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Perchè i remake di serie britanniche?

Nei commenti alla prima parte delle novità del 2011 si è fatta largo la discussione dei remake americani di serie britanniche di successo. Tutti si sono fatti una domanda: perchè? Le ragioni per questa sgradevole (diciamolo pure) tendenza sono diverse, dalle più meschine alle più legittime, passando per quelle culturali.

La legge è legge

Orientarsi nel complesso sistema dei rating dei contenuti americano non è facile e prende molto tempo. Per noi è più semplice: tre bollini, uno giallo, uno verde, uno rosso, e poi comunque chi ci fa mai caso? Per farla breve non sarà possibile veder riproposte tutte le tematiche dello Skins inglese nella versione americana, MTV è un canale “basic cable”, quindi al massimo si potranno permettere qualche “shit”. Non dimentichiamoci poi che Skins va in onda in Gran Bretagna su E4, un canale digitale a pagamento.

E' l'accento, bambola!

E’ qui che si scatenano le più deliranti teorie, non mancano però alcuni  fondamenti di verità. Avete mai provato a vedervi qualche film in lingua originale? (quest’esempio calza meglio se si parla di cinema) L’accento del cattivo di turno è quasi sempre britannico e può variare assomigliando più allo scozzese o al gallese.

Il fatto non è che chi parla con accento britannico è cattivo, è che permette di distinguere tra un eroe (che è un persona comune) e un antagonista. Il modo più semplice per caratterizzare un antagonista è quindi dargli l’accento aristocratico e brillante dei potenti, anche a costo di far leva suoi luoghi comuni, cosa che può dar fastidio ai diretti interessati.

Potreste divertirvi a guardarvi la trilogia di Star Wars, o i film di Robin Hood, e cercare di individuare gli schieramenti e in che modo parla un certo personaggio.

Anthony Hopkins ne Il Silenzio degli Innocenti

Questa è una dimostrazione semplice semplice: ne Il Re Leone Simba suona molto come un teenager californiano, Scar invece è doppiato da Jeremy Irons.

Questione di soldi

A parte il fatto dei contenuti generalmente più “spinti”, e della percezione degli accenti britannici, quello che spinge a creare nuove versioni che in molti casi portano solo il nome dell’originale, è il guadagno che se ne può trarre.

Diciamo che io, produttore televisivo americano, voglia produrre una serie ambientata in un ufficio, dall’umorismo particolare, una specie di commedia dei colletti bianchi. A me l’idea è venuta guardando The Office UK, se voglio evitare che Ricky Gervais mi denunci per plagio gli faccio un’offerta per acquistare i diritti della sua serie. A questo punto possiede il concept della serie e posso rivoltarlo da capo ai piedi come più miaggrada, il nome è il soltio ma il risultato spesso non lo è.

Poi si potrebbe dire che il produttore ha interesse a far lavorare le maestranze americane, ma in realtà non ha problemi a traslocare in Canada se questo gli conviene. In un mercato televisivo dove le idee originali sono denigrate e quasi viste come la peste, poter riutilizzare un format già testato è visto come un modo per poter abbassare i rischi dell’investimento, almeno in teoria.

Ma se poi la questione si riduce a chi sia più bacchettone, chi è senza peccato scagli la prima pietra.

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Chris Bernard

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