FX

Gli Aperitivi: The Bridge

La nuova serie targata FX ha debuttato ieri sera sugli schermi americani, registrando già un buon successo di pubblico.

Si tratta di una serie crime, inizialmente prevista per aprile, ma spostata dal network in estate.

LA TRAMA: esattamente nel mezzo del “Bridge of the Americas”, che separa gli Stati Uniti dal Messico, viene rinvenuto il corpo di una donna, scatenando un dibattito sulla giurisdizione del caso. Dal dibattito esce vincitrice Sonya Cross (Diane Kruger: Bastardi Senza Gloria; Il Mistero dei Templari; Il Mistero delle Pagine Perdute), detective del dipartimento di El Paso, Texas, Stati Uniti. Quando però si scoprirà che il corpo rinvenuto è in realtà composto da due diversi cadaveri, uno dei quali messicano, le si affiancherà il detective Marco Ruiz (Demian Bichir: Le Belve; Weeds; Che – L’argentino; Che – Guerriglia), direttamente dall’altro lato del ponte. I due detective saranno costretti a lavorare insieme per dare la caccia a questo presunto serial killer.
Ma la trama non può essere così semplice. Accanto alla trama principale, difatti, vediamo svolgersi diverse sotto-trame. Innanzitutto vediamo una seconda ragazza rapita e sembra, ma ancora non è chiaro se sia lui, che gli sceneggiatori abbiano già deciso di mostrarci il volto del serial killer. Inoltre fin da subito conosciamo Charlotte (Annabeth Gish: Pretty Little Liars; C.S.I; Brotherhood) e veniamo pian piano a conoscenza della sua vita e dei segreti del marito. Sicuramente questa seconda storia andrà ad intrecciarsi con la storia principale.
Veniamo a conoscenza inoltre che le ragazze messicane scomparse non sono una novità per Marco e il suo dipartimento e il traffico di ragazze, o dei loro organi, oltre a quello della droga, è pratica comune in Messico.

LA PRIMA IMPRESSIONE: La serie è basata sulla serie svedese/danese Bron (in svedese) o Brone (in danese), che dir si voglia.
La trama è davvero difficile da riassumere in poche righe poiché gli sceneggiatori nei 90 minuti di cui è composto il pilot hanno posto tanta carne al fuoco: ci hanno già presentato il caso, le sotto-trame e tutti i personaggi.
Il pilot è ben scritto, ben girato (diretto da Gerardo Naranjo) e soprattutto ben recitato, forte anche di un cast composto da grandi nomi.
Fin da subito lo spettatore è inserito nella vicenda senza perdersi in troppi preamboli e la prima puntata ci lascia con molti quesiti irrisolti, il che è positivo e mette voglia di guardare i prossimi episodi per vedere come continuano le indagini.
Le atmosfere cupe e le musiche poco rassicuranti riescono a dare quel tocco noir alla storia.
Inoltre ogni ambiente è completamente asettico, anche l’ufficio/cubicolo di Sonya non trasmette niente: non si sviluppa quel “Frame Magico” di cui parla tanto Eco, ovvero quel mondo completamente arredato in cui i fan possono abitare e riconoscersi. Si è puri spettatori della vicenda. Per ora, quanto meno.
Uno dei punti forti dello show sarà sicuramente il rapporto tra i due protagonisti: tra l’estroverso ma saggio e protettivo Marco e Sonya, affetta dalla sindrome di Asperger (questa sindrome può causare tra le altre cose una compromissione delle interazioni sociali, schemi di comportamento ripetitive ed interessi ristretti). La Kruger si è rivelata molto brava nel rendere questo personaggio così difficile, privo apparentemente di sensibilità nei confronti degli altri ed insensibile. La mancanza di empatia con chiunque è uno dei punti vincenti di Sonya e, a questo proposito, nella sua drammaticità, il colloquio del detective con il marito della vittima è assolutamente spiazzante, ma la ragazza ne è consapevole se prima di andarsene dice all’uomo:

I’m sorry if I didn’t exercise empathy

Nel cast troviamo anche Ted Levin (Monk; Le Colline hanno gli Occhi) nel ruolo del tenente Hank Wade, ed Emily Rios (Private Practice; Breaking Bad) nel ruolo di Adriana Mendez.
Tra i produttori esecutivi e sceneggiatori invece spiccano due nomi con curriculum importanti come Elwood Reid (Cold case; Hawaii Five- 0) e Meredith Stiehm (Cold Case; Homeland; The District; E.R)

IL QUESITO: Sarà lui il serial killer? Cosa nasconde il marito di Charlotte nel capanno? La differenza tra la mentalità americana e messicana avrà un ruolo dominante?
La prima puntata ci lascia con molti quesiti.
Riusciranno a mantenere questo livello di suspance per altri 12 episodi? Speriamo, perché si è rivelata una serie vincente e sarebbe un peccato se calasse il ritmo della storia.

IL VERDETTO: Assolutamente promossa. Finalmente una serie poliziesca senza i soliti personaggi stereotipati, nonostante mi abbia ricordato vagamente The Killing per le ambientazioni e i colori vagamente asettici.
Ci aspettano altri 12 episodi. Vi aspettiamo a commentarli sul nostro forum, ma per gustarveli meglio, attendete anche i nostri sottotitoli, tra pochissimo, su ItaSA!

 

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Marta2706

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