Curiosità

DJ chiama Italiansubs: le scelte musicali di Luglio 2017

Italiansubs Blog vi presenta una playlist di musiche tratte dalle migliori colonne sonore del mondo delle serie TV.

Le colonne sonore sono uno degli aspetti più importanti in un’opera cinematografica, anche se spesso vengono lasciate in secondo piano. Con questa nuova rubrica, vogliamo provare a mettere in risalto anche questo elemento, scegliendo delle composizioni o delle canzoni particolarmente significative e belle da farvi ascoltare.

Nell’articolo non sono presenti grossi spoiler per le serie prese in esame.

Per il mese di luglio, sei blogger hanno scelto i loro pezzi musicali. Per ognuno trovate il video YouTube e una breve analisi della musica o dell’episodio in cui viene usata. Ecco le scelte della redazione:

 

SEA OF DREAMS (Oberhofer) – BoJack Horseman

 

Scelta di Luigi Dalena.

Tra le serie più belle ed emozionanti degli ultimi anni, troviamo BoJack Horseman. Tra gli episodi più belli ed emozionanti, troviamo Fish Out of Water. Tra le canzoni più belle ed emozionanti troviamo “Sea of Dreams”, la canzone che chiude l’episodio.
BoJack Horseman è una profonda analisi dell’individualismo e dell’egoismo della società. E il momento in cui va in onda l’episodio in questione, che è il quarto della terza stagione, è quello in cui l’individualismo del protagonista è in un periodo di indecisione, un periodo in cui BoJack raggiunge l’apice dell’insicurezza nei confronti della sua vita, in cui intorno a lui si è creato il nulla assoluto, in cui neanche il successo ottenuto e gli obiettivi raggiunti riescono a colmare il vuoto che ha dentro di sé. Ed ecco che Fish Out of Water tenta di risollevare la situazione, e lo fa con le uniche soluzioni possibili: con l’astinenza da tabacco e alcol, e soprattuto con il silenzio. Ecco perché questo episodio è perfetto per questa rubrica: non c’è un singolo dialogo, solo 25 minuti di silenzio. 25 minuti in cui la musica può esprimersi al meglio, diventando più che mai una metafora degli eventi e dei sentimenti dei protagonisti. Fish out of Water funge da presa di coscienza per BoJack, e alla fine dell’episodio il cavallo antropomorfo realizza che “in questo mondo terrificante, tutto ciò che abbiamo sono le connessioni che creiamo”, ed è qui che gli Oberhofer entrano in gioco con la loro “Sea of Dreams” e accompagnano BoJack fino all’amaro finale di puntata. Non è casuale che gli autori abbiano scelto di lasciare il pezzo musicale senza testo per tutta la scena, facendo partire la voce solo con i titoli di coda, subito dopo il momento in cui BoJack dice la prima e unica frase dell’episodio, mentre gli Oberhofer iniziano a cantare “You’ll find me, in a sea of dreams, where no one cares about my words”, parole che si adattano perfettamente a Fish Out of Water.

 

THE BOOK OF LOVE (Peter Gabriel) – Scrubs

 

Scelta di Alessandro Tranchini.

Se fate una veloce ricerca su quali siano i finali più acclamati della storia delle comedy, vi imbatterete molto presto nell’episodio conclusivo di Scrubs. Ciò che rende così speciale e indimenticabile la conclusione della serie è sicuramente la scelta musicale: “The Book of Love”, utilizzata nell’ultima scena. Il brano è stato originariamente composta dai Magnetic Fields (tratto dal loro album di culto “69 Love Songs”) e la versione presente nella serie è una cover di Peter Gabriel. Se la traccia dei Fields è volutamente sporca, lo-fi e grezza, quella di Gabriel è invece di impostazione classica (con violini e violoncelli a guidare la melodia), elaborata, eterea e sublime. È un’ode all’amore nella sua forma più genuina, ancestrale e spontanea, lontana da obblighi o formalismi; sarebbe facilissimo piazzarla in una scena strappalacrime qualunque per far commuovere il pubblico, mentre Scrubs la utilizza nel modo più onesto possibile: i toni sognanti e speranzosi della composizione accompagnano a braccetto il protagonista, il dr. John Dorian, mentre naviga per un’ultima volta nel mare dei suoi sogni… prima di essere riportato brutalmente nella realtà con l’interruzione del brano. Sia JD che noi spettatori realizziamo che probabilmente nulla di tutto ciò che abbiamo visto accadrà davvero, che tutta questa felicità non è altro che l’ennesima illusione in cui perdersi per sopravvivere alle tragedie quotidiane. Ma d’altro canto: chi dice che non accadrà? Chi può dirmi che le mie fantasie non si avvereranno… almeno questa volta?
E forse questa speranza, alla fine, è tutto ciò che conta.

