Showrunners è un documentario attualmente in produzione, in cui i protagonisti sono gli showrunner delle serie TV che amiamo. Abbiamo raggiunto Des Doyle, regista del film, che ci ha concesso questa fantastica intervista esclusiva.
Prima dell’intervista, però, vi mostriamo il trailer ufficiale della pellicola.
ItaSA: Dicci qualcosa di te: come e quando ti è venuta in mente l’idea di fare questo documentario?
Des Doyle: È da una vita che sono un fan della TV, principalmente di drama e comedy americane, è con questo che sono cresciuto qui in Irlanda. Mi ha sempre affascinato il modo in cui vengono creati i programmi TV e i film, ed è questo che mi ha portato a lavorare nell’industria cinematografica negli ultimi 15 anni. L’insieme di queste due cose è ciò che mi ha fatto provare interesse verso gli showrunner, perché quel lavoro è la giusta definizione della figura in cui la creatività incontra la produzione. Si può sognare quanto si vuole, purché si sogni responsabilmente! A questo aggiungi il dover gestire una crew di 300 persone e la gestione di un budget annuale di 70-80 milioni di dollari, avere a che fare con il cast e guidare uno show da un punto di vista creativo… è fantastico ed affascinante che chiunque possa farlo! Chi non vorrebbe fare un film su queste persone?
Come presenteresti Showrunners ad un pubblico che non ha nemmeno la minima idea di cosa sia uno showrunner?
Se dovessi usare un’analogia, direi che si potrebbe descrivere uno showrunner come il capitano di una nave di uno show televisivo. Hai un enorme equipaggio [crew, appunto, ndt] di persone che lavorano per te, ma sostanzialmente tutte le decisioni definitive spettano a te. E si può sia portare la nave sana e salva in un porto chiamato rinnovo che infrangerla contro un iceberg chiamato cancellazione!
Credi che questo documentario possa essere utile anche a coloro che sognano di fare gli showrunner o hai deciso di rivolgerti ad un pubblico più vasto?
Dall’inizio, ho tentato il più possibile di fare un film che potesse piacere sia ai fanatici della TV come me, sia allo spettatore più casuale, a cui piace guardare anche una o due delle serie a cui lavorano gli showrunner presenti nel film. Per le persone interessate a fare lo sceneggiatore o in particolare lo showrunner, ci sono alcune perle di saggezza dagli esperti che, credo, troveranno illuminanti.
Quante persone, tra showrunner, sceneggiatori, produttori e attori avete intervistato? E quanto tempo ci è voluto?
Abbiamo intervistato oltre 50 persone per il film e, oltre a quello, ci sono state ulteriori riprese sui set, nelle stanze degli sceneggiatori, ecc. In totale abbiamo raccolto circa 100 ore di girato. Ho cominciato a sviluppare il film quasi due anni e mezzo fa, abbiamo cominciato le riprese a Los Angeles nel novembre 2010, e abbiamo completato le riprese nell’ottobre 2012. È stato uno sforzo mosso da passione ed è stato molto stimolante sotto parecchi punti di vista, ma attorno a me ho avuto una grande squadra che mi ha aiutato sia a Los Angeles che a Dublino!
Quante ore di girato avete accumulato nel corso dei mesi? E all’incirca quanti minuti credete andranno a comporre il final cut del film?
Come ho detto prima, abbiamo circa 100 ore di girato e per il film finito puntiamo ad una durata compresa tra i 90 e i 110 minuti. Tuttavia il girato che non finirà nella versione definitiva sarà disponibile in altre forme, ma per ora non posso dire nient’altro!
Ci sono due o tre sequenze che volete raccontarci che non faranno parte del film finito per motivi di tempo ma che, secondo te, ci sarebbero dovute essere?
Ci sono parecchie ragioni per cui alcune sequenze potrebbero non finire nel montaggio definitivo, e non sempre riguarda il fatto che non se lo meritino abbastanza. I fattori che contribuiscono maggiormente nel decidere cosa finirà nel film sono quale sequenza spiega nel modo migliore la questione che sto cercando di sottolineare, e quale lo fa in un modo tale da essere intrigante e a cui il pubblico possa avvicinarsi più facilmente. Sono questi i criteri che uso nel montaggio del film.
C’è stato qualcuno che avreste voluto intervistare ma che non è stato possibile incontrare?
Sì, ci sono state alcune persone a cui non siamo riusciti ad arrivare, principalmente a causa di problemi di organizzazione. Per esempio, David Benioff e D.B. Weiss che sono a capo di Game of Thrones; avrei voluto davvero parlare con loro e hanno provato a venirci incontro il più possibile, ma non siamo mai riusciti a far coincidere i programmi. Gli showrunner sono persone parecchio occupate per il 99% del tempo!
