiana secondo la quale l’orgasmo vaginale sia superiore all’orgasmo clitorideo, teoria che fece pensare a metà della popolazione femminile di essere “frigida”. Quando, nell’effettivo, parte del copione era stato scritto ci siamo resi conto di non aver compreso del tutto i meccanismi; ad un certo punto avevamo tutti questi diagrammi e cercavamo di capire le differenze tra di essi. È stato divertente perché eravamo tutti riuniti al tavolo a dire: “Seriamente, è così che funziona?”
È ancora una rarità per Hollywood avere delle donne che dirigano uno show. Secondo voi questo influenza in qualche modo la scrittura di questa storia ?
Ashford: Questo è un argomento molto trattato ma che spesso dimentichiamo. Lo show è diretto da molte donne, non è fatto apposta ma di sicuro non c’è il punto di vista di un uomo.
Lippman: E il piacere femminile è ben rappresentato. Si potrebbe pensare che, avendo solo donne a scrivere le sceneggiature, si sia più interessati a raccontare di amore e romanticismo e, per quanto sia una delle componenti della serie, non è necessariamente il punto focale di essa.
Timberman: Giusto. Nella prima stagione abbiamo parlato spesso della battuta di Masters, secondo cui le donne sarebbero “atlete sessuali più brave” poiché hanno orgasmi multipli.
Nella preview della seconda stagione, Virginia Johnson parla di un aumento di stipendio, di pillole dimagranti, di dildo e di competizione tra donne. Guardando queste scene è difficile immaginare che non ci siano delle donne dietro a produrre lo show.
Lippman: Ciò che ci autorizza a parlarne non è il fatto di essere donne, ma di avere nello show un personaggio come Virginia Johnson, una donna eccezionale, imperfetta e complicata, ma straordinariamente rivoluzionaria. Il suo atteggiamento verso il sesso è insolito anche per i tempi moderni. Era in grado di saper distinguere tra sesso e amore.
Giusto. Ed era anche una mamma lavoratrice.
Lippman: Sai, tutti abbiamo figli e lavoriamo. Lottiamo ogni giorno con “Quando posso tornare a casa? Perché mio figlio oggi ha la partita ” o “Devo prendermi una settimana di ferie per portare mio figlio a visitare alcuni college”. Da parte nostra non giudichiamo Virginia e il suo essere una mamma lavoratrice; invece apprezziamo gli sforzi di chi, negli anni ’50, cercava di mantenere in equilibrio le proprie ambizioni professionali e la famiglia.
Parlando con Lizzy Caplan è venuto fuori che l’amicizia tra le donne dello show ha davvero tante sfumature. Potreste dirci qualcosa in più?
Ashford: A volte le relazioni amicali tra donne vengono dipinte come: “Siamo migliori amiche e ci diciamo tutto” o “Mi piaci, ma vogliamo lo stesso uomo quindi ti odio.” La verità è che spesso sono molto più complicate di qualsiasi relazione amorosa, tra fratelli, tra madri e figlie e così via. C’è competizione tra le donne e anche invidia, possono essere moraliste e altruiste allo stesso tempo, ma sotto l’apparenza ci sono milioni di emozioni diverse nell’amicizia tra donne e credo sia nostro dovere mostrare queste donne e le loro interazioni in maniera molto specifica.
In attesa della prima puntata, che andrà in onda questa sera su Showtime, vi lascio con il trailer ufficiale della seconda stagione:
Cosa ne pensate voi di questi temi: è ancora possibile stupire lo spettatore con il sesso o è già stato esplorato l’esplorabile e non c’è più nulla di nuovo da mostrare o da raccontare? Secondo voi avere solo donne dietro uno show influenza in qualche modo la storia o sono solo stereotipi? Cosa ne pensate di Masters of Sex? Fatecelo sapere con un commento e a presto, con i nostri sottotitoli!
Fonte: time.com
Edel Jungfrau
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