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Due cuori e una cabina: Silence in the Library / Forest of the Dead

Siete pronti ad avere di nuovo paura del buio?

Silence in the Library

 

Episodi: 4×08-09: Silence in the Library / Forest of the Dead

Scritti da: Steven Moffat

Diretti da: Euros Lyn

Data di messa in onda: 31/05/08 – 07/06/08

 

DOVE ERAVAMO

Il decimo Dottore e Donna, dopo essersi rincontrati, hanno assistito all’eruzione di Pompei, affrontato i Sontaran, incontrato Agatha Christie e la figlia del Dottore. Ora sono pronti ad affrontare un nuovo pericolo, all’interno di una biblioteca, anzi, della Biblioteca.

 

LA BIBLIOTECA NELLA MENTE

Chiudi gli occhi e dimmi cosa vedi.

L’episodio inizia con una bambina che fluttua sopra una serie di edifici, mentre parla con una voce misteriosa.

La Biblioteca.

Poi veniamo trasportati nel suo soggiorno e capiamo, grazie ad una sua discussione con il suo psicologo, il dottor Moon (la misteriosa voce), che questa bambina si immagina di andare nella biblioteca solo quando chiude gli occhi.

Tornata nuovamente nella biblioteca, stavolta all’interno di una delle sale, la bambina si accorge della presenza di qualcuno, nonostante nessun altro, oltre a lei, ci sia mai entrato.

Ed ecco che, all’improvviso, il Dottore e Donna attraversano una porta e la chiudono in fretta, come per impedire a qualcun altro di attraversarla. La bambina vede il Dottore girarsi verso di lei e dire:

Oh! Ciao! Scusa se abbiamo fatto irruzione in questo modo. Ti va bene se ci fermiamo qui per un po’?

 

SILENZIO NELLA BIBLIOTECA

Libri! La gente non smette davvero mai di amare i libri.

È con questa frase che il Dottore, uscendo dal TARDIS, introduce la prossima avventura alla sua compagna, Donna.

La più grande Biblioteca dell'universo.

La più grande Biblioteca dell’universo.

 

Siamo nel 51° secolo, il Dottore e Donna sono appena arrivati in questa gigante biblioteca, La Biblioteca. Sembra una città ma in realtà è un intero mondo nel quale sono presenti tutti i libri mai scritti. Sembra tutto fantastico, un luogo che tutti desidererebbero visitare (tranne Donna che, dal basso della sua intelligenza non molto elevata, preferirebbe andare in spiaggia).
Ma il Dottore nota subito un problema:

Questa è la più grande biblioteca dell’universo.
Allora dove sono tutti? C’è silenzio.

All’apparenza nell’intera biblioteca non c’è nessuno, però il sistema rileva oltre un milione di milioni di forme di vita.

 

CONTA LE OMBRE

Non ho intenzione di raccontarvi i due episodi nel minimo dettaglio, perché altrimenti verrebbe fuori un poema. Sappiate solo che, se siete tra quelli che devono ancora vederli, vi invidio molto. State per assistere ad un’avventura tanto straordinaria quanto inquietante. Vedrete il Dottore e Donna ascoltare una misteriosa statua munita di un volto umano mentre trasmette due terrificanti messaggi registrati durante lo stesso giorno, cent’anni prima della storia:

Correte! Per amor di Dio, correte! Nessun posto è sicuro. La Biblioteca si è chiusa da sola, non possiamo… oh… sono qui. Argh. Slarg. Snick.

Contate le ombre. Per amor di Dio, ricordate… se volete vivere, contate le ombre.

 

Richiesta d'aiuto sulla carta psichica

Richiesta d’aiuto sulla carta psichica.

Scoprirete che il Dottore ha deciso di visitare la Biblioteca in seguito ad una misteriosa richiesta d’aiuto ricevuta sulla carta psichica.

Sarete spettatori mentre lui e Donna fuggono in un corridoio in cui le luci si spengono in sequenza; rivedrete la scena iniziale in cui i due protagonisti incontrano la bambina e capirete che, dal punto di vista del Signore del Tempo e della sua compagna, questa bambina non è altro che una videocamera di sicurezza, “una di quelle vive”.

