La polvere del giorno dopo si è sedimentata; i nostri cuori hanno finalmente ricominciato a battere a un ritmo più rilassato. Il nostro stomaco ha smesso di rivoltarsi come se fosse stato strizzato come una spugna. Sono passate alcune settimane dalla fine di This Is England ’90 e finalmente mi sento pronto a discuterne con voi.
Seguono pesanti spoiler su tutta la serie, se non l’avete ancora guardata, fermatevi qui.
Questo quarto capitolo dell’opera di Shane Meadows riprende a due anni dai tragici avvenimenti del Natale del 1988. Siamo nel 1990 e la bellissima sigla ci fa subito immergere nella realtà socio-politica del tempo. L’esplosione del fenomeno dei rave, la crisi e la caduta della Lady di Ferro, quella Maggie T. amata dalla borghesia e disprezzata dal proletariato, l’amatissimo mondiale italiano, rimasto impresso nella memoria collettiva inglese, grazie anche alle imprese di Paul “Gazza” Gascoigne, il cui ritorno a casa mostrato nella sigla è un segno premonitore di quel che accadrà a un altro Gascoigne, il nostro Combo, il personaggio più celebre e contraddittorio di tutta la serie.
La serie ci mostra subito le piccole battaglie quotidiane dei nostri protagonisti, fatte di stenti, piccole vittorie, affetto, amicizia e conflitti. Vediamo come Lol e Woody, pur non essendo ancora sposati vivono un idillio maritale allargato da proletariato urbano, con Milky e i loro due figli. Shaun è ormai un giovane uomo alle prese con un futuro incerto e il cuore spezzato dalla rottura con Smell. Kel e Trev cercano per quanto possibile di vivere una vita senza troppi pensieri, mentre Gadget e Harvey offrono uno spaccato di vita di quella gioventù che vive alla giornata, di espedienti e spaccio di piccolo cabotaggio. Una vita semplice, senza pretese, presa come viene. Il primo episodio e la maggior parte del secondo svolgono la funzione di mostrarci la quiete prima della tempesta. L’atmosfera è sospettosamente leggera. Milky e Woody che si addormentano assieme sul divano. Lol che si diverte con le amiche per la prima volta da mesi. Un barbecue in giardino. Un bizzarro incontro a casa di Woody. Lezioni di romanticismo da parte di Flip e Higgy, eccezionali nel portare avanti quella che in un mondo post-Boris chiamiamo “la linea comica”. Kel, Gadget, Trev e Harvey che vanno alla disperata ricerca di un rave, pronti a tutto. Questa leggerezza è sospettosa poiché trattandosi di un’opera di finzione siamo abituati ad attenderci un andamento della storia in direzione di un climax della tensione che significa rottura, conflitto. Ma è anche una cosa del tutto naturale. Nessuno vive una vita fatta di soli drammi. Siamo immersi nel nostro tempo, ma tra un problema e l’altro, nelle incrinature di ciò che compone la nostra esistenza, siamo sempre capaci di trovare spazi di serenità, momenti in cui ci scordiamo della nostra condizione economica, delle questioni familiari o dei patemi d’amore. Siamo semplicemente noi stessi. E così, per quasi due episodi intravediamo come sono le vite dei nostri personaggi quando non sono alle prese con momenti capaci di cambiare per sempre un’esistenza. Ma questo idillio non era destinato a durare. Che la vita ti prenda a schiaffi è un cliché. Ma questo non lo rende meno reale o doloroso. In questo caso sono bastati due fattori apparentemente scollegati ma in realtà in rotta di collisione. La paralizzante insicurezza di Kel, legata ancora alla morte del padre e l’imminente rilascio sulla parola di Combo.
Uno di questi fattori si è concretizzato nella crisi d’identità di Kel al culmine della festa nella quale lei e i ragazzi sono riusciti a imbucarsi. Kel, che ancora combatte con i contrastanti sentimenti nei confronti del padre e per il modo in cui secondo lei ha trovato la morte, riesce a riempire questo vuoto solo con del sesso con degli sconosciuti, senza riuscire a confidarsi con Gadget, sempre disponibile a offrire una spalla su cui piangere. L’altro fattore è costituito dall’imminente rilascio di Combo, finito in prigione al posto di Lol per l’omicidio di Mick, che aveva segnato il momento più intenso di This is England ’88. L’insicurezza di Kel e la spada di Damocle costituita da Combo danno origine a una delle più belle scene che io abbia mai visto nella mia più che decennale carriera di amante delle serie televisive. Il pranzo, organizzato da Lol e Woody è stato girato tramite una lunga e dolorosissima sequenza, durante il quale finalmente vengono poste tutte le carte in tavola. La verità su Mick, la codardia della madre di Lol e il silenzio colpevole di Lol e Trev. Kel non riesce ad accettare che una delle poche certezze nella sua tormentata esistenza debba essere rovesciata e riversa la propria rabbia nei confronti delle persone che la amano. Milky d’altra parte non riesce ad accettare che Combo, l’uomo che lo ha ridotto in punto di morte quando ancora faceva parte della supremazia ariana possa rientrare nelle loro vite, e nello specifico nella vita di sua figlia. Con tutti gli scheletri finalmente all’aria aperta possiamo osservare quanto l’idillio di cui ho parlato fosse fragile, e suscettibile di essere distrutto dal minimo cambiamento nell’equilibrio artificiale costruito con difficoltà da Woody e dalla sua famiglia.
