Showtime e Sky Atlantic si sono riunite per regalarci una nuova e interessante miniserie sulla lotta per la parità di diritti della comunità nera nella Londra degli anni Settanta. Se volete saperne di più, oggi vi presentiamo Guerrilla.
TRAMA E INFORMAZIONI
Guerrilla è una miniserie in sei episodi, ed è una produzione Sky Atlantic e Showtime scritta e diretta dallo sceneggiatore John Ridley (premio Oscar alla sceneggiatura per 12 Years a Slave), insieme a Misan Sagay e Sam Miller. Tra i protagonisti troviamo Freida Pinto nei panni di Jas Mitra, Babou Ceesay in quelli di Marcus e Idris Elba invece è Kent, amico della coppia. Guerrilla racconta la storia d’amore di due giovani, Jas e Marcus, sullo sfondo di una Londra del 1970 in preda ai tumulti e alle manifestazioni contro le leggi discriminatorie sull’immigrazione. È il periodo delle lotte per la parità di diritti della comunità nera e di lotta politica legata ai famosi movimenti delle Pantere Nere, presenti non soltanto in USA ma anche in UK. I due si ritrovano invischiati in un turbinio di eventi che travolgerà le loro vite, trasformandoli da semplici attivisti non violenti a veri e propri guerrieri per la causa.
IMPRESSIONI SUL PILOT
Capita fin troppo spesso di avere grandi aspettative per alcune serie TV o miniserie e rimanerne delusi o trovarli piuttosto mediocri. Quando ho saputo di questa nuova produzione, e dopo aver fangirlato sul casting di Idris Elba ovviamente, mi ero fatta un’idea di quello che sarebbe potuto essere Guerrilla, sperando fosse una miniserie impegnata, drammatica e istruttiva dal punto di vista storico. E devo dire che il pilot ha soddisfatto tutte le mie aspettative, presentando un primo episodio carico di eventi, di sentimenti, di caratterizzazione dei personaggi mai banale e soprattutto con una storia che punta dritto al cuore di chi queste lotte le ha vissute negli anni Settanta e di chi assiste alle medesime a distanza di decenni, in una società multiculturale che dovrebbe aver superato i pregiudizi razziali. Il compartimento tecnico non ha nulla da invidiare alle miniserie più blasonate, forse appare più semplice e scarno, ma devo dire che non mi dispiace questa semplicità, in favore di una storia che da sola buca lo schermo e attira lo spettatore senza troppi fronzoli. Il pilot non risparmia parole e immagini forti, come il pestaggio violento di uno degli attivisti da parte dei poliziotti o la molestia che sfocia in violenza fisica dei poliziotti contro chi si intratteneva con persone di colore. La violenza inaudita, il disprezzo e l’odio razziale delle forze dell’ordine è qualcosa che mi ha messo molto a disagio, oltre a provocarmi lacrime e sensazioni davvero spiacevoli. Forse perché è tutto molto attuale e, se non fosse per i vestiti tipici dell’epoca, non vedrei la differenza abissale in termini di anni rispetto ad oggi.
Vi suonerà tutto molto familiare, senza dubbio. Le lotte per i diritti della comunità di colore e nera non sono una novità, non lo sono mai state, e ne è l’esempio la recente controversia sul casting della protagonista, Freida Pinto, attrice anglo-indiana accusata di aver “rubato” il ruolo di protagonista a potenziali attrici nere, visto che i movimenti attivisti del periodo avevano al loro interno anche donne nere forti e determinate quanto gli uomini. Dico questo perché mi pare davvero surreale che una donna di colore, seppur non nera, venga accusata di non essere “abbastanza colorata” per poter rappresentare l’attivismo della comunità nera e di colore britannica. Guerrilla è una serie nera, sui neri, ma con attori di diverse etnie; è una serie che racconta i drammi e le lotte affrontate per la parità di diritti di tutte le minoranze, dunque negare e svilire la presenza di Freida Pinto come rappresentante della comunità, a mio modesto parere contamina e sminuisce l’essenza stessa della miniserie e del concetto espresso in Guerrilla. La questione non è escludere in questo caso, ma includere. Ridley ha infatti difeso l’attrice facendo presente che il personaggio di Jas è stato ispirato proprio da un’attivista indiana (Mala Sen) che lottò per i diritti dei lavoratori indiani nelle fabbriche. Dunque, è storicamente accurato che ci sia una coppia mista e che uno dei protagonisti non sia nero. Con le parole di Freida stessa:
The fact that it is so difficult to accept that someone else of colour could be part of this movement is exactly the reason why we did this show. / Il fatto che sia così difficile accettare che una persona di un altro colore possa prendere parte al movimento è la ragione per cui esiste questa serie. (link all’articolo)
Al di là della mia digressione, trovo che il pilot di Guerrilla sia stato ben confezionato e curato; sicuramente lo consiglio a chi ha interesse a saperne di più sulle lotte per i diritti della comunità nera inglese e a chi ama le miniserie impegnate e dai temi profondi che fanno riflettere. Senza dubbio continuerò a guardarla per capire come si svolgerà la trama e come proseguirà, ma per il momento il pilot è promosso. Di questo argomento, ma spostandoci oltreoceano, vi consiglio un bellissimo (e molto struggente) documentario intitolato XIII (13th Emendment) di Ava DuVernay che tratta la condizione dei neri in America, la loro storia e la percezione della comunità nera da parte dei media, dei politici e della gente comune, dalla notte dei tempi fino ai giorni nostri. Non smetterò mai di consigliare queste serie TV e documentari, è necessario conoscerli, studiarli e non dimenticarli perché siamo nel 2017 e non ci basta un uomo pestato a morte, una donna violentata o un bambino in agonia per smuoverci le coscienze, non basta aprire un libro di storia e leggere l’orrore che ciclicamente si ripete. Non basta mai, di qualsiasi argomento si tratti, di qualsiasi etnia, razza, genere, orientamento sessuale o tipo di discriminazione. Sarà sempre necessario sapere per evitare che si ripeta.
IL TRAILER
I sottotitoli del primo episodio li trovate già in home a questo indirizzo. Fateci sapere con un commento cosa ne pensate e alla prossima!
Edel Jungfrau
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