Malibu. Villa sulla spiaggia. Una Lincoln Continental accosta e si ferma. Scendono Vinnie, Eric, Drama e Turtle. I ragazzi di Entourage sono tornati. Oh yeah. Oh yeah.
Bentornati ad un nuovo appuntamento con Back to the Past, la rubrica che vi ripropone le serie più amate del passato, sia che stiate cercando l’occasione giusta per un rewatch o siate a caccia di un succoso recupero. Stavolta parleremo di Entourage, la serie andata in onda su HBO per 8 stagioni dal 2004 al 2011 e che è tornata ieri con un film per il cinema.
TRAMA
La premessa è piuttosto semplice. Vincent “Vinnie” Chase è un giovane attore originario del Queens e trapiantato a Hollywood che vive in una splendida villa, in compagnia degli amici d’infanzia Eric e Turtle e del fratello maggiore Johnny “Drama” Chase. La serie segue le vicende di questi quattro ragazzi e dell’agente di Vinnie, Ari Gold, tra premiere ricche di glamour e baccanali folli dove alcol e splendide, disponibili fanciulle non mancano mai. Umorismo graffiante, intrighi amorosi, difficoltà lavorative e i cameo di un insensato numero di celebrità riempiono i 96 episodi dello show. Dopo l’epopea delle ragazze di Sex and the City era arrivato il momento giusto per una serie HBO che soddisfacesse anche l’universo maschile e nessuna serie ha mai servito questo scopo meglio di Entourage, l’apoteosi dei “bros”. La serie, scritta da Doug Ellin, in realtà nasce dall’idea di un assistente di Mark Wahlberg (che funge anche da produttore esecutivo della serie), il quale aveva pensato di filmare l’attore e i suoi amici più stretti in quanto li trovava spassosi. A questo proposito non vi sono certezze e altre persone dell’entourage dello stesso attore di Boston rivendicano la paternità dell’idea, come Eric Weinstein o Donnie Carroll, dai quali gli autori hanno trovato l’ispirazione per i personaggi di Eric e Turtle.
CAST E PERSONAGGI
Vinnie, interpretato da Adrian Grenier, è il protagonista della serie. Giovane, bello, affascinante, generoso, irresistibile alle donne e rilassato. In poche parole è un Tony Stark più giovane ma senza armatura e amici con i superpoteri. Eric “E” Murphy, interpretato da Kevin Connolly, è il miglior amico di Vinnie; viene rappresentato come la persona responsabile del gruppo e permette alla serie di rispettare la quota di personaggi irlandesi necessaria per una serie con protagonisti dei newyorkesi doc. Drama, interpretato da Kevin Dillon (fratello del più celebre Matt) è il fratello maggiore di Vince, anch’esso attore di professione; la sua è però una celebrità ormai sbiadita, il suo personaggio è un concentrato di insicurezze e rituali, e allo stesso tempo una delle fonti di maggiori risate di tutta la serie. Turtle, interpretato da Jerry Ferrara, parte come l’ultima ruota del carro di Vinnie, ma finisce col diventare uno dei personaggi più interessanti dell’intera serie, grazie a una crescita personale mai eguagliata dagli altri personaggi. Ari Gold, interpretato in maniera magistrale da Jeremy Piven, è il quasi onnipotente, nevrastenico, soggetto a scatti d’ira di hulkiana memoria e alla misoginia più pura, agente di Vinnie. Ma dietro il personaggio di Ari c’è molto di più che le feroci one-liner e gli insulti più spassosi che avessi mai sentito prima di cominciare Veep. Le otto stagioni della serie hanno riservato ad Ari la possibilità di conoscere ugualmente le vette più ambite, il fondale più disperato e alcuni dei passaggi emotivamente più ricchi dell’intero show coinvolgono direttamente il suo personaggio. Il cast è arricchito da un nutrito nugolo di comprimari come Emmanuelle Chriqui, la bellissima attrice canadese che interpreta Sloan, l’eterno amore di E; Rex Lee, che interpreta Lloyd, il fantastico assistente/schiavo di Ari o Perry Reeves, che interpreta Melissa, la bellissima moglie di Ari. A fianco a questo ricco cast troviamo un intero universo di guest star più o meno celebri che nel corso degli otto anni della serie hanno interpretato versioni più o meno fittizie di loro stessi. Tra questi troviamo attori, registi e una legione di personaggi del mondo dello sport e della musica. Vi propongo i più memorabili: Seth Green, Jamie Lynn Sigler (l’indimenticabile Meadow Soprano), Bob Saget, James Cameron, Gus Van Sant, Nick Cassavetes, Martin Scorsese, Tom Brady, Lebron James, Alex Rodriguez, Sasha Grey, Melinda Clarke, Mandy Moore, Dennis Hopper, Matt Damon, Mark Wahlberg, Eminem, Marc Cuban, e potrei continuare fino a domattina.
