Banshee

Sotto-Titolo: Banshee, The Family Guide, Dexter

Eccoci di nuovo a parlare di titoli.

Questa settimana non sarò da sola a scrivervi, bensì avremo un’ospite; ma ogni cosa a tempo debito e iniziamo a parlare di due serie recenti, anzi recentissime poiché una vedrà la sua season premiére durante la midseason delle prossima stagione, eppure riesce già a far parlare di sé.

Iniziamo subito, buona lettura.

Banshee: il primo titolo che vi propongo mi è stato proposto da MAnrich in uno dei commenti allo scorso articolo.
Si tratta di una serie recente che è stata rinnovata per una seconda stagione, prevista per il 2014.
Il titolo prende il nome dalla cittadina della Pennsylvania in cui è ambientata.
Da dove deriva allora questo nome, cos’è una “Banshee”? Nei miti irlandesi e scozzesi, è una figura leggendaria, uno spirito femminile, una donna con capelli fluttuanti un vestito verde e una mantella grigia (nonostante si possa trovare raffigurata anche completamente vestita di rosso o bianco).
Nelle leggende relativamente recenti viene quasi sempre indicata come uno spirito maligno, nonostante nei racconti più antichi venga semplicemente narrata come uno spirito che si aggira intorno a paludi e fiumi.
Generalmente la Banshee canta oppure piange, avvolta da un velo, i suoi occhi sono difatti sempre arrossati dal pianto.
Il termine “banshee” deriva dal gaelico e significa “donna delle fate”.
Con l’emigrazione di irlandesi in America, sono emigrate anche alcune di queste leggende, che man mano sono state adattate alla mentalità e alla storia americana.
Ben Cross, che nella serie interpreta Mr. Rabbit, ha spiegato che la Banshee è uno spirito che porta cattive notizie (è legata ad una famiglia e in genere la sua presenza è legata alla morte avvenuta o imminente di un membro della casata, questo porta a raffigurarle generalmente piangenti. Si dice che comincino ad ululare e gemere quando una persona sta per morire), quindi la città è stata denominata in questo modo poiché piena di persone addolorate e arrabbiate. Da lì il nome della serie.
Curiosità: le foto che vediamo nella sigla d’apertura cambiano ad ogni episodio e riflettono la psicologia e l’interiorità dei personaggi. Durante la messa in onda della stagione, è possibile andare sul sito http://www.welcometobanshee.com e recarsi nella sezione “The Vault”. Questa parte del sito si sblocca con un particolare codice che è possibile trovare nell’opening sequence. La sezione ospita tutte e 10 le sigle d’apertura, con il commento del creatore circa i significati simbolici che la sigla contiene.

The Family Guide: questo è il titolo con cui la serie, che debutterà in midseason per NBC, è stata presentata agli upfront. Qualche giorno fa il titolo è stato però modificato in Growing Up Fisher, dove Fisher è il cognome della famiglia protagonista.

Non si tratta dell’unico cambiamento per la serie, poiché Parker Posey, che interpretava la ex moglie di J.K. Simmons ha lasciato il ruolo.
Il titolo originario della serie era molto simile a The Family Tools, cancellata lo scorso 10 maggio e con J.K. Simmons nel cast. Inoltre la parola “Family” sembra essere molto inflazionata ultimamente nelle serie (Family Guy, Modern Family, Family Tree…) e creerebbe confusione.

Dexter: eccoci arrivati all’ultimo titolo. Come già vi annunciavo la scorsa settimana non sarò io a parlarvi della grafica di questo titolo (lo so, esula dal tema ma domenica inizia l’ottava stagione: vediamolo un po’ come un omaggio a questa serie; inoltre ho trovato l’argomento molto interessante e mi faceva piacere condividerlo con voi) , o meglio, sarò io ma solo come intermediaria.

Qualche tempo fa mi sono imbattuta in un saggio scritto da Valentina Vellucci e contenuto nel libro Nel nome di Dexter, un killer seriale tra letteratura e tv. Ho subito contattato l’autrice che ha accettato di buon grado di condividere le sue riflessioni su questo blog. In questo articolo vedremo solo la riflessione strettamente legata al titolo e alla sua grafica e non tutta la riflessione legata agli opening credits. Se siete amanti di Dexter vi raccomando però questo libro che contiene al suo interno dei saggi e delle riflessioni molto interessanti. Finiti i preamboli e le spiegazioni, vi lascio con degli stralci degli studi di Valentina, che ringrazio nuovamente.

Uno sfondo bianco, dai contorni piuttosto sporchi, dominato da un nome scritto col sangue: DEXTER. In fondo alla ‘R’, piccole gocce fresche. Il logo di Dexter fa il suo ingresso in scena assorbendo per intero lo schermo. E lo sguardo dello spettatore.
La presentazione del logo in una serie TV costituisce un momento chiave: è il suo marchio di riconoscibilità.
Bianco è lo sfondo su cui si staglia il logo della serie, così come è bianca la tuta con cui Dexter effettua le prove ematologiche in laboratorio. Rossi sono i caratteri che compongono il logo, come gli schizzi di sangue con cui ogni giorno Dexter ha a che fare. Il rosso è il colore del sangue e della passione: nella sequenza iniziale l’accento è nettamente posto su questa denotazione del rosso e sulla relativa contrapposizione al bianco. Il bianco di un corpo senza sangue, ovvero senza rosso, figurativizzato nel pallore dei freddi cadaveri disseminati nella serie.
Il rosso dexteriano, però, non è un rosso normale: è saturato in maniera eccessiva, al punto da sembrare artificiale. Si può definire un “rosso emozionale”. Si contrappone all’effetto anestetizzante del bianco. Colore che richiama la purezza, riconducibile ad un universo emozionale ‘vuoto’.
Il dualismo cromatico che domina il logo è la rappresentazione della bipolarità che domina il protagonista della serie: Dexter e il Passeggero Oscuro fanno il loro ingresso nella sequenza d’apertura sin dai primi fotogrammi.
Il logo, al crescere morbido della colonna sonora, diventa più grande, dando l’impressione allo spettatore di avvicinarsi sempre più al monitor.
Vicino alla lettera ‘R’ alcune gocce vermiglio macchiano lo sfondo bianco, come fossero colate da una ferita appena inferta.
Se il fluido richiama il sangue, allora per cosa stanno le lettere? Non sono forse esse stesse le vene incapaci di contenere un flusso sanguigno agitato da chissà quale passione?
La sensibilità primitiva con cui viene usato il rosso nel logo disegna la vera natura di Dexter. Corporeità e impulso, figurativizzati nel sangue, cercano di avere il sopravvento sulla razionalità rappresentata dal bianco dello sfondo.
Il bianco non è candidissimo, presenta alcune ombre, delle linee di confine non ben definite. Ombre di un nero assai caldo, in cui probabilmente è stato accentuato lo spettro cromatico del rosso. Ombre che strappano al bianco la sua innocenza.
Questo titolo è inoltre un raffinato omaggio all’universo cinematografico dei serial killer. Quale amante del cinema horror non ricorda l’accattivante opening di American Psycho? Sfondo bianco: gocce di sangue rosse e corpose piovono attraverso lo schermo. Compaiono i credits, la musica sfocia in un allegro andante e lo sfondo si chiazza di rosso. Lo spettatore che conosce American Psycho, senza aver visto o seguito alcuna puntata di Dexter, può intuire in anticipo che tipo di personaggio ha di fronte dopo aver visto la relativa sequenza iniziale.

Fonti: fastcocreate

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Marta2706

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