Vedrete la bambina/telecamera avvisare che “gli altri stanno arrivando”, e poi scoprirete insieme a Donna che i volti nelle misteriose statue sono facce di persone realmente esistite, donate nel momento della morte.

Assisterete all’arrivo di un gruppo di archeologi, tra cui spicca River Song (Alex Kingston), che sin da subito interagisce con il Dottore come se già lo conoscesse.

 

VASHTA NERADA – “LE OMBRE CHE SCIOLGONO LA CARNE”

Rimarrete incuriositi dalla famosa frase che dice l’ultimo Signore del Tempo quando si rende conto di aver capito con quali creature ha a che fare:

Pressoché tutte le specie dell’universo hanno un’irrazionale paura del buio. Ma si sbagliano. Perché non è irrazionale, è Vashta Nerada.

Per quanto mi riguarda, i Vashta Nerada sono i nemici più pericolosi e terrificanti di tutta la nuova serie di Doctor Who, più dei Cybermen, più dei Dalek, e persino più degli Angeli Piangenti.
Tantissimi microscopici esseri che vivono nel buio, che riescono a manovrare le luci e le ombre per potersi avvicinare alle loro prede, per poi divorarle interamente nel giro di nanosecondi. Inoltre, scopriremo più avanti, queste creature sono molto brave ad evolversi e adattarsi in seguito a determinate situazioni.

Dopo l’episodio Blink credevo che l’avvertimento più spaventoso che una persona potesse sentire fosse “Non battere le ciglia”, ma in seguito alla visione di Silence in the Library ho molta più paura di sentire “Conta le ombre”.

 

NON SARÀ UNA COSA PIACEVOLE

Dopo aver visto il Dottore riuscire a comunicare con la bambina di inizio episodio, e dopo aver scoperto altri due misteri (quello di una parte del sistema della Biblioteca chiamata “CAL” e quello della frase, associata allo stesso sistema, che recita “4022 salvati, nessun sopravvissuto”), arriviamo al momento che più mi è rimasto impresso una volta concluso l’episodio: la morte di Miss Evangelista.

Chiedo scusa a tutti. Non sarà una cosa piacevole.

È con questa frase che River introduce quella che, secondo il sottoscritto, è la scena più angosciante della serie.
Miss Evangelista (Talulah Riley) è uno dei membri del gruppo di archeologi di River, ragazza giovane, carina ma non molto intelligente, che non viene mai presa in considerazione dal resto del gruppo.

Lo scheletro di Miss Evangelista

Lo scheletro di Miss Evangelista.

Mentre il Dottore e gli altri stanno discutendo, la vediamo allontanarsi e raggiungere un’altra stanza. Pochi secondi dopo si sente un urlo. Il gruppo corre a cercarne la provenienza ma si trova davanti soltanto uno scheletro seduto su una sedia al centro della stanza. Il Dottore capisce subito che i Vashta Nerada hanno divorato Miss Evangelista mentre Donna e gli archeologi rimangono stupefatti e sconvolti.

E durante la discussione ecco che si sente la voce di Miss Evangelista. River avvisa gli altri che i prossimi istanti non saranno piacevoli e lei e il Dottore iniziano a spiegare a Donna cosa sta succedendo: si tratta di uno spettro digitale, frutto di una tecnologia, situata in un comunicatore posto nella tuta degli archeologi, che permette di trasmettere i pensieri dando l’impressione che un residuo di coscienza rimanga vivo per un breve lasso di tempo dopo la morte.

Inizialmente la coscienza di Miss Evangelista cerca di capire dove sia e perché non riesca a vedere niente. Poi, mentre River tenta di farle credere che tutto vada bene, la ragazza chiede di Donna, l’unica persona che sia stata gentile con lei. Donna tenta di rassicurarla, ma d’un tratto Miss Evangelista inizia a ripetere sempre le stesse frasi. River spiega che questo è un segno che il flusso sta sfumando.

La scena si conclude con la voce nel comunicatore che ripete pezzi di frasi senza senso e con la frase di Donna:

È stato… è stato orribile. È stata la cosa più orribile che abbia mai visto.

