Curiosità

Dal Dr. Kildare al Dr. House: l’evoluzione del medico in TV

Saletta di Pronto Soccorso chirurgico, interno giorno: due specializzandi chirurghi attendono l’arrivo di un trauma addominale a seguito di una gara ciclistica. Litigano per chi deve occuparsene, voglio entrambi mettere le mani sul paziente. Pur di vincere la contesa lo specializzando maschio si avventa sul giovane, rimuove il corpo estraneo strappandoglielo dall’addome e lascia la specializzanda a sbrigare le scartoffie e a ricucirlo. Il ciclista chiede di essere rimandato in pista per finire la gara. Sebbene un po’ titubante lei dimette l’aitante paziente, che prima di andarsene la agguanta e la bacia, proprio di fronte al neurochirurgo bello e impossibile di cui è innamorata e con cui, peraltro, è già andata a letto. Ovviamente il paziente ritorna dopo poco in fin di vita, perché nessuno aveva pensato potesse avere un’emorragia interna.

Bene, i più attenti e fedeli lo avranno riconosciuto. Non e’ un episodio di malasanità italiana, è uno dei primi episodi di Grey’s Anatomy, una delle miliardi di scene (e col tempo sono andate solo peggiorando) che contribuiscono a raffigurare il medico medio, tipicamente ospedaliero, come un coacervo di perdizione, eroismo, sfrontatezza e sex-appeal, il tutto condito da una dose di fortuna inenarrabile e da una vagonata di problemi personali incombenti. Se è fortunato. Se no, è Gregory House. E allora sono amari. xD

Ma è sempre stato così? Quand’è che il panorama televisivo ha deciso che poteva lucrare senza ritegno e alcun controllo sull’ambiente della sanità? E quando i paziente sono passati in secondo piano, per diventare confidenti casuali delle pene d’amore dell’ortopedico? Vediamo.Ben Casey

I primi medical drama degli anni ’60 confinavano il telespettatore al capezzale del malato. Telefilm come Ben Casey e Marcus Welby, M.D. erano strutturati intorno al paziente, fondamentalmente a causa del potere dei medici sulle produzioni televisive.

L’AMA, l’Associazione dei Medici Americani, ha tentato di preservare l’immagine del medico fin dai primi anni del XX secolo. Quando, nel 1951, il primo medical drama (City Hospital) fu trasmesso in TV, l’AMA, chiese il diritto di revisionare gli script in nome dell’accuratezza medica. L’associazione strinse accordi con la NBC e l’ABC, accordi che le conferivano il diritto di veto sul materiale trasmesso, in cambio del patrocinio dell’AMA alle serie televisive. E l’associazione spesso esercitava questo veto su questioni di decoro. Nello show Ben Casey, ad esempio, ai medici maschi non era permesso sedere sui letti delle pazienti, guidare macchine sportive o discutere delle sorti di un malato mentre erano al bar. Ah, e ovviamente non era loro permesso sbagliare. Mai.

L’AMA, inoltre, premeva per mantenere l’attenzione lontana dalla vita privata dei medici. Durante gli anni ’50 e ’60, le serie medical focalizzavano l’attenzione su dilemmi clinici che, generalmente, nascondevano problemi sociali più ampi. In un episodio in cui il dottor Casey si occupava di una ragazza picchiata dal padre, veniva esplorata la problematica degli abusi sui minori; in un altro, il dottor Kildare diventava il tutore di un malato di mente il cui fratello era morto. Le storie dei malati dettavano la trama degli episodi. I pazienti erano i personaggi intricati e complessi, i veri protagonisti dello show, mentre i medici erano dipinti come pallosissimi supereroi monodimensionali, sempre disponibili, altruisti e modesti, senza alcun problema personale. Boring people, insomma!M*A*S*H

