Game of Thrones

Game of Thrones: Deus ex Machina ed il Processo

Dopo due episodi assolutamente tranquilli, ne sono arrivati due interessanti per diversi motivi. La carne al fuoco aumenta e abbiamo passato la metà della stagione. Tempus fugit.

AVVISO: SONO PRESENTI SPOILER DALLA QUINTA E SESTA PUNTATA DELLA QUARTA STAGIONE. SE NON VOLETE SAPERE NULLA NON CONTINUATE LA LETTURA. EVITIAMO DI SPOILERARE QUALUNQUE COSA NEI COMMENTI DELL’ARTICOLO. GRAZIE DELLA COLLABORAZIONE.

Hodor

Hodor, interpretato da Kristian Nairn

COSE CHE MI SONO PIACIUTE
1) Ditocorto come Deus Ex Machina. Finalmente viene rivelata (forse) tutta la profondità del piano di Lord Baelish. Aidan Gillen ha saputo costruire bene il personaggio, ha saputo rappresentare bene la sua doppiezza e la sua ambizione personale. Ditocorto si è dimostrato uno degli uomini più pericolosi del Continente Occidentale; in qualche modo riesce sempre a cavarsela nonostante tutte le nefandezze compiute. Resta solo da chiedersi perché proprio Sansa, e quanto lei possa realmente fidarsi.
2) Maisie Williams continua a stupire per la sua interpretazione di Arya. Si vede che sta crescendo in fretta sia a livello recitativo sia di crescita fisica (come molti altri giovani attori della serie, vedi Isaac Hempstead-Wright). L’insolenza ed il coraggio con cui Arya risponde al Mastino aderisce perfettamente al carattere ribelle della piccola Stark, e Maisie riesce a trasmettere tutto questo.
3) Veniamo al vero capolavoro di queste due puntate: Peter Dinklage e gli ultimi minuti della sesta puntata. Aspiranti attori, prendere nota e rivedere il monologo di Tyrion mille e mille volte. Un concentrato di sentimenti, soprattutto di odio represso, esplosi in un unico singolo momento contro tutti, e completamente trasmessi a noi spettatori grazie a tutti i mezzi a disposizione di un attore: voce, linguaggio del viso e linguaggio del corpo. Meritano di essere citati anche Charles Dance e Nikolaj Coster-Waldau: con i loro sguardi completano ed arricchiscono una performance di Dinklage veramente spaventosa.
4) Venezia, ovvero Braavos. Già nella sigla Braavos stupisce: le monetine che rotolano in binari precostituiti fanno capire bene che la Banca di Ferro è l’istituzione più importante della città libera. Ho detto Venezia non a caso, e non solo per le similitudini evidenti dalle inquadrature CG. L’ispirazione a Venezia la si può spiegare anche in termini storici: la nostra bella città era una delle 4 libere Repubbliche Marinare del Medioevo. Braavos viene rappresentata esattamente in questo modo: città di mare piena di canali e città libera. L’unica differenza è il colosso; so che molti di voi lo riterranno poco adatto, ma mi piace associare quel colosso al Ponte di Rialto, uno dei simboli di Venezia, così come il colosso lo è di Braavos.
5) Pedro Pascal sta svolgendo un lavoro egregio con Oberyn Martell. Riesce a carpire l’essenza del personaggio e a trasmetterla agli spettatori in tutti i modi possibili: parole, gesti, situazioni. La scena con Cersei della quinta puntata l’ho trovata molto significativa: Oberyn è una persona a cui piace divertirsi, romantica e piena di passione. Senza però dimenticare che è anche piena di voglia di vendicarsi per la sorella uccisa anni prima: un mix pericoloso di sentimenti. Una persona passionale con uno scopo chiaro e preciso diventa letale.

Tyrion

Tyrion Lannister al processo per Regicidio.

COSE CHE NON MI SONO PIACIUTE
1) Daenerys. Non odio il personaggio, odio la sua storia nella serie, crescita dei draghi a parte. Non riesce ad essere un minimo interessante da quando ha lasciato Astapor nella scorsa stagione. Di materiale interessante ce n’era molto, ma si è deciso di semplificare e, forse, lo si è fatto troppo. La poca interazione con tutte le altre vicende rende questa storyline una cosa a parte e, aggiungendoci l’eccessiva semplificazione, si ottiene una storia ripetitiva e noiosa. Draghi esclusi, ovviamente.
2) In questa stagione, tutte le sequenze di combattimento non sono all’altezza. Non dico che siano fatte in maniera approssimata, ma sono veramente poco credibili per tanti dettagli presenti qua e là. L’esempio lampante lo abbiamo alla dimora di Craster: tutti i duelli sembrano finti a dir poco, e la vittoria di Jon Snow sembra essere avvenuta per puro caso e per pura fortuna. C’è tempo per rimediare, mancano 4 puntate; ma fino ad ora questo tipo di scene le ritengo ampiamente insufficienti per una serie come Game of Thrones.
3) Ma veniamo alla cosa peggiore di queste due puntate: l’assalto di Yara e degli Uomini di Ferro al castello dove è presente Ramsey con Theon/Reek (non posso credere che quello fosse Forte Terrore, proprio non esiste). Innanzitutto pietosamente oscena l’alternanza di immagini fra l’arrivo di Yara e Ramsey che si diverte con Myranda; ennesimo espediente per buttare dentro la quota minima necessaria di sesso per puntata. Poi l’assalto, se così lo si può definire, è al limite della sospensione dell’incredulità, se non oltre; ritorna anche qui il punto precedente, combattimenti molto inverosimili. Ciliegina sulla torta: gli Uomini di Ferro scappano davanti a Ramsey perché minacciati con dei cani feroci. Una serie continua di cose senza senso. Salvo solo l’interpretazione di Alfie Allen che sta facendo un lavoro ottimo sul suo personaggio (forse uno dei più difficili da interpretare, insieme a Tyrion e pochi altri).
4) Sibel Kekilli continua a non essere all’altezza. Vero che nel momento della deposizione al processo si percepisce quantomeno l’astio nei confronti di Tyrion, ma non è ancora sufficiente per gli standard qualitativi di una serie come questa. Vediamo se saprà stupirmi positivamente nelle rimanenti puntate della stagione.

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Board: Game of Thrones
Quinta puntata: First of His Name
Sesta Puntata: The Laws of Gods and Men

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Marco Quargentan

Itasiano da ottobre 2008 grazie ad House MD e Lost. Blogger e Moderatore da giugno 2013 grazie a Game of Thrones, Traduttore da giugno 2015. Informatico di "professione", sassofonista per caso, appassionato di basket, player spasmodico della serie Legend of Zelda, lettore compulsivo di JRR Tolkien e GRR Martin (entrambi before it was cool), drogato seriale. Non chiedetemi la mia serie preferita, non saprei scegliere fra quelle che adoro.
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