 

IL MONDO REALE È UNA BUGIA

L’episodio continua per un attimo nella stanza della misteriosa bambina, dove il Dottor Moon dice alla sua piccola paziente che il suo mondo è una bugia, il mondo reale è quello della Biblioteca, e le persone al suo interno devono essere salvate.
Nella Biblioteca, i Vashta Nerada continuano la loro caccia, il prossimo obiettivo è l’archeologo Dave Primo e finalmente capiamo il significato dell’avvertimento di inizio puntata, “conta le ombre”, grazie all’inquietante frase che il Dottore dice al malcapitato:

Mi dispiace. Mi dispiace così tanto. Così tanto. Ma hai due ombre.

I Vashta Nerada sono riusciti a prenderlo, e nonostante i tentativi del Dottore, non c’è più speranza per lui.
Il comunicatore della tuta di Dave Primo inizia a sfumare e finisce con ripetere la stessa frase:

Ehi! Chi ha spento le luci?

Ma non è tutto, i Vashta Nerada riescono a muoversi all’interno della tuta sigillata e dunque a simulare il movimento umano.
Il Dottore e il resto degli archeologi si ritrovano quindi a scappare da uno scheletro all’interno di una tuta da astronauta che continua a chiedersi chi abbia spento le luci.

Quando i Vashta Nerada erano riusciti a catturare Dave Primo, il Dottore aveva tentato di mettere in salvo Donna teletrasportandola sul TARDIS attraverso un trasportatore nella Biblioteca. Alla fine della puntata, però, egli si accorge che la sua compagna non è all’interno dell’astronave, e subito dopo vede il volto di Donna su una delle statue.

 

LA FORESTA DEI MORTI

Chi è la bambina?

Chi è la bambina?

Tutto ciò accade solo nel primo dei due episodi di questa avventura.

Gli spoiler finiscono qui, godetevi la seconda puntata, in cui scoprirete dove è finita Donna, come hanno fatto così tanti Vashta Nerada a finire nella Biblioteca, il significato della frase “4022 salvati, nessun sopravvissuto”, cos’è successo quando la Biblioteca si è chiusa cento anni prima, cos’è CAL, chi sono e dove si trovano la bambina e il Dottor Moon.

 

 

E assisterete inoltre ad un momento epico del Dottore:

Niente giochini con me. Avete appena ucciso qualcuno che mi piaceva, e non è la situazione più sicura in cui stare.
Io sono il Dottore! Siete nella più grande biblioteca dell’universo. Leggete cosa dicono di me.

 

IL MISTERO DELLA CANZONE DEL FIUME

Questa parte merita di essere presa in considerazione fuori dalla trama, è senza dubbio l’aspetto più importante dei due episodi: River Song.

Chi è River Song?
Come abbiamo detto, inizialmente lei si presenta dando l’impressione di conoscere il Dottore, mentre quest’ultimo afferma di non averla mai vista.

Il diario di River

Il diario di River.

Più avanti nell’episodio scopriamo che è stata lei a chiedere al Dottore di andare nella Biblioteca, che possiede un cacciavite sonico e che porta con sé un diario – con una copertina simile al TARDIS – nel quale sembra tenere nota di tutte le sue avventure con il Dottore. Discutendo con il Signore del Tempo, si accorge che lui è molto giovane e rimane turbata quando si rende conto che il Dottore non sa chi lei sia.

Nel corso delle due puntate scopriamo dunque che River è una futura compagna del Dottore, ci troviamo in un punto del tempo in cui lei ha vissuto con lui, ma lui non con lei.

Vivere con un viaggiatore del tempo, non immaginavo fosse un tale lavoraccio.

Sembra conoscere anche cose fuori dall’ordinario, come per esempio future funzionalità del cacciavite sonico, il fatto che il TARDIS possa essere aperto dal Dottore con uno schiocco di dita e, soprattutto, conosce il più grande segreto dell’ultimo Signore del Tempo.

Conosce il Dottore, lo conosce davvero molto bene. L’ultima prova di questo fatto viene da questo suo stupendo discorso:

Quando corri insieme al Dottore, pensi che non debba finire mai. Ma per quanto tu possa provarci, non puoi correre per sempre.
Si sa che tutti dobbiamo morire, e nessuno lo sa meglio del Dottore.
Ma credo che nei cieli di tutti i mondi potrebbe calare il buio, se lui, anche solo per un momento, accettasse tutto questo.

Certi giorni sono speciali. Certi giorni sono fortunati.
Perché in quei giorni nessuno muore.
Una volta ogni tanto, un giorno su un milione, quando il vento soffia nella direzione giusta e il Dottore risponde alla tua chiamata… tutti vivono.

Una cosa interessante è la reazione del Dottore a questo nuovo personaggio.

Nelle due puntate, per lui si alternano momenti in cui si deve preoccupare per i Vashta Nerada e altri in cui si occupa di questo mistero. E in queste ultime scene il suo umore è ogni volta diverso.

All’inizio, infatti, lo vediamo quasi indifferente, un po’ incuriosito, ma non come il suo solito in situazioni in cui scopre qualcosa di nuovo. Probabilmente questo è dovuto all’estrema situazione di pericolo in cui si trova, o forse non ha ancora pienamente capito con che personaggio ha a che fare.
Piano piano, però, il suo umore inizia a cambiare, sembra innervosito dal comportamento di River e dal fatto che lei non voglia dirgli di più. È raro vederlo più innervosito che curioso nei confronti di qualcosa che non sa.
Verso la fine però riesce finalmente a capire e ad accettare la situazione, conscio del fatto che tutto questo implicherà in futuro nuove emozioni e nuove avventure.

Il Dottore apre il TARDIS con uno schiocco di dita, come River aveva previsto.

Il Dottore apre il TARDIS con uno schiocco di dita, come River aveva previsto.

Dunque chi è questa River Song?
La rivedremo? Sì, la rivedremo, molte volte. Secondo me questi sono i due episodi in cui si vede la migliore River e, inoltre, più avanti si scopriranno nuove cose sul suo conto che a me, personalmente, non sono piaciute (così come tantissime altre decisioni dell’era Moffat), ma questa è un’altra storia, anzi, questi sono… spoilers.

 

PAURA DEL BUIO

Ho amato davvero tanto queste due puntate, ritengo che siano seconde solo all’episodio Midnight.
Uno dei motivi per il quale mi piace così tanto è che questo doppio episodio riesce nell’intento di razionalizzare la paura del buio.

Questa è una delle magie di Doctor Who: la serie riesce a farci provare emozioni con oggetti, azioni, parole di ogni giorno.
Quanti fan, ad oggi, non si sentono felici dopo aver sentito la versione inglese delle parole “fiume”, “lago”, “fantastico” o “dottore”? Oppure la versione francese della parola “andiamo”? O ancora, dopo la vista di un cacciavite, di un fez, di un papillon, di un paio di occhiali 3D o di una semplice foglia?
Quanti si sentirebbero emozionati se qualcuno prendesse loro la mano e dicesse loro di correre?
E quanti proverebbero, almeno per un secondo, un immenso terrore dopo aver udito la parola “sterminare” o dei semplici colpi di tamburo? O dopo aver visto una tuta da astronauta, una statua raffigurante un angelo, una crepa sul muro, una maschera anti-gas, dei manichini, o, appunto, una stanza buia?

Così tante emozioni che riusciamo a provare in continuazione. Tutto questo grazie ad una semplice serie televisiva (che, in fondo, tanto semplice non è). Come possiamo, sapendo una cosa del genere, smettere di ringraziare Doctor Who? Non una persona, non uno showrunner, un attore o uno scrittore, perché loro cambiano in continuazione, ma dobbiamo invece ringraziare la serie televisiva in sé. Grazie Doctor Who.

Luigi Dalena

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Luigi Dalena

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Producer pubblicitario. Blogger itasiano dal 2013. Maniaco dell'ordine e dell'organizzazione. Appassionato di videogiochi, tecnologia, astronomia, cinema e soprattutto serie TV. Apprezzo qualsiasi genere, ma ho un debole per sci-fi e fantasy. Una volta guardavo di tutto, ma poi ho lentamente ristretto i miei gusti spostandomi quasi esclusivamente sulle serie britanniche e sulle cable statunitensi. Più sono brevi, meglio è.
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