Avatar: The Last Airbender

Intervista ad Albert Kim, showrunner di Avatar: The Last Airbender!

In occasione dei primi annunci del cast, lo showrunner Albert Kim ha voluto raccontare il suo approccio alla serie, prima da semplice fan e oggi da mente creativa dietro alla serie prodotta da Netflix!

Associare le parole “live action” e “Avatar” porta alla mente i bruttissimi ricordi legati al film del 2010 L’ultimo dominatore dell’aria (The Last Airbender) diretto da M. Night Shyamalan, stroncato (giustamente) dalla critica e dai fan.
Anche questa produzione sembra essere partita con il piede sbagliato, visto che ad agosto 2020 i due creatori della serie animata originale, Bryan Konietzko e Michael Dante DiMartino, avevano annunciato il loro ritiro dal progetto a causa di divergenze con Netflix. Albert Kim, subentrato a febbraio, ha concesso una lunga intervista per rassicurarci che, questa volta, le cose andranno diversamente e il suo lavoro sarà fedele alla serie animata trasmessa da Nickelodeon:

È tutta colpa di mia figlia. È lei che mi ci ha fatto appassionare.
Quando Avatar – La leggenda di Aang fu trasmesso la prima volta da Nickelodeon, non era ancora abbastanza grande per capire in pieno la storia. Eppure la trovavo attaccata alla TV tutte le settimane, rapita dalle avventure di Aang e dei suoi amici (che sarebbero divenuti a breve anche i suoi amici).

Ho iniziato a guardarlo con lei con l’idea di aiutarla a capire cosa succedeva. Ma il ruolo di papà-guida si è fatto rapidamente da parte perché anch’io mi sono ritrovato risucchiato in questo mondo e nei suoi personaggi, e dopo poco ci siamo ritrovati a guardarlo assieme, travolti dal mix unico di azione, umorismo ed epica narrazione.

Albert Kim

Avevo subito notato quanto questo mondo attingesse a piene mani dalla cultura e leggenda asiatica, una vera rarità ai giorni nostri che, da padre asioamericano, apprezzo. Che mia figlia potesse vedere sullo schermo dei personaggi che le assomigliassero era più che semplice divertimento. Era un dono.

Kim parla anche della chiamata da parte di Netflix, dei suoi timori e delle sue speranze:

Saltiamo avanti di 15 anni. Netflix mi offre l’opportunità di sviluppare un remake in live action di Avatar. Il mio primo pensiero è stato: “Perché? Cosa mai potrei fare o dire della storia che non sia già stato fatto o detto nell’originale?” A:LLdA è diventato ancora più famoso e acclamato negli ultimi 15 anni, a riconferma di quanto completa e significativa sia stata quella esperienza narrativa. Quindi, squadra (o, in questo caso, serie) che vince non si cambia, no?

Ma più ci pensavo più ne rimanevo affascinato. Gli effetti speciali sono arrivati a un punto dove il live action può non solo replicare fedelmente cosa è stato fatto nell’animazione, ma può addirittura aggiungere una dimensione visiva nuova e ricca a un mondo fantastico. Potremo vedere il controllo degli elementi con una resa realistica e naturale come mai prima d’ora.

Katara, Aang e Sokka

Inoltre, il format di Netflix significava che avevamo la possibilità di prendere una storia raccontata originariamente in episodi autoconclusivi da mezz’ora e reimmaginarla in una narrazione a trama orizzontale. Significava che storie e archi emotivi che avevamo adorato nell’originale avrebbero potuto avere ancora più spazio per respirare e svilupparsi.

Infine, una versione live action avrebbe stabilito un nuovo traguardo nella rappresentazione e diversità razziale sullo schermo, oltre ad avvicinare una nuova generazione di fan. Sarebbe stata una possibilità di mostrare personaggi asiatici e Nativi Americani come persone vere, esseri viventi in carne e ossa. Non solo in un cartone animato, ma in un mondo che esiste veramente, molto simile a quello in cui viviamo.

Conclude l’intervista facendoci capire che è un vero fan:

Sapevo anche cosa non volevo fare. Non volevo cambiare cose per il gusto di cambiarle. Non volevo modernizzare la storia o stravolgerla per adeguarla alle mode del momento. Aang non sarà un crudo antieroe. Katara non avrà la frangia a tendina. (Però per un momento ho avuto la tentazione di dare a Sokka un account TikTok, pensate alle possibilità.)

Non fraintendetemi. Espanderemo e accresceremo il mondo, ci saranno sorprese sia per chi è già fan, sia per i nuovi arrivati. Ma per tutto il tempo la nostra parola d’ordine è stata “autenticità”. Verso la storia. Verso i personaggi. Verso le influenze culturali. L’autenticità è ciò che ci fa andare avanti, sia di fronte alla macchina da presa che dietro, motivo per cui abbiamo messo insieme un team ma visto prima – un gruppo di artistə talentuosə e appassionatə che lavorano giorno e notte per portare in vita questo mondo ricco ed estremamente meraviglioso.

Ma alla fine, il motivo per cui ho deciso di farlo è uno solo:
da qualche parte là fuori, unə ragazzinə è sedutə incollatə alla TV, in attesa di essere condottə in un viaggio incredibile.

Spero verrete anche voi.

Bellissima intervista, auguriamo a Kim e tutto il suo staff un buon lavoro e speriamo di partire presto per questo viaggio! Continuate a seguirci per rimanere aggiornati sulle novità e nel frattempo discutiamone nei commenti!

Fonte: Netflix

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Federico Marchionda

Musicista perso tra i libri e le serie TV. Inizio migliaia di cose e ultimamente scrivo musica e testi. Fed su ITASA e nel mondo.

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