 

MAIN TITLE THEME (Ramin Djawadi) – Westworld

 

Scelta di Marco Quargentan.

Cosa vuole trasmettere la bellissima melodia dell’opening di Westworld? Ramin Djawadi riesce a condensare – in musica – tutta la storyline principale della prima stagione dello show. Il suono del violino rappresenta il creatore e la sua voce; rappresenta il padre che ha dato la vita ai propri figli, una sorta di entità divina superiore con un piano ben preciso. Il suono del pianoforte rappresenta il padre dedito a insegnare ai propri figli tutto il suo sapere e la sua conoscenza. Dopo aver appreso tali insegnamenti, i figli sono pronti ad affrontare la vita e il mondo; questo momento è sottolineato dai violini e dalle percussioni, capaci di inserirsi pian piano nell’intera melodia. Dopodiché il pianoforte ritorna a essere protagonista, ma questa volta rappresenta la voce dei figli che cercano di affrontare la propria vita grazie agli strumenti e alla conoscenza ricevuti dal padre. I figli dimostrano di aver imparato a camminare con le proprie gambe e sono capaci di prendere decisioni in maniera del tutto indipendente. Una perfetta metafora che ci spiega fin dal primo secondo del primo episodio cosa dobbiamo aspettarci dalla visione della prima stagione di Westworld. Una metafora simile, non esattamente uguale, con protagonista la musica, fu usata dal grande scrittore fantasy John RR Tolkien per la creazione del mondo fantastico in cui sono ambientate le vicende de Il Signore degli Anelli. Evidentemente, Djawadi, in collaborazione con Nolan, ha preso ispirazione dal sommo scrittore per realizzare questo “Main Title Theme” perfetta e di grande impatto.

 

LIFT ME UP (Bruce Springsteen) – Show Me a Hero

 

Scelta di Francesco M. Conte.

“Show me a hero and I’ll write down a tragedy”. Così scriveva F.Scott Fitzgerald, e mai titolo fu più appropriato per la miniserie HBO. Show Me a Hero racconta l’ascesa e il declino di Nick Wasicsko (Oscar Isaac), giovanissimo sindaco di Yonkers, città nello Stato di New York. La serie, scritta da David Simon e diretta da Paul Haggis è uno spaccato sociale che genera riflessioni e considerazioni molto profonde. Erano presenti numerosi conflitti razziali e il discorso sull’integrazione era affrontato con gli stessi toni che riecheggiano oggi. Nella serie troviamo numerosi brani di Bruce Springsteen. Il motivo è semplice. Wasicsko è il classico “Springsteen guy”, quell’uomo della working class così fiducioso nel sogno americano. Nella serie troviamo brani come “Hungry Heart”, “Brilliant Disguise” o “Tenth Avenue Freeze-Out”, ma la mia scelta è ricaduta su “Lift Me Up”, scritto nel 1999 ma pubblicato solo nel 2003. Il brano risente molto l’influenza del disco “The Ghost of Tom Joad”. Non è un brano con Clarence Simmons al sassofono o Steve Van Zandt alla chitarra. C’è solo Bruce, una chitarra acustica e le percussioni. La frase “veiled behind the morning clouds I’ll take the fate the daylight brings” è la sintesi perfetta dello stato d’animo del protagonista. È un brano molto malinconico che nel contesto in cui è inserito nella serie è semplicemente perfetto: David Simon ha voluto mostrare che vita stanno conducendo i vari personaggi della serie. Nel vedere le storie e pensare che ci sono state persone che hanno subito questo, mi si è stretto il cuore. Il commiato è quindi un grande pugno nello stomaco, reso meno amaro dalla melodia di The Boss.

 

FEELING GOOD (Nina Simone) – Legion / The Handmaid’s Tale

 

Scelta di Giovanni Trombino.

