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Cinque motivi per recuperare The Fades

The Fades, la serie televisiva fantasy che esce dai canoni della classica scrittura sul soprannaturale.

Innanzitutto vi informo della scelta di raggruppare questa serie di articoli in un tag, che chiameremo semplicemente “cinque motivi per recuperare“. In questa sorta di rubrica verranno elencati cinque motivi per recuperare delle brevi (come avrete notato, il quinto motivo è sempre “la durata”) serie televisive meritevoli che purtroppo hanno poca fama.
Oggi è il turno di The Fades, la serie perfetta per chi ama il soprannaturale.

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The Fades è una serie televisiva britannica creata da Jack Thorne, trasmessa nel 2011 su BBC Three, e vincitrice del BAFTA 2012 come miglior serie drammatica.

Il protagonista è un teenager in grado di vedere gli spiriti dei morti, chiamati “Ombre” (“Fades” in inglese), che sono rimasti sulla Terra. Le Ombre sono vendicative e crudeli, e hanno trovato un nuovo modo per tornare in vita. Toccherà al protagonista, e ad altre poche persone come lui che si fanno chiamare “Angelici”, fermare l’avanzata di questi spiriti.

Una trama piuttosto semplice e a prima vista banale, ma non fatevi ingannare dalle apparenze. Andiamo a vedere i cinque motivi per cui recuperare questa serie:

 

1) I PERSONAGGI

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Uno dei punti forti della serie sono i personaggi, le loro relazioni, e il legame che si crea tra loro e lo spettatore. Il protagonista è Paul (Iain De Caestecker, Agents of S.H.I.E.L.D.), insicuro teenager che si scoprirà capace di vedere le Ombre. Il secondo personaggio principale è Mac (Daniel Kaluuya, Psychoville, Skins), migliore amico nerd e ironico di Paul. Questi due personaggi formano la classica coppia di timidi amici per la pelle, che vengono isolati da tutti ed etichettati come “sfigati”. Persino la sorella gemella di Paul (Lily Loveless, Skins) cerca di stare il più lontano possibile dal fratello. Ma questo preambolo più teen non durerà molto, e lascerà presto spazio alla svolta horror/fantasy della serie. In questo ambito entrano in gioco diversi altri personaggi, principalmente Neil (Johnny Harris, This Is England), il mentore di Paul che lo guiderà, a modo suo, nel mondo degli Angelici, e Sarah (Natalie Dormer, Game of Thrones, Elementary, The Tudors), ex-Angelica ora diventata Ombra. Degno di nota è il villain della serie, John (Joe Dempsie, Game of Thrones, Skins), carismatico leader delle Ombre.

Il maggior pregio di questi personaggi è l’alto livello di empatia che si crea con lo spettatore. Sarà molto facile immedesimarsi con essi, non tanto per le loro condizioni, ma semplicemente per quanto bene sono scritti. Sicuramente vi affezionerete molto presto a buona parte dei personaggi principali, finendo per seguire le loro vicende con più attenzione e con più ansia.

 

2) LA SCRITTURA

L’aspetto più importante della serie è molto probabilmente la qualità della scrittura. La storia di The Fades riesce a non essere mai banale e mai prevedibile. Una volta presa familiarità con gli eventi, la serie vi terrà incollati allo schermo fino alla fine.
Un unico problema riscontrabile da questo punto di vista è l’adesione alla realtà da parte dei personaggi. Le loro reazioni alle situazioni e alle rivelazioni fuori dall’ordinario non danno l’impressione di essere nella norma. Ma questo io la vedo più come un descrivere la società presa in esame in maniera irrisoria, più che come un difetto di sceneggiatura.

 

sopra13) IL SOPRANNATURALE

L’argomento principale di The Fades è il soprannaturale, che permette l’esplorazione di vari elementi del fantasy e dell’horror. Come abbiamo appena detto, la scrittura del drama britannico è di qualità, e le parti che riguardano il soprannaturale non sono da meno. Siamo abituati a film e serie televisive in cui questo aspetto viene trattato in maniera piatta e insipida; The Fades invece riesce ad approfondire questo campo unendo le giusti dosi di serietà e di ironia. Il risultato è un uso del soprannaturale che piacerà a chiunque, sia ai nerd incalliti, sia a coloro che ricercano un qualcosa di più raffinato, e anche a quelli che amano un pizzico di sano trash.

 

4) L’IMPATTO VISIVO

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Il genere della serie dà spazio ad un largo uso di effetti visivi ed effetti speciali. Per essere una serie a budget relativamente basso, è stato fatto un ottimo lavoro da questo punto di vista. Generalmente le parti in cui entra in gioco la CGI sono piacevoli da guardare. Per esempio, nel corso della serie assisteremo a delle visioni apocalittiche di Paul e Sarah in cui i personaggi si trovano spaesati in un’ambientazione piena di cenere. Queste scene sono una gioia per gli occhi.

 

5) LA DURATA

Ed ecco che arriva la cattiva notizia: dopo la prima stagione la serie è stata cancellata. Neanche la postuma vittoria del premio BAFTA ha fatto cambiare idea alla BBC. Il finale della serie è leggermente aperto, ma assolutamente non fastidioso. A visione completata non sarete dispiaciuti perché non saprete coma va a finire, ma semplicemente perché non c’è la possibilità di vedere qualcosa di più. La serie quindi si compone in totale di soli sei episodi da 60 minuti ciascuno, un recupero molto breve.

(Consiglio a tutti di non fermarsi all’inizio, i primi due/tre episodi possono sembrare confusionari e mal delineati. Il mio amore, per esempio, è scattato con la quarta splendida puntata.)

 

Spero di aver convinto qualcuno ad iniziare questa serie, i sottotitoli li trovate qui su ItaSA a questo indirizzo. Fateci sapere nei commenti cosa ne pensate. E noi ci vediamo al prossimo appuntamento con la rubrica.

Luigi Dalena

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Luigi Dalena

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Producer pubblicitario. Blogger itasiano dal 2013. Maniaco dell'ordine e dell'organizzazione. Appassionato di videogiochi, tecnologia, astronomia, cinema e soprattutto serie TV. Apprezzo qualsiasi genere, ma ho un debole per sci-fi e fantasy. Una volta guardavo di tutto, ma poi ho lentamente ristretto i miei gusti spostandomi quasi esclusivamente sulle serie britanniche e sulle cable statunitensi. Più sono brevi, meglio è.
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