LO STILE E L’IMPATTO
Devo essere sincero. Non ero sicuro di come avrei potuto definire lo stile di Entourage e allo stesso tempo proporvelo in maniera appetibile. Entourage all’apparenza non è una serie gradevole. Il maschilismo e la misoginia sono atteggiamenti popolari tra i personaggi della serie. L’umorismo è di grana grossissima e se doveste cercare nel dizionario inglese, alla voce “douchebag” (insulto che non trova un’adeguata traduzione italiana) trovereste una bella foto di gruppo del cast. Legioni di hater si sono mobilitati nel corso degli anni contro la serie e uno degli autori della serie animata Bob’s Burgers ha addirittura promesso che andrà a vedere il film di Entourage solo se i fan pagheranno una somma di diecimila dollari da donare in beneficenza. In apparenza tutto ciò non dovrebbe promettere nulla di buono. Ma questa è anche una serie che scava dentro quel desiderio che ognuno di noi ha covato prima o poi nella vita. Che non è solo quello di fare “la bella vita”, ma quello di poterla condividere con i tuoi amici più cari, e allontanare quell’inesorabile realtà che si avvicina sempre di più una volta che la vita reale bussa alle porte della fine dell’adolescenza, ovvero che le amicizie più antiche sono quasi certamente destinate ad annacquarsi e a sfumare nel corso degli anni. Entourage ci offre una visione di come potrebbe essere un mondo dove tutto ciò non accade mai, dove ciò che conta di più non è il successo o la stabilità, ma il rimanere fedeli a sè stessi e ai propri amici. Le donne (semi)nude, le feste, il glamour, i cameo, le battute di Ari, le grottesche situazioni in cui si ritrovano Turtle e Drama, i patemi d’amore di E e le difficoltà lavorative di Vince sono solo il motivo per cui mettere il piede sulla porta, ma le relazioni e il sincero vincolo di amicizia tra i cinque protagonisti sono la ragione per attraversare definitivamente quella soglia ed entrare nel mondo di Entourage.
IL SUCCESSO E IL FILM
Nel corso dei suoi otto anni di vita la serie è stata nominata a ben ventisei Emmy, portandone a casa sei, tra cui i tre consecutivi per Jeremy Piven, come Outstanding Supporting Actor. Tra i nominati troviamo anche Kevin Dillon, nominato per tre volte e la serie, inserita tra le Outstanding Comedy Series per tre anni tra il 2007 e il 2009. Piven e la serie possono contare anche otto nomination ai Golden Globe, con una vittoria per l’attore newyorkese. La qualità della serie è rimasta più che soddisfacente lungo l’arco di tutte e otto le stagioni, anche se specialmente per quanto riguarda le ultime due, balza in maniera lampante agli occhi come esista un numero limitato di ostacoli credibili da frapporre ai tuoi protagonisti e di volte in cui due personaggi possano lasciarsi e riprendersi senza attentare alla salute mentale dei fan. Ed è per questo motivo che la notizia per cui il film tanto atteso dai fan è sbarcato nei cinema (sicuramente non in quelli italiani) è quasi liberatoria. Il film ha avuto un processo di produzione complicato e, dopo la redazione della sceneggiatura e l’approvazione da parte dello studio nel Gennaio 2013, sono emerse questioni contrattuali irrisolte che avevano fatto presagire il peggio, scongiurato dalla definitiva fumata bianca. La speranza è che tra il migliaio di guest star, (che alcune immagino saranno praticamente impercettibili a occhio nudo) Doug Ellin e i suoi ragazzi possano regalarci un’ora e mezza di divertimento allo stato puro, per poi tornare in sella sulla loro Lincoln Continental e dirigersi senza rimpianti sul loro personale Sunset Boulevard.
Cosa ne pensate della serie? Guarderete il film? Fatecelo sapere nella sezione commenti.
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