Ascolti

Ascolti: perché gli spettatori totali contano poco?

E' uscito un'interessante articolo sul sito tvbythenumbers.com che spiega in maniera chiara perché il numero totale degli spettatori conta relativamente poco per quanto riguarda il successo d'ascolti nel Primetime di una serie tv. Vediamo un po' di capirne il motivo.

Spesso succede che un fan, per sapere se la propria serie preferita sia a rischio chiusura, vada a vedere il numero di telespettatori totali (un dato abbastanza facile da capire a differenza del rating/share della fascia commerciale), magari esultando se questi sono un numero abbastanza considerevole. Ciò non di meno, capita che la suddetta serie venga cancellata, mentre serie con un numero di telespettatori più basso vengano rinnovate. Perché? Dove sta la magagna?

Come ben sapete, la fascia commerciale (cioè quella a cui si rivolgono i pubblicitari e che quindi porta soldi nelle casse delle reti televisive) è composta da persone tra i 18 e i 49 anni d'età. All'interno di questa fascia c'è un sotto-gruppo composto dai 18-34 che dovrebbe essere quello più redditizio. Perciò, più sono i giovani che seguono un determinato programma, più saranno i possibili acquirenti a cui la pubblicità si rivolge; ne consegue un aumento del costo dello spazio pubblicitario (se volete farvi un'idea di quanto costi uno spazio pubblicitario di 30 secondi potete leggere questo nostro vecchio articolo) e quindi un maggior guadagno per la rete. Si capisce quindi che ciò che conta davvero non è il numero totale di telespettatori, ma quanti tra questi rientrino nella fascia commerciale.

Per capirci meglio usiamo lo stesso esempio fatto da un giornalista del New York Times. Prendiamo quindi in considerazione due programmi simili come American Idol e Dancing With the Stars.
Entrambi i reality incollano davanti alla tv un gran numero di telespettatori; se consideriamo il totale dei viewers il vincitore tra i due risulta Dancing con i suoi 23 milioni di media contro i 21.8 milioni di Idol. Eppure se andiamo a vedere quanto costa uno spazio pubblicitario in entrambi i programmi osserviamo che Idol surclassa il concorrente e anche di parecchio! Per uno spot da 30 secondi durante American Idol un pubblicitario sborsa 642,000* $ mentre per Dancing With the Stars "solo" 209,000 $. Ciò che determina questa differenza di prezzo è, appunto, l'età dei telespettatori: il pubblico di Dancing è composto prevalentemente da donne e anziani, quello di Idol da donne e giovani, anzi, ben il 43% del pubblico di Dancing With the Stars è composto da donne sopra i 50! Capite quindi l'importanza di fare un prodotto che piaccia ai giovani!

E in Italia? Il target commerciale è tra i 15 e i 64 anni che in pratica vuol dire tutto e niente probabilmente perchè in realtà i prodotti nostrani si rivolgono ad un pubblico ben più maturo di quello americano. Questo purtroppo comporta il dover fare prodotti che piacciano agli anziani e quindi facili da seguire, poco innovativi, ci si butta su storie trite e ritrite che hanno per protagonisti: santi, carabinieri che sanno parlare solo in dialetto o nonni… Visto che, come in ogni campo, è il commercio a farla da padrona, chissà se abbassando il target commerciale anche da noi si riuscirà a vedere qualcosa di veramente originale sulla tv generalista… La speranza è l'ultima a morire, anche perchè per quanto riguarda la nostra tv, non ci è rimasta che quella.

*la "virgola" nelle cifre americane vale come il nostro "puntino" delle migliaia.

FONTI:
tvbythenumbers.com
nytimes.com

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