“Feeling Good” é certamente una delle canzoni più celebri cantate da Nina Simone. Sebbene la canzone fosse scritta originariamente da Anthony Newley e Leslie Bricusse per il musical “The Roar of the Greasepaint-the Smell of the Crowd”, la cover della cantante jazz della Carolina del Nord ha fatto sì che il pezzo entrasse nella storia della musica, venendo a sua volta ricantato da diversi gruppi e cantanti e utilizzato come colonna sonora di film e serie TV. Facendo una rapida ricerca sul web, “Feeling Good” é stata impiegata circa 11 volte in colonne sonore di show televisivi, due dei quali hanno debuttato nel 2017: Legion e The Handmaid’s Tale. In entambi i casi la canzone è stata impiegata per fare da colonna sonora a scene di rivalsa emotiva, in cui un personaggio si libera da una zavorra e mostra e accetta la sua vera natura.
In Legion, “Feeling Good” è stata impiegata nella versione remixata di Bassnectar che mescola la voce della cantante jazz a contaminazioni provenienti dalla dubstep e dalla brum and bass e che, unita al linguaggio visivo (e visionario) di Noah Hawley e alla bravura e bellezza di Aubrey Plaza, rappresenta la colonna sonora perfetta per una una delle scene più belle della prima parte del 2017: una scena sexy, esaustiva, rivelatoria che, personalmente, ha contribuito ad alleviare la frustrazione dei primi episodi della serie.
Una frustrazione, su un livello diverso, simile a quella che ha alleviato il personaggio di Offred (Elisabeth Moss) nel decimo episodio della serie Hulu, The Handmaid’s Tale. In questo caso, la versione impiegata è quella originale di Nina Simone, tenendo fede a una linea più tradizionalista. Tuttavia, emerge tutto il senso del pezzo di Newley e Bricusse: una forma di accettazione di ciò che sta intorno a noi e la consapevolezza che, attraverso piccoli gesti anche di ribellione, è possibile sovvertire l’ordine delle cose. O, quantomeno, iniziare a tracciarne un percorso.

 

LAVINIA (The Veils) – One Tree Hill

 

Scelta di Giuliano Franco.

Una delle tante peculiarità di One Tree Hill, teen drama andato in onda dal 2003 al 2012 e creato da Mark Schwahn, è una selezione accuratissima di brani che accompagnano le avventure, e in alcuni casi disavventure, dei suoi protagonisti. Per chi non l’avesse ancora vista, la serie si muove attorno alla vita di alcuni ragazzi di un liceo di Tree Hill, piccola cittadina (inventata) del North Carolina. E ne racconta le gioie e i dolori tipici dell’età adolescenziale e la crescita verso l’età adulta, la musica, oltre che il basket, che è il filo conduttore delle loro vite. La mia scelta di questo mese è “Lavinia” del gruppo indie rock britannico The Veils che chiude l’episodio The Leavers Dance, ultimo della seconda stagione. Il brano fa da sottofondo al cliffhanger finale in cui Dan Scott, uno dei protagonisti della serie, si trova a dover affrontare una situazione piuttosto scomoda. La voce graffiata di Finn Andrews, frontman della band, e la melodia malinconica del brano si mischiano perfettamente al pathos della scena in questione e creano uno dei momenti più interessanti di tutta la serie.
“Lavinia”, scritta dallo stesso Finn Andrews, è il quarto singolo estratto dell’album d’esordio dei The Veils, “The Runaway Found”, e una lettera scritta per Lavinia, appunto, dopo una dolorosa separazione.

 

Con questo concludiamo la nostra seconda rassegna di DJ chiama Italiansubs. Non abbiate paura di farci sapere nei commenti la vostra opinione e i vostri suggerimenti per migliorare questa rubrica. Al prossimo mese!

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Luigi Dalena

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Producer pubblicitario. Blogger itasiano dal 2013. Maniaco dell'ordine e dell'organizzazione. Appassionato di videogiochi, tecnologia, astronomia, cinema e soprattutto serie TV. Apprezzo qualsiasi genere, ma ho un debole per sci-fi e fantasy. Una volta guardavo di tutto, ma poi ho lentamente ristretto i miei gusti spostandomi quasi esclusivamente sulle serie britanniche e sulle cable statunitensi. Più sono brevi, meglio è.
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