Solo dei fanboy della televisione potrebbero voler produrre un documentario simile. Qual è stato lo showrunner che, davvero, non vedevi l’ora di intervistare, anche giusto per potergli dire “grazie per aver prodotto le ore di televisione più fantastiche che io abbia mai visto”? Anzi, hai fatto questo documentario solo per incontrare questi showrunner?
Quando ho cominciato a sviluppare il film ho stilato la mia top 10 delle persone con cui avrei davvero voluto parlare, ed io stesso ero fan del lavoro di molte di quelle persone; sorprendentemente, sono riuscito ad ottenere 7 di quelle 10 interviste. Tra di loro c’erano persone come Joss Whedon, J.J. Abrams, Ron Moore e Damon Lindelof. Ma devo dire, ad essere sincero, che mi sono divertito in tutte le interviste che abbiamo fatto per il film e io stesso ho imparato davvero molto di questo lavoro e di ciò in cui consiste. Sono enormemente grato a tutti coloro che ci hanno concesso del tempo per parlare con noi, specialmente a Hart Hanson di Bones e Matthew Carnahan di House Of Lies, che hanno aperto le porte sui loro mondi e mi hanno concesso una permanenza prolungata!
Quando si ha un’idea per un documentario, di solito si sa dove si vuole andare a parare per quanto riguarda alcuni aspetti e tematiche. Tuttavia, c’è stato un aspetto a cui non avevi pensato ma che, alla fine, è risultato particolarmente importante?
Uno dei temi che ho sempre desiderato includere era l’analisi del lavoro degli showrunner dal punto di vista dei network, che è il motivo per cui, nel film, ci sono i presidenti di TNT e SHOWTIME, in modo che possano presentarci la loro prospettiva. Mi aspettavo quasi che molti degli showrunner considerassero queste persone “il nemico” da un certo punto di vista, ma il fatto che loro trovino la collaborazione dei produttori esecutivi dei network sia preziosa che necessaria è stato parecchio sorprendente.
Ironicamente, il fatto che tu abbia prodotto questo documentaro fa di te, se pur impropriamente, uno showrunner: quanto hai provato sulla tua pelle di ciò che ti è stato detto durante le interviste?
Budget e logistiche: provare a fare un film dall’Irlanda che è stato completamente girato in America con un budget basso è stata una vera sfida. Ho praticamente trascorso due anni a dormire su divani e pavimenti e a mangiare cibo in scatola per riuscire a giungere al mio obiettivo. Come ho detto prima, questo film è uno sforzo mosso da passione ed è un film fatto dai fan della TV, per i fan della TV. Quindi spero che vi piaccia!
Stando a IMDb sei abituato a lavorare dietro le quinte, ma in ruoli diversi. Cosa ti ha spinto a fare questo passo e a sederti sulla sedia del regista?
Gran parte del mio lavoro è stato nel campo della fotografia e, a meno di essere Direttore della Fotografia, in un film è un ruolo puramente tecnico. Ho sempre sognato, in questi ultimi anni, di provare a specializzarmi anche da un punto di vista creativo, quindi quando si è presentata l’occasione di fare un film su un soggetto per cui nutro una tale passione, mi sono lanciato!
Ogni showrunner ha sempre un grosso problema: il finale. Quante volte avete cambiato il finale di questo documentario? E qual è stata la logica che ha portato a quello definitivo?
Vi farò sapere quando arriveremo alla fine!
Ok, ora la domanda più importante di tutte: cosa ne pensi del finale di Lost?
Il finale di Lost è una cosa che abbiamo discusso nel film sia con Damon che con J.J. e non voglio anticipare niente di tutto ciò. Credo che le loro risposte vi sorprenderanno!
Crediamo di aver dato ai nostri lettori molte ragioni per convincerli a supportare il vostro progetto su Kickstarter. Tuttavia, ci sono degli incentivi a cui tu saresti più interessato nel caso in cui fossi tu stesso a dover sostenere il progetto?
Abbiamo presentato un nuovo intervallo di incentivi di recente, in cui è possibile scaricare l’intervista completa di 3 dei vostri showrunner preferiti, così potrete vedere e sentire tutto ciò che ci hanno detto e non solo le sequenze che useremo nel film. In qualità di fan, per me sarebbe davvero accattivante… direi che opterei per quello!
Concludiamo con un secondo trailer di Showrunners (cliccate sull’immagine per vederlo).
Allora, Des Doyle vi ha convinti? E i trailer? Avete voglia di dare il vostro contributo alla realizzazione del film? Allora potete andare nella pagina di Kickstarter dedicata al film e fare una donazione. C’è tempo fino a domani e il vostro contributo potrebbe fare la differenza!
Quasark
Ultimi post di Quasark (vedi tutti)
- Ecco le pagine segrete di Doctor Who! - 1 Aprile 2014
- Due cuori e una cabina: The Waters of Mars - 14 Novembre 2013
- Due cuori e una cabina: The Impossible Planet/The Satan Pit - 31 Ottobre 2013