Quest’oggi a OC parleremo della sigla di una delle serie cult degli anni ’00: Desperate Housewives.
La serie sulle casalinghe più famose d’America è giunta al termine proprio quest’anno e per quanto la qualità sia andata via via calando di stagione in stagione, resterà comunque un simbolo della serialità americana.
La sigla completa, presente solo fino alla quarta stagione e poi ridotta a pochi fotogrammi, cerca nel giro di una quarantina di secondi di raccontare la dura vita della casalinga, che ogni donna ha dovuto affrontare nel corso dei secoli.
Il concept della sigla è frutto di Marc Cherry, il creatore della serie, che per la realizzazione indisse un concorso a cui parteciparono sedici compagnie che proposero i loro progetti. Fu la yU+co ad aggiudicarsi l’appalto presentando una sigla in cui vengono rivisitate otto famose opere d’arte animate in stile pop-up.
La sigla si apre con il famoso quadro di Lucas Cranach Adamo ed Eva: nel dipinto originale, Eva porge ad un perplesso Adamo la famosa mela; nella versione di Desperate Housewives, Eva prende il frutto che il serpente le porge e in quel momento il povero Adamo viene schiacciato da una mela gigantesca.
Nella seconda scena ci trasferiamo nell’antico Egitto dove una madre, probabilmente una regina, viene sopraffatta dalle decine di figli. Ci presentano quindi la casalinga in versione madre-sforna figli, assolutamente incapace di trovare tempo per se stessa, visto che tutte le sue energie vengono consumate dalla prole. La scena è data dalla fusione di almeno tre opere presenti sui muri di templi egizi; lo sfondo è preso da un dipinto di David Roberts.
La terza sequenza è ambientata in Italia, nella casa dei Coniugi Arnolfini (dipinto originale di Jan Van Eyck): il marito butta una buccia di banana per terra e alla povera moglie incinta tocca pulire tutto. E’ la versione della casalinga – serva della casa, sempre dedita a pulire e rassettare e con un marito incurante della situazione. Rispetto al dipinto originale lo sfondo è un po’ cambiato e la moglie viene fatta passare per donna incinta quando in realtà la pancia sporgente è frutto di un effetto ottico dato dalla stoffa della grossa gonna che Giovanna Cenami tiene sollevata da terra com’era uso nella moda dell’epoca.
Nella quarta sequenza viene ripreso il ritratto American Gothic di Grant Wood. E’ ironico che l’icona più rappresentativa di Marito e Moglie della società americana rurale venga utilizzata in questo caso per rappresentare un uomo in piena crisi di mezz’età che corre dietro a donne più giovani (la pin-up) mentre la povera moglie assiste impassibile alla distruzione del suo matrimonio, relegata nel suo ruolo di casalinga al servizio del marito fedifrago.
La quinta sequenza utilizza un manifesto di propaganda della Seconda Guerra Mondiale che rappresenta una casalinga intenta a portare tra le braccia una quantità spropositata di barattoli. Lo scopo originale era quello di incentivare le donne dell’epoca a razionalizzare le loro provviste, conservando i cibi, in quanto tempo di carestia; nella sigla assume nuovamente il significato di casalinga sfruttata dalla società, sopraffatta dal suo ruolo. La donna porta in braccio un barattolo che richiama moltissimo i Campbell’s Soup Can di Andy Warhol, ma il nome del barattolo è stato omesso dalla sigla, perciò, per quanto il riferimento sia chiaro, non si tratta di una vera e propria opera di Warhol.
La sesta sequenza riprende due opere di Robert Dale, Romantic Couple (da cui è ripresa la donna) e Couple Arguing (da cui è ripreso l’uomo). Nella sigla le due opere si fondono e viene aggiunto il barattolo (sempre ripreso da Andy Warhol) in mano all’uomo che finisce per litigare con la donna che finalmente, a dispetto di tutte le sue colleghe passate, finisce per tirare un pugno in faccia al marito, simbolo della rivincita femminile.
Termina il tutto l’immagine delle quattro protagoniste che afferrano la mela e sullo sfondo il quadro di Cranach.
La sigla, come la serie stessa, si prende gioco del ruolo della donna nella società vista solo come moglie obbediente e madre amorevole, mostrando che dietro ogni casalinga c’è molto di più, andando a rappresentare in maniera impietosa e ironica l’american way of life e la vita nei ricchi sobborghi americani.
La scelta finale delle opere è arrivata dopo una lunga e travagliata ricerca. Inizialmente la yU+co ha stilato un elenco di donne famose come Caterina la Grande, Isadora Duncan e Joan Crawford, ma si sono subito resi conto che la questione era molto più complessa di quel che si poteva immaginare, perché moltissime opere e fotografie erano vincolate dal diritto d’autore. Una volta ridotto l’elenco ed avere ottenuto i permessi necessari per l’utilizzo delle opere, si è passati all’animazione.
Grande idea quella di usare il pop-up, un modo originale per animare i quadri con un po’ di humor, mantenendo lo spirito della serie. La realizzazione però non è stata così semplice come può sembrare: gli artisti della yU+co hanno dovuto ritagliare i personaggi dallo sfondo e riempirne i buchi andando a completare l’immagine; alcune opere orientate verticalmente hanno dovuto subire dei rimaneggiamenti e ampliamenti dello sfondo per poter meglio adattarsi al formato televisivo dei 16:9.
Il tema musicale è stato composto da Danny Elfman, grande collaboratore (tra gli altri) di Tim Burton. Il tema è valso al compositore un Emmy e un BMI Film & Television Award.
A partire dalla premiere della quarta stagione la sigla viene notevolmente ridotta alla sola sequenza con Adamo ed Eva per poi passare direttamente alla parte finale con le quattro protagoniste, andando a seguire un po’ la moda dell’ultimo periodo per cui la maggior parte delle serie tv hanno introdotto sigle che durano una manciata di secondi. Questa versione era già stata utilizzata più volte nelle puntate con durata superiore ai canonici 40 minuti.
Fonte: digital producer magazine
Boba
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