Bunheads

Sotto-Titolo: Supernatural, N.C.I.S., Bunheads

Ritorniamo con la nostra rubrica basata sui titoli e rispondiamo subito ad una richiesta di Chris.

Sapete già come funzionano questi articoli e sapete che potete chiedere di titoli e serie che vi interessano nei commenti.

Supernatural: La serie parla di Sam e Dean Winchester, due fratelli cacciatori di demoni e figure paranormali. Si può facilmente intuire quindi da cosa derivi il titolo.
La serie è stata in incubatrice per una decina d’anni e ha subito diversi cambiamenti prima di prendere la sua forma definitiva; il progetto era inizialmente pensato per essere un film.
Più che il titolo in sé, è carino notare come i titoli degli episodi facciano riferimento a canzoni e specialmente le canzoni dei Mullet Rock; a film horror e a film classici soprattutto degli anni ’50, ’60 e ’70 e infine a elementi della cultura in special modo americana, ovviamente riadattati. Vediamo qualche esempio:
Prima stagione: Route 666, fa riferimento alla famosa strada, la Route 66; The Benders, famiglia di serial killer abitante in Kansas nel 19 secolo; Something Wicked, verso del Macbeth di Shakespeare.
Seconda stagione: In My Time of Dying, canzone dei Led Zeppelin del 1975; Bloodlust, film del 1961 in cui un gruppo di giovani visita un’isola tropicale e diventa preda di un sadico cacciatore; Simon Said, videogioco per bambini e film horror del 2006.
Terza stagione: Sin City, titolo di un fumetto di Frank Miller che ha avuto un adattamento cinematografico nel 2005, inoltre è una canzone degli AC/DC; Dream a Little Dream of Me, canzone del 1931, la versione di Mama Cass la si può sentire nella colonna sonora dell’episodio durante il sogno di Dean riguardo Lisa; Long Distance Call è il titolo del 22esimo episodio della seconda stagione di The Twilight Zone di Rod Serling, è inoltre una canzone del 1951 di Muddy Waters.
Quarta stagione: Are You There God? It’s Me, Dean Winchester, il titolo si riferisce al libro di Judy Blume Are You There God? It’s Me, Margaret. Esula da Supernatural ma ve lo scrivo perché la cosa mi ha fatto molto sorridere e ci fa pensare a quanto sia radicato questo libro nella cultura americana: il titolo di questo libro è citato anche nella versione musical di Shrek, a Broadway: Fiona/Sutton Foster canta così: “Are you there God? It’s Me, Fiona!”; It’s the Great Pumpkin, Sam Winchester, riferito al film del 1966 sui Peanuts It’s the Great Pumpkin, Charlie Brown.
Quinta stagione: Abandon All Hope…, riferito all’iscrizione sul cancello alle porte dell’Inferno, nella Commedia dantesca: “Lasciate ogni speranza…”
Sesta stagione: Two and a Half Men, riferita alla sit-com dallo stesso titolo con Charlie Sheen; Live Free or Twihard è la combinazione di due titoli: Live Free or Die Hard e Twilight.
Questi sono solo alcuni esempi tratti dalle prime sei stagioni, ma i riferimenti sono davvero tanti.

N.C.I.S: ovvero: Naval Criminal Investigative Service.
Siamo ormai in procinto di vedere l’undicesima stagione e non abbiamo ancora scoperto se Cote de Pablo riprenderà il ruolo di Ziva David; ma noi adesso facciamo un salto indietro di almeno 10 anni e torniamo a quando la serie si intitolava Navy N.C.I.S., dove Navy era riferito al corpo dei Marines degli Stati Uniti, di cui si occupa l’N.C.I.S..
Il titolo originale ha avuto vita breve, per sole due stagioni. La terza ha visto una rivoluzione sia in termini di cast che in termini di titolo. Sasha Alexander ha lasciato la serie e il suo posto nella squadra è stato occupato da Cote de Pablo mentre il titolo si è visto tagliare la parola Navy e ha lasciato spazio solo ad N.C.I.S.: il termine Navy era ritenuto troppo ridondante dalla produzione, che ha deciso così di eliminarlo.

Bunheads: nonostante io personalmente abbia un’avversione per i titoli tradotti in italiano e la maggior parte delle volte completamente travisati (se hanno intitolato una serie così, ci sarà pure un motivo, no?), questa volta posso capire perché abbiano scelto A Passo di Danza invece di mantenere il titolo originale.
Il termine “Bunheads” infatti è un termine tecnico, proprio della disciplina della danza, parola che non esiste nella nostra lingua e che sarebbe risultata quindi incomprensibile per il pubblico italiano.
Si tratta di quella retina che le ballerine usano per immobilizzare lo chignon ed evitare che ciocche di capelli fuoriescano. In italiano, per lo meno girando sui siti che si occupano di abbigliamento per la danza, si trovano con il nome “retina” o “retina chignon” e, volendo tradurre il titolo in italiano a tutti i costi, non sarebbe stato decisamente un nome accattivante.

 

Per questa settimana abbiamo finito, ma la prossima avremo un’ospite a parlarci di uno dei titoli più famosi al mondo, o meglio, della sua grafica. Vi assicuro che non vorrete perdervela.

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Marta2706

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