La scena del rilascio di Combo è davvero potente e immaginifica. All’inizio dell’episodio troviamo la sua voce autoritaria, piena di odio che si sposa alla perfezione con le terribili immagini delle reali manifestazioni dell’estrema destra inglese. Il contrasto con il tono contrito, di un uomo cambiato nel profondo, dimostrato dalla lettura della lettera alla commissione per il rilascio sulla parola è evidente e di fondamentale importanza nella comprensione del percorso di redenzione di questo personaggio. Per questo motivo, la scena nella tavola calda, in cui Combo finalmente si confronta col suo fardello più pesante, la violenza inflitta a Milky, ai tempi poco più di un bambino è ancora più devastante. Sapere che tutto ciò è inutile e che Milky non è ancora pronto a scegliere la via del perdono come chiesto da Woody fa male al cuore tanto quanto conoscere il triste epilogo della parabola di Combo. Spesso si dice che il karma non dimentica, ma che a volte prende semplicemente una strada più lunga per raggiungerti.
La stagione, e molto probabilmente anche la serie si chiude con il tanto atteso matrimonio tra Lol e Woody. Si tratta di un momento dolceamaro, tipico dei momenti più gioiosi della serie. Milky comincia a vivere la vita vissuta per anni dall’ex amico Combo. Un’esistenza infestata da demoni difficili da cancellare per un’anima gentile come la sua. Lol vive l’euforia del coronamento della sua storia d’amore con Woody, ma è una vittoria mutilata dall’assenza di Kel. SI respira un’atmosfera sospesa, e la gioia che traspira sembra quasi essere rubata alle tragedie che hanno caratterizzato la vita di questi personaggi. Il ritorno di Kel, l’accettazione da parte sua del ruolo avuto dal padre nella vita della madre e della sorella è il massimo che questa serie possa concedere a un classico lieto fine. Ma la vita raramente ti offre la possibilità di segnare una rete a porta vuota, o di mandare la otto in buca con quattro sponde. La vita è incasinata, ambigua, e dove si risolve un problema se ne possono aprire altri dieci. Il matrimonio non vuol dire che Woody e Lol vivranno per sempre felici e contenti in un idillio piccolo borghese. O che Kel ha definitivamente lasciato alle sue spalle la droga e i demoni che l’hanno guidata in quella direzione. Quello che sappiamo e che saranno pronti a incassare qualsiasi colpo la vita decida di rifilargli e di portare a casa tutte quelle piccole vittorie che arricchiscono le nostre esistenze di esseri umani. E a me sta bene cosi.
CAST, MUSICHE E IPOTESI DI SEQUEL
Stephen Graham è un attore che non ha bisogno di introduzioni. Boardwalk Empire, The Snatch sono tacche alla cintura che sono sicuro siano in molti a invidiargli. Ma sono convinto che questo passerà alla storia come il miglior ruolo di questo attore, tanto eclettico quanto sottovalutato. Joseph Gilgun è un altro interprete piuttosto noto e che stavolta, pur avendo uno spazio relativamente limitato, è riuscito a mostrare la sua caratura di attore drammatico. Il vero riconoscimento però va al resto del cast. Shane Meadows è andato a pescare nelle periferie delle citta inglesi e ha messo assieme un cast molto eterogeneo di attori semi-sconosciuti ma capaci di infondere un senso di autenticità a volte quasi doloroso. Assistere alla crescita personale e professionale di Thomas Turgoose, l’interprete di Shaun, è stato un vero privilegio. Abbiamo visto questo giovane attore muovere i primissimi passi davanti a una cinepresa e attraverso il film e gli undici episodi andati in onda fino a questo momento lo abbiamo visto trasformarsi in un giovane uomo e in un attore più maturo e formato (e a tal proposito, non perdetevi il video alla fine dell’articolo). Si merita una menzione d’onore anche Vicky McClure che con la sua Lol ha dimostrato di saper mettere in scena un vastissimo campionario di emozioni nel modo più realistico possibile. Michael Socha, fratello della Lauren resa celebre da Misfits, ha sfruttato l’opportunità offerta dal maggior ruolo del suo personaggio in TIE90 per dimostrare di essere all’altezza dei propri colleghi.
La colonna sonora è sempre stata una parte integrante dell’opera di Meadows, e come accade spesso in serie di questo genere la traccia musicale si trasforma in una cartina tornasole del periodo nel quale la serie è ambientata. In questo caso, il 1990 fa parte di quel periodo che segna l’ascesa del fenomeno dei rave parties e gli Stone Roses fanno la parte del leone mentre è Ludovico Einaudi a segnare i momenti più drammatici amplificandone l’impatto. Da buon calciofilo però non posso che gioire nel sentire World in motion dei New Order anche se solo in una piccola scena ambientata in un pub.
Per quanto riguarda invece le chance di rivedere Shaun, Lol, Woody e il resto della gang: sono sottili, ma non inesistenti. Shane Meadows ha annunciato di aver concepito TIE90 come il capitolo finale della sua saga di periferia, ma al termine del quarto episodio non sono mancate le dichiarazioni speranzose da parte di membri del cast. Di questi tempi, in ambito televisivo non c’è più nulla di definitivo per cui probabilmente ci attendono mesi di voci sparse, pettegolezzi e informazioni inevitabilmente scarseggianti. Io d’altro canto sono arrivato alla conclusione che non voglio rivedere questi ragazzi. Non voglio, anche se si tratta di personaggi di fantasia, che queste persone, che nel corso degli anni ho imparato a conoscere e a voler bene, si ritrovino a vivere altre esperienze come quelle vissute da loro negli ultimi dieci anni. O davvero vi aspettate che un eventuale This is England ’92 ci mostrerebbe Milky, Woody e Shaun parlare per tre ore di Nevermind dei Nirvana? Preferisco immaginarli nel limbo, sospesi tra felicità e delusioni, come noi poveri comuni mortali.
Cosa ne pensate? Fatecelo sapere nella sezione commenti!
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