Nasce una nuova rubrica, legata al Marvel Cinematic Universe! Dopo ogni episodio di Agents of S.H.I.E.L.D. cercheremo di analizzare la mitologia del MCU e gli easter egg e i riferimenti al mondo dei fumetti Marvel. Cominciamo dal… pilot!
Questa rubrica vuole essere, settimana dopo settimana, un piccolo compendio per chi si avvicina all’universo Marvel per la prima volta e al tempo stesso fonte di discussione per chi invece ci sguazza dentro già da tempo. Iniziamo con un po’ di ritardo, lo sappiamo, ma speriamo di rimetterci presto in pari.
DISCLAIMER: in questa rubrica non saranno presenti spoiler sulla serie Marvel’s Agents of S.H.I.E.L.D., ma ci prendiamo la libertà di parlare a ruota libera dell’universo fumettistico e dei film del MCU già usciti al cinema. Siete avvisati!
And there came a day…
Il pilot della serie si apre con le parole fuori campo di Skye, accompagnate da alcune immagini tratte da The Avengers, il film del 2012. Si intravedono, nell’ordine, l’armatura di Iron Man che sfreccia in cielo, il martello di Thor, lo scudo di Capitan America, dei Chitauri incazzati e Hulk che, beh… spacca. L’inquadratura successiva, con il piccolo Ace che fissa una vetrina piena di action figures degli Avengers, ci chiarisce come ormai anche lì, nel loro universo, la fama del gruppo di eroi abbia raggiunto dimensioni globali. Come d’altronde già si poteva intuire dagli stralci di interviste mostrati appunto nel finale del film a loro dedicato. Poco dopo la stessa Maria Hill eviterà di menzionarli esplicitamente, ma li definirà “un miliardario volante in un’armatura metallica, un gigantesco mostro verde, un eroe in costume dagli anni ’40 e un dio”. Restano fuori da questa descrizione i più umani di tutti: Natasha Romanoff (Black Widow), ma alla quale si accenna più avanti quando si elencano le qualità dell’agente Ward, e il solito, povero, piccolo e sfigato Clint Barton (Hawkeye).
Ma come nascono i Vendicatori? Se state leggendo questo articolo la storia del film la conoscete tutti, quindi parliamo del fumetto. La prima apparizione avviene, manco a dirlo, in Avengers #1 del settembre 1963, per opera del duo Stan Lee–Jack Kirby. Il gruppo dei membri fondatori è composto da Iron Man, Thor, Hulk, Ant-Man e Wasp, ma nel giro di pochi mesi si uniranno a loro altri personaggi del calibro di Capitan America e Occhio di Falco. Natasha arriverà invece solo dieci anni dopo e da lì sarà un viavai di arrivi e partenze. L’evento “Vendicatori Divisi” del 2004 porterà allo scioglimento del gruppo, ma solo per poco tempo. Dalle sue ceneri nasceranno un’infinità di team, dai Nuovi Vendicatori, ai Giovani Vendicatori, ai Vendicatori Segreti. Mentre i Vendicatori della Costa Ovest avevano già fatto la loro comparsa negli anni ’80, ma questa è un’altra storia.
Torniamo ai Vendicatori originali. Indovinate qual è stato il motivo di aggregazione? La minaccia di Loki, chiaramente. Cambiano gli universi, passano i decenni, ma il dio asgardiano dell’inganno resta sempre il responsabile della nascita del più potente gruppo di eroi dei fumetti. Imparerà mai?
What does S.H.I.E.L.D. stand for?
È lo stesso agente Ward a risponderci: Strategic Homeland Intervention, Enforcement and Logistics Division. L’agenzia di spionaggio, nata nel 1965 dalla mente e dalla matita del duo Lee-Kirby (ma và?), aveva però originariamente un nome diverso: Supreme Headquarters, International Espionage, Law-Enforcement Division. Per poi passare negli anni ’90 a Strategic Hazard Intervention Espionage Logistics Directorate. Insomma, da qualunque lato si guardi, ha ragione Ward, sembra più un acrostico che un acronimo. D’altronde, l’universo fumettistico Marvel è pieno zeppo di organizzazioni che fanno della loro sigla una ragione di vita. Tra le più famose:
- S.W.O.R.D. (Sentient World Observation and Response Department): l’organizzazione che gestisce le minacce extraterrestri.
