Cinema

Transcendence: voglia di trascendere… pur di fuggire dal cinema.

Nonostante la grande curiosità che mi ha spinta a vedere questo film – insieme al sex appeal di Johnny Depp, come negarlo – non ne sono rimasta soddisfatta. Adesso vi spiego perché. transcendence 1

Intanto vi racconto la storia: Will Caster (Johnny Depp) è un genio informatico che sta lavorando ad un progetto per creare un software dotato di coscienza. Quando uno dei ribelli del movimento R.I.F.T. (Revolutionary Independence From Technology), che si oppone all’essere contro natura del progresso tecnologico, spara a Will un proiettile contaminato da veleno, gli viene comunicato che gli resta un solo mese da vivere. A quel punto la moglie Evelyn (Rebecca Hall) decide di provare in tutti i modi, sviluppando gli studi condotti dal marito, a trasferire la coscienza di Will all’interno di un software. Ovviamente riuscirà nell’intento, dandogli anche libero accesso a internet, e quindi a conoscenze illimitate, ma le cose inizieranno a farsi problematiche quando il maritino, onnipresente su computer, tablet, cellulari e pareti di casa, mostrerà un certo desiderio di conquista del mondo.

transcendence 3

Ho trovato il film di una lentezza esasperante, due ore di proiezione che sono sembrate quattro. Mi sembrava di aver capito che si trattasse di un thriller fantascientifico, quindi mi aspettavo una buona dose di azione e magari, che so, sparatorie, inseguimenti, e cose varie. Invece mi è sembrato di non vedere altro che una donnina in lacrime per tutto il tempo. Il trailer aveva stuzzicato il mio interesse, perché l’idea di partenza mi sembrava piuttosto valida. Certo, non originale, ma avrebbe potuto essere sviluppata in modo accattivante e intrigante, o almeno il film avrebbe potuto essere costellato di scene d’azione e catturare in qualche modo l’attenzione. Invece mi è sembrato che gli spunti interessanti siano stati gettati alle ortiche. Sarebbe bastato vedere il trailer e gli ultimi cinque minuti del film per avere un buon condensato della storia senza doversi sorbire tanti momenti di vuoto cosmico. Oppure si sarebbe potuta vedere la puntata di transcendence 4Halloween dei Simpson La paura fa novanta XII (quella in cui la casa prende vita, animata da un robot con la voce di Pierce Brosnan) che è la stessa storia ma raccontata in modo sicuramente più godibile.

In tutto ciò ho trovato un aspetto decisamente positivo. Infatti, non ho potuto fare a meno di notare la bravura di Johnny Depp. Negli anni, complice la costante e ormai collaudata collaborazione con il regista Tim Burton, ci siamo abituati a vederlo interpretare personaggi con caratteristiche analoghe. Willy Wonka, Sweeney Todd, il Cappellaio Matto, ma anche il Capitan Jack Sparrow – nonostante la regia della saga de I pirati dei Caraibi non sia di Tim Burton – sono tutti personaggi caratterizzati da un’intrinseca follia, personaggi che vivono in un mondo loro e che colorano tutto ciò che hanno intorno con il loro tocco unico, tipico di personalità completamente fuori dal comune. Cimentandosi nel ruolo di Will Caster, Johnny Depp ha accettato la sfida di interpretare un uomo che ha indubbiamente un buon grado di genialità e, dunque, si pone al di fuori dell’ordinario, ma con connotazioni del tutto nuove e lontane da quelle tipiche dei personaggi che lo hanno reso noto negli anni. Meno spensierato e scanzonato, in questo film subisce addirittura la tragedia di affrontare una morte annunciata, mettendo in luce le sue grandissime doti di attore completo e versatile, capace di affrontare tutte le parti con cui finora si è misurato. Transcendence, secondo me, rappresenta una riprova delle ottime capacità di Johnny Depp, attore forse per troppo tempo intrappolato in ruoli tutti simili tra di loro e capace invece di stupire se messo alla prova con generi diversi da quello abituale.

L’ultimo aspetto che mi sento di sottolineare è che questo film rientra a pieno titolo tra quello con un finale che riesco a definire solo come “oscuro”. Non appena mi sono seduta al cinema ho subito pensato che non avrei capito il finale, e questo non sempre è un male. Regala l’occasione di discuterne e di ripensarci per rimettere ogni cosa al suo posto. Porta lo spettatore a rimuginare sul senso del film anche per qualche giorno a seguire e magari a fare una seconda visione per chiarirsi le idee. Tuttavia mi è sembrato transcendence 5che alla fine il senso del film e la sua conclusione venissero affidati a frasi non enfatizzate ed a gesti non messi in luce. Insomma, come se capire il finale non fosse importante; però in un film che ha uno svolgimento così noioso, lento e senza particolari avanzamenti nella trama, il finale avrebbe potuto costituire l’ultimo momento utile per salvarsi e lasciare qualcosa di positivo allo spettatore.

In conclusione, non posso suggerirvi di andare a vedere Transcendence per la storia, se è quella che vi interessa il trailer è sufficiente. Se, invece, volete avere la riprova effettiva della bravura di Johnny Depp, e amate i “finali oscuri” potete dargli una chance, e magari poi possiamo discuterne insieme. Il film è in programmazione nei italiani cinema dal 17 aprile.

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