Ma l’egemonia dell’AMA aveva vita breve. A metà degli anni 60 il produttore di un nuovo serial TV, The Nurses, rifiutò di sottostare ai veti dell’associazione, assumendo un’infermiera per garantire comunque l’accuratezza scientifica. Eresia! The Nurses fu un enorme flop, ma bastò a porre la parola fine al potere della casta. Poi, negli anni 70, la nuova serie M*A*S*H, ambientata sul fronte della Guerra di Corea, sconvolse la tradizione, dipingendo i medici con irriverenza e riservando loro le stesse critiche rivolte al sistema governativo e militare. Il Capitano Benjamin “Occhio di falco” Pierce e il Capitano John “Trapper” McIntyre, i due medici militari protagonisti, erano dediti in egual misura alla chirurgia e ad alcool e belle infermiere.


Cast di ERNei decenni successivi, le aziende pubblicitarie spinsero molto perché venissero costruiti personaggi in cui i giovani professionisti, target delle inserzioni, potessero identificarsi. Le telecamere si spostarono sui medici, per rimanerci fisse. St. Elsewere (“A Cuore Aperto” il magnifico titolo italiano =_=’) e ER hanno il merito di essere stati i primi a mostrare ospedali metropolitani decadenti e storie sociali controverse: St. Elsewere fu il primo drama in prima serata a mostrare un paziente affetto da AIDS, mentre ER il primo a mostrare una dottoressa lesbica. Ma nonostante questi pregevoli meriti, in questi show la realtà era filtrata dagli occhi di un medico o di un infermiera. A differenza dei loro divini predecessori, i medici di queste serie erano umani e persino un po’ patetici, alle prese con dipendenze da droghe, problemi di salute e relazioni interpersonali incasinatissime.


Grey’s Anatomy (con il suo spin-off Private Practice, ovviamente, come non citarlo!) rappresenta l’estrema evoluzione di questo genere. Sesso sfrenato, epidemie di sifilide tra gli specializzandi, amori infiniti e contrastati che nemmeno Ridge e Brooke, umiliazioni professionali e relazioni di ogni tipo tra chiunque, sia esso medico, infermiere, primario, direttore generale, ministro della salute o paziente. I componenti dell’AMA dei vecchi tempi andati si staranno rivoltando nei loro camici inamidati. Invece che figure paterne asessuate, i medici televisivi sono figaccioni/e iperormonati, per i quali anche i pazienti valgono per segnare punto.

E vogliamo parlare dell’etica del Dr. House? Un equipe medica limitatissima in grado di eseguire personalmente ogni tipo di procedura, dalla laparotomia alla biopsia cerebrale, in ordine sparso e tutte sullo stesso paziente, senza spesso nemmeno l’ombra di un consenso informato. E poi, chi paga? Le assicurazioni? Lui? I pazienti? *_* Non importa, tanto di solito basta fare gli occhi dolci al Direttore Sanitario. Per tutto il resto c’e’ MasterCard.

Comunque, fatevelo dire da una del mestiere: il telefilm medico più accurato e realistico degli ultimi tempi è Scrubs. E’ proprio così, gli specializzandi normalmente scappano se c’è una chiamata d’emergenza, il personale è burbero e incazzoso, i medici sono tutti cessi e i pochi accettabili sono già sistemati e/o pazzi, i primari non sanno nemmeno il nome dei pazienti (e spesso ignorano anche la medicina) e la giornata media coinvolge una quantità di liquidi corporei superiore al limite sopportabile ai più. Ah, e niente sesso negli sgabuzzini, l’ho già detto? xD


Fonti: Slate

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Lisina

Anestesista rianimatrice di professione, traduttrice e blogger per passione. Appassionata di serie TV per lo più crime, ma anche drama, odio le comedy e non guardo serie medical per scelta religiosa. Se mi torturaste costringendomi a dire LA mia serie preferita probabilmente risponderei Sons of Anarchy. Sono stata definita power user e board game geek. Proudly su ItaSA dal 2008.
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