- A.R.M.O.R. (Altered-Reality Monitoring and Operational Response): stessa funzione dello S.W.O.R.D., ma nei confronti degli universi paralleli.
- H.A.M.M.E.R. (nessun acrostico, ma netta contrapposizione tra i significati di “scudo” e “martello”): l’organizzazione guidata da Norman Osborn, il Green Goblin nemico di Spider-Man, e che per qualche tempo soppianta il nostro amato S.H.I.E.L.D.
Maria Hill, interpretata nel pilot e in The Avengers da Cobie Smulders, è un personaggio che nei fumetti compare per la prima volta nel 2005, a seguito dell’evento Vendicatori Divisi menzionato in precedenza. Ricopre a fasi alterne il ruolo di direttore e vice-direttore dello S.H.I.E.L.D. e, per un breve periodo, quello di leader degli Avengers. Se mi è permesso dirlo, nei fumetti è un personaggio un po’ più cazzuto rispetto a quello del MCU. Ok, l’ho detto.
Phil Coulson (Clark Gregg) compie invece il percorso inverso. Compare per la prima volta in Iron Man, il film del 2008, e solo nel 2012 viene inserito nell’universo fumettistico classico. È lui il personaggio scelto per fare da ponte tra i film (compare anche in Iron Man 2, Thor, The Avengers, due Marvel One-Shot e svariati albi a fumetti ambientati nel MCU) e la serie TV. Sì, in The Avengers muore per mano del “Mussolini asgardiano”, e il mistero della sua resurrezione sarà una delle storyline principali della stagione. La sua Chevrolet Corvette del ’62, l’ormai celebre Lola, ci dà dimostrazione delle proprie capacità di volo al termine del pilot. Molti sono rimasti entusiasti da questo colpo di scena, ma la verità è che lo S.H.I.E.L.D., almeno nei fumetti, gode di veicoli del genere sin dal lontano ’67. Quella che si vede nella serie, invece, può essere interpretata come la realizzazione del progetto presentato da Howard Stark nel film Captain America: Il primo Vendicatore alla Stark Expo del 1943. Era ora.
Veniamo alle manie di segretezza dello S.H.I.E.L.D., almeno secondo Skye. Nel pilot, Maria Hill sostiene che Mike Peterson è un unregistred gifted, un dotato non registrato. Per gli amanti dei fumetti, questa espressione non può non aver richiamato alla mente gli eventi della saga di Civil War del 2006: una vera e propria guerra interna tra i supereroi, che raggiunge il suo apice nel cruento scontro tra Iron Man e Capitan America, e che vede come oggetto della disputa l’Atto di Registrazione dei Superumani. Non aggiungo altro perché vi consiglio vivamente di recuperare i 7 albi.
Durante il suo interrogatorio, Skye accusa lo S.H.I.E.L.D. di aver coperto gli eventi nel Nuovo Messico e del Progetto P.E.G.A.S.U.S. Se, al momento, cosa possa essere successo di rilevante nel Nuovo Messico sinceramente mi sfugge (in genere è uno di quei posti in cui gli autori mandano Hulk a spaccare quello che vuole senza troppi problemi), il Progetto P.E.G.A.S.U.S. lo conosciamo molto bene. L’acronimo (aridaje!) sta per Potential Energy Group/Alternate Source/United States ed è semplicemente la struttura che vediamo in apertura del film The Avengers, volta a sfruttare forme di energia alternative e che vede il suo momento migliore con il lavoro del dottor Erik Selvig sul Tesseract. Se voi che leggete avete notizie sul Nuovo Messico, fatemi sapere nei commenti!
UPDATE: ringrazio chi mi ha segnalato che in Nuovo Messico si svolgono gli eventi del primo film di Thor. Avevo completamente rimosso, chiedo perdono!
Tecnologie aliene e abomini umani
La missione dell’agente Ward a Parigi consiste nel recupero di un Chitauri neural link, un collegamento neurale chitauriano. Non ne viene spiegato il funzionamento o l’importanza, ma si può facilmente immaginare che sia l’apparato che tiene in contatto ciascun alieno con la nave madre. Per intenderci, quella che viene distrutta da Iron Man nelle scene finali di The Avengers, facendo appunto afflosciare tutti i soldati alieni a terra. La missione di recupero di Ward fa chiaramente parte di quell’operazione di pulizia che lo S.H.I.E.L.D. deve eseguire dopo la Battaglia di New York: ogni dispositivo alieno o sovrannaturale deve essere recuperato e archiviato. I Chitauri, dal canto loro, sono una razza aliena che fa la loro comparsa nel 2002 in quello che viene chiamato universo Ultimate, una sorta di campagna di rilancio del brand Marvel creata a partire dal 2000. Sono ispirati alla principale razza aliena dell’universo fumettistico classico, gli Skrull.
Il dispositivo che dona una forza sovraumana a Mike Petersen è invece di progettazione umana, anche se frutto di un mix delle più svariate fonti di super poteri conosciute, come afferma Jemma Simmons. In un involucro di metallo chitauriano troviamo un frullato di radiazioni gamma (causa delle origini di Hulk e di molti altri mostri), del siero del Super Soldato (segreto, ma neanche tanto, delle abilità atletiche di Capitan America) e di Extremis. Extremis è il siero sviluppato dalla Advanced Idea Mechanics e che è alla base della trama di Iron Man 3. Fortuna che Pepper Potts non faccia la fine del soggetto che esplode a inizio pilot! Nel fumetto, la storia di Extremis è abbastanza diversa. Nella saga del 2005 che porta lo stesso nome, Tony Stark riesce a riconfigurare il siero e a guadagnare l’abilità di interfacciarsi mentalmente con qualunque dispositivo elettronico. Poco dopo, sfruttando sempre le capacità biorigenerative del siero, fonderà l’armatura ai propri tessuti, risultando così in grado di farla apparire e scomparire a proprio piacimento sulla propria pelle, come fosse sudore. Ehi, è pur sempre un fumetto!
Citazioni più o meno nascoste
Skye: “With great powers… comes a ton of weird crap”. Joss Whedon strizza l’occhiolino ai fan di Spider-Man facendogli assaporare solo la prima parte della frase più famosa nel mondo dell’Arrampicamuri. D’altronde, se nel recente film The Amazing Spider-Man allo zio Ben non è stato concesso il privilegio di pronunciarla, ben venga Skye. Vi ricordo che i diritti dell’Uomo Ragno al cinema sono sempre in mano alla Sony, quindi per il momento non vedremo né lui né i suoi avversari nei prodotti del MCU.
Simmons: “So, are you excited to be coming on our journey into mystery?” La domanda che Jemma rivolge a Ward nasconde il titolo di una delle più longevi pubblicazioni della Marvel: Journey Into Mystery, appunto. Nata nel ’52, quando l’azienda si chiamava ancora Atlas Comics, ha ospitato per molti anni quelle avventure fantasy e piene di horror che spopolavano nell’America del secondo dopoguerra, fino a quando sulle sue pagine non ha esordito il nostro Thor, esattamente nell’agosto del 1962. Da allora è stata la casa di molte avventure del dio asgardiano, di suo fratello Loki e di Lady Sif. Lo scorso agosto è uscito il suo ultimo numero, il #655, vittima dell’iniziativa editoriale Marvel NOW!, ma mi sento di poter dire che prima o poi resusciteranno anche questa serie.
Mike: “It’s an origin story”. Questa non è una vera e propria citazione, ma la frase che Mike rivolge alla dottoressa fa capire allo spettatore che siamo piombati in un mondo in cui i supereroi e i supercriminali possono ormai nascere anche tra la gente comune. Dal morso di un ragno radioattivo a una pioggia di radiazioni gamma, da un esperimento non riuscito a un trauma familiare, chiunque, adesso, può diventare un eroe.
Il prossimo articolo sarà molto più breve. Forse.
‘Nuff Said!
Bettaro
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