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Due cuori e una cabina: The Impossible Planet/The Satan Pit

Proseguiamo con i viaggi del nostro Signore del Tempo preferito con una delle avventure più oscure di sempre…

Doctor Who The Impossible PlanetEpisodi 2×08-09: The Impossible Planet/The Satan Pit
Scritti da: Matt Jones
Diretti da: James Strong
Data di messa in onda: 3 e 10/06/2006

Dove eravamo

Durante un’avventura sulla Terra di un universo parallelo, Rose, Mickey e il Dottore si ritrovano di fronte una nuova iterazione di un nemico storico del Signore del Tempo: i Cybermen; Mickey decide di rimanere nell’universo parallelo e Rose riparte con il Dottore. Quindi, dopo un’avventura nella Londra del 1953, anno dell’incoronazione della regina Elisabetta

Un pianeta impossibile

Doctor Who Impossible Planet Black HoleRose e il Dottore si ritrovano in una Base Rifugio, su un pianeta impossibile, ovvero un pianeta in orbita attorno ad un buco nero! E se già l’ambientazione non fosse spaventosa di suo, aggiungiamo all’amalgama una strana razza aliena inquietante, gli Ood, e un nemico che non possiamo fare altro che definire diabolico…

Un parallelismo inusuale

Avete presente il Bolero di Ravel? Tramite l’uso metodico e costante della ripetizione della melodia, Ravel riesce a fare un incredibile studio dell’intensità: crea un crescendo continuo che si chiude con un climax inaspettato. Ecco, secondo me, non è un caso che in questo episodio venga scelto proprio questo brano: questo episodio, infatti, è un continuo crescendo in intensità, è una continua lotta tra sentimento e raziocinio, con un crescendo come non se ne vedono spesso in televisione, e con una conclusione che è in grado di emozionarci e sorprenderci allo stesso tempo. Vediamo insieme perché.

Già il titolo della seconda parte dell’episodio potrebbe darvi un indizio su quale sia il “mostro della settimana”: Satana, la Bestia, la Tentazione, il Diavolo. È di certo un avversario importante, e probabilmente la prima giustapposizione che potrebbe venire in mente è quella del bene contro il male. Beh, non è così: in questo episodio non assistiamo ad un confronto tra bene e male, né tra la Bestia e il Dottore direttamente, ma tra sentimento e ragione, un confronto senza esclusione di colpi e di intensità sempre crescente.

Il sentimento centrale (ma non l’unico) presente in questo episodio è la paura: la paura di rimanere bloccati per sempre su di un pianeta impossibile; la paura di morire; la paura di dover affrontare la paura stessa e la paura, infine, di dover soccombere a causa sua. E per quanto una persona possa cercare di resisterle, non ci riesce: la paura è uno di quei sentimenti ancestrali che l’uomo non può controllare. Certo, può cercare di mantenere il sangue freddo, ma prima o poi la paura ritornerà e l’uomo tenderà a cedere nuovamente alle grinfie del terrore.

Qui la paura è generata dall’idea del Diavolo, un’idea che, a quanto pare, ha origine da qualche parte nell’universo; e sorte vuole, proprio da questo pianeta impossibile, che non dovrebbe esistere (e già non vi fa paura l’idea che qualcosa di impossibile esista?).

Doctor Who Satan PitLa parte del raziocinio, invece, è simboleggiata sì dalla scienza, ma anche dalla figura stessa del Dottore: il Dottore ci dice perché quel pianeta in orbita attorno a quel buco nero è un pianeta impossibile; il Dottore ci riporta alla fredda logica quando paragona la voce suadente e tentatrice della Bestia a quella di un semplice e bravo psicologo; il Dottore decide di ritornare alla Base una volta giunto all’Abisso spalancatosi davanti ai suoi occhi, invece di calarsi per esplorarlo.

È raziocinio, è logica, è ragione, è colui che ci riporta con i piedi per terra. Ed è bello vedere come, durante tutto l’episodio, la trama sia intrecciata proprio su questo scambio tra ragione e sentimento, ponendo sotto i riflettori prima un aspetto e poi l’altro, in alternanza continua e ripetitiva, alternanza che, tuttavia, cresce in forza e in intensità con il prosieguo della vicenda.

In questo quadro di contrapposizioni, però, abbiamo gli umani: Rose e l’equipaggio della Base Rifugio. E loro, gli umani, sono l’elemento destabilizzante della situazione, che porterà poi al climax finale. Gli umani cercano la verità semplicemente perché ne hanno la possibilità. È per questo che l’equipaggio della Base giunge su questo pianeta impossibile, per studiarlo e per capire perché è in grado di fare una cosa tanto eccezionale; l’uomo è completamente votato all’istinto e alla voglia di scoperta; in questo episodio, l’uomo incarna alla perfezione le parole del nostro Dante Alighieri:

fatti non foste a viver come bruti
ma per seguir virtute e canoscenza.

E, ricordiamolo, queste parole, nella Divina Commedia, vengono pronunciate da Ulisse nel XXVI canto dell’Inferno (Inferno… Diavolo… Coincidenza?).

Inoltre vediamo che gli aspetti che sembrano contraddistinguere il Diavolo e il Dottore hanno dei confini piuttosto labili: la Bestia è costretta ad impossessarsi del corpo di un umano per poter sfuggire, almeno con la propria mente, dalla prigione in cui è rinchiusa; ed è solo così che può mettere in atto il suo diabolico piano, un piano freddo, logico e calcolatore che dovrebbe portare il Diavolo alla salvezza. Abbiamo quindi una Bestia che, pur sembrando l’incarnazione stessa della paura, è anche raziocinio e logica.

E, viceversa, l’amore del Dottore nei confronti della specie umana gli permette di perseguire quell’istinto che lo porta poi a calarsi nell’Abisso di Satana: prima di lanciarsi nel vuoto, però, l’ultimo pensiero del Dottore va a Rose, facendosi trascinare dalle emozioni. Quindi il nostro Signore del Tempo ci risulta sì una creatura scientifica, che crede in regole specifiche (per esempio, non crede al Diavolo quando gli dice che proviene da “prima del tempo”, perché il Dottore sa bene che non può esistere nulla “prima del tempo”), ma d’altra parte non è una creatura fredda, ha tutto uno spettro di emozioni, e sebbene non si riesca a leggergliela in faccia in quest’occasione, comprendiamo che anche il Dottore può avere paura.

Doctor Who Tennant SatanMa quando il Dottore, sul fondo dell’Abisso, si ritrova di fronte al corpo della Bestia, si ritrova di fronte anche ad una scelta: sacrificare Rose per il bene superiore, per sconfiggere definitivamente la Bestia, o cedere all’opera tentatrice del Demonio pur di sapere che Rose si salverà? Se il Dottore fosse un essere completamente dettato al raziocinio, la scelta sarebbe semplice, ma i sentimenti che prova rendono la scelta molto più difficile. Ed è così che il Dottore si affida all’elemento destabilizzante: gli umani.

E siamo quindi giunti al finale del nostro Bolero, il finale inatteso, che ci spiazza, la conclusione, il climax: il Dottore affida il destino della Bestia a quegli esseri che gli sono tanto cari. La sua è una scommessa, ma è una scommessa che è certo di vincere.

E la vince: grazie ai suoi adoratissimi umani, la Bestia viene sconfitta. Il Dottore salva in extremis sé stesso e l’equipaggio della Base grazie al ritrovamento inatteso del TARDIS, che era atterrato sul fondo dell’Abisso, nella prigione della Bestia stessa. E il Dottore non ce l’avrebbe mai fatta da solo senza gli umani.

L’alternanza costante e ripetitiva, quindi, si conclude e la logica e i sentimenti lasciano posto all’istinto, la forza che contraddistingue gli abitanti del pianeta tanto caro al nostro Dottore: eccolo il nostro finale inaspettato, il climax del nostro Bolero.

Commento finale

Quella che, ad una prima visione, sembra una semplice lotta tra bene e male, in realtà si rivela essere tutt’altro. Quello che abbiamo visto non è un “Dottore contro la Bestia”, e quindi paragonare il Dottore ad una specie di figura angelica o divina, in contrapposizione al Diavolo, è una visione, secondo me, completamente errata. Il Dottore non rappresenta, qui, le forze del bene: in fondo, è la Bestia stessa a descrivere il Dottore come colui che ha sterminato la propria specie, e noi come possiamo definire “buona” una persona che si è macchiata di una colpa simile?

Inoltre, anche se la Bestia è stata sconfitta, lo stesso non si può dire dell’idea del Diavolo, un’idea che, nelle sue varie forme e iterazioni, esisterà sempre e ovunque nell’universo. E sebbene quindi l’episodio rappresenti una grande vittoria, allo stesso tempo, ci mostra che, in fondo, è impossibile disfarci di un’idea, come quella della paura, così tanto radicata in noi. E in questo frangente, purtroppo, non può fare nulla nemmeno il Dottore.

Curiosità

  • Tra il 3 e il 10 giugno 2006 (le date di messa in onda del doppio episodio) vi è il 6 giugno 2006, data che si può scrivere come 06/06/06 (il numero della Bestia).
  • In fisica, avere un pianeta in orbita stabile attorno ad un buco nero è possibile; questo perché, di fatto, un buco nero non risucchia tutto ciò che si ritrova attorno.
  • Nella scena in cui i nostri eroi e l’equipaggio della Base osservano il Sistema Scarlatto venire risucchiato dal buco nero, sul tavolo a cui sono seduti Rose e il Dottore sono scritte le equazioni di Maxwell. Queste equazioni sono alla base dello studio della luce, e rappresentano quindi uno dei pochi riferimenti alla luce in un episodio oscuro come questo.

Doctor Who The Impossible